Riforma Pensioni, MEF: il confronto prosegue su Donne ed Esodati

redazione Giovedì, 10 Settembre 2015
Una nota del MEF assicura che il confronto sulla settima salvaguardia e l'opzione donna non si è concluso. Dura la minoranza Dem e la Lega che parlano di "furto" di risorse. 
"Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, stanno seguendo in prima persona le attività di valutazione delle possibili soluzioni ai problemi più urgenti di specifiche categorie di lavoratori. Valutazioni che riguardano stime sul numero dei soggetti interessati, sugli oneri per la finanza pubblica nel tempo, le risorse necessarie a finanziare gli eventuali interventi". 

Lo sottolinea una nota del Mef uscita ieri in serata che tenta si rasserenare gli animi dopo il brusco stop di ieri in Commissione Lavoro alla Camera al via libera alla settima salvaguardia e all'opzione donna, due misure attese da decine di migliaia di lavoratori da diversi mesi. "La conferenza di servizio che raccoglie MEF, LPS e INPS allo scopo di elaborare le informazioni necessarie per le valutazioni del Governo è stata aperta lunedì 7 settembre e si concluderà nei prossimi giorni" conclude la nota. 

La polemica. La giornata di ieri ha visto del resto scoppiare una polemica tra i gruppi di maggioranza e opposizione che premono per l'approvazione della settima salvaguardia in favore degli esodati e una correzione delle Circolari sull'opzione donna e il Ministero dell'Economia che si è opposto, per ragioni di contabilità pubblica, allo svincolo delle risorse. Particolarmente duro il giudizio di Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera e principale sostenitore delle due misure. Secondo Damiano la situazione è inaccettabile ed incomprensibile, in danno alle fasce sociali che piu' hanno patito gli effetti della Legge Fornero del 2011. Duri i toni anche dalla Lega nord che parla di vero e proprio furto di risorse già stanziate con precedenti provvedimenti. 

Per la segretaria confederale della Cigl, Vera Lamonica, il Parlamento deve fare chiarezza e impedire quello che si configura come "un vero e proprio scippo agli esodati". "E' intollerabile - sostiene - che, a fronte di un dramma ancora non risolto del tutto quale e' quello degli esodati, il ministero dell'Economia comunichi di aver incamerato le risorse del Fondo relativo". "Le sei salvaguardie effettuate e per le quali sono stati stanziati quasi 12 miliardi - prosegue Lamonica - non sono sufficienti a coprire tutta la platea degli interessati. Secondo gli stessi dati Inps restano fuori almeno altri 49.500 lavoratori e lavoratrici". Gamsin"Su quei 12 miliardi e' stato effettuato un risparmio di almeno 3: e' scandaloso - prosegue - che oggi si dica che sono stati utilizzati per altri fini, nonostante la legge istitutiva del Fondo esodati preveda espressamente che i risparmi siano destinati al Fondo stesso per il completamento delle salvaguardie, e nonostante le dichiarazioni ben diverse fatte finora". "Vale lo stesso per l'opzione donna, in vigore dal 2004 e finanziata a tutto il 2015, che non si applica perche' l'Inps ha dato un'interpretazione sbagliata della norma", aggiunge la dirigente sindacale. Per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, "occorre approvare rapidamente la settima salvaguardia per gli esodati, perche' le risorse ci sono gia' e non possono essere distratte per altri scopi, vista l'importanza sul piano sociale di questo tema". 

Per quanto riguarda la flessibilità in uscita ieri, nel corso dell'audizione in Commissione Lavoro i rappresentanti sindacali hanno indicato come le proposte di legge al vaglio della Commissione Lavoro della Camera costituiscano una base di confronto e di discussione utile per ripristinare la flessibilita' nell'accesso al pensionamento. 

Secondo i sindacati "queste proposte consentirebbero di sostituire gli attuali requisiti rigidi di pensionamento, permettendo diverse possibilita' di uscita anticipata, con 41 anni di contribuzione e senza penalizzazioni, al raggiungimento di quota 100 senza disincentivi, oppure a partire dai 62 anni di eta' e 35 di contributi ma con moderate penalizzazioni sul trattamento pensionistico. Abbiamo offerto la nostra disponibilita' a valutare positivamente queste ipotesi, ribadendo invece la nostra assoluta contrarieta' a soluzioni che condizionino l'accesso anticipato al pensionamento al ricalcolo complessivo dell'intera pensione con il metodo contributivo. Ora tocca al Governo, con il disegno di legge sulla stabilita', rimettere nella disponibilita' dei lavoratori le scelte relative al pensionamento, anche per offrire ai giovani nuove opportunita' di ingresso al lavoro e consentire alle imprese una gestione piu' efficace del turn over e delle crisi aziendali". 

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