Riforma Pensioni, Chiamparino: pronti a concedere un anticipo di 3 anni sull'età pensionabile

Bernardo Diaz Mercoledì, 13 Maggio 2015
La Regione Piemonte studia un meccanismo che tuteli il reddito di 8mila lavoratori ultra 55enni a cui mancano da uno a tre anni alla pensione pubblica.

Kamsin Un sostegno sperimentale a livello regionale che consenta di anticipare la pensione per chi deve aspettare da uno a tre anni prima di ricevere la pensione pubblica. In attesa che il Parlamento si pronunci a fine anno sulla flessibilità in uscita e sul reddito minimo di cittadinanza, temi che potranno trovare conferma solo con la prossima legge di stabilità.

E' questa la sintesi della proposta illustrata dal governatore della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ieri al presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano. Un provvedimento a carattere regionale quindi per il quale sarebbero necessari da sei mesi ad un anno massimo per il suo debutto ufficiale e che interesserebbe circa 8mila lavoratori che hanno perso il lavoro ma che sono troppo distanti dalla pensione. La copertura verrebbe garantita da un fondo rotativo con le banche previa la stipula di un apposito accordo tra Inps, Regione Piemonte e Banche. Secondo Chiamparino il vantaggio per i lavoratori sarebbe quello di agguantare un sostegno al reddito sino ad massimo di 3 anni dall'età pensionabile.

«Ogni anno abbiamo tra i 6 mila e gli 8 mila lavoratori a cui mancano per la pensione un periodo che varia da un mese a tre anni: dobbiamo occuparci soprattutto di loro, perchè per i giovani ci sono misure e le nuove tipologie contrattuali iniziano a dare dei risultati, seppur non definitivi» ha dichiarata Gianna Pentemero, Assessore al Lavoro della Regione che precisa come «il progetto - ricorda la Pentemero - potrebbe essere attuato anche nelle altre regioni d'Italia per colmare la lacuna presente a livello legislativo».

Damiano: la proposta può essere solo un ponte. «Quella di un anticipo della pensione attraverso la convenzione con l'Inps e con gli istituti di credito è un'idea interessante - ha detto Damiano - soprattutto come soluzione "ponte" in attesa di un provvedimento strutturale che renda più flessibile l'attuale sistema pensionistico e scongiuri il rischio di nuovi esodati». Penso che sarebbe necessaria una normativa nazionale di sostegno al progetto di Chiamparino.

Noi come Commissione Lavoro stiamo elaborando soluzioni strutturali come la possibilita’  di andare in pensione a 62 anni con 35 anni di contributi e l’8% di penalizzazione sull’assegno fino a quando non si raggiunge l’eta’ pensionabile”. “Gia’ il ministro Giovannini durante il governo Letta – ha aggiunto Damiano -  aveva annunciato l’intenzione di attuare una soluzione ponte con anticipo della pensione di 2-3 anni e restituzione a rate. Il governo non ha ancora affrontato il tema dell’introduzione di un criterio di flessibilita’ all’interno del sistema pensionistico.

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