Riforma Pensioni, PD presenta progetto per estendere i benefici dei lavori usuranti

Valerio Damiani Sabato, 05 Marzo 2016
Il Disegno di legge è sostenuto dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Garantisce un'uscita anticipata ai lavoratori dell'edilizia e a chi svolge lavori in altezza.
Tenere conto delle differenti aspettative di vita dei lavoratori per accedere alla pensione soprattutto riguardo ai lavoratori del settore edile ed affini, sottoposti a continui sforzi che fanno della categoria stessa uno dei settori più usuranti dal punto di vista fisico. E, pertanto, riconoscere anche a questi lavoratori i benefici previdenziali previsti per i lavori usuranti. Lo prevede un disegno di legge presentato dal Pd ed assegnato ieri alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Il progetto  è fortemente voluto dall'ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, e dall'Onorevole Gnecchi che, da tempo, avevano annunciato la volontà, condivisa da numerosi altri parlamentari Dem, di estendere i benefici previsti per i lavori usuranti dato che molti dei fondi messi a disposizione per questo scopo sono rimasti sottoutilizzati e, quindi, depredati più volte dal Governo per tappare altre esigenze.  

Le modifiche proposte intendono inserire nell'ambito delle attività usuranti ulteriori categorie di lavoratori come gli operai del comparto edile e i cosiddetti lavoratori in altezza. Quest’ultima categoria di lavoratori era stata, peraltro, considerata come lavoro particolarmente usurante già nel decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374, il quale indica, nella tabella A allegata, tra i lavori particolarmente usuranti, anche i « Lavori in altezza: su scale aeree, con funi a tecchia o parete, su ponti a sbalzo, su ponti a castello installati su natanti, su ponti mobili a sospensione. A questi lavori sono assimilati quelli svolti dal gruista, dall’addetto alla costruzione di camini e dal copritetto». Tale categoria non è stata però inserita  tra le attuali mansioni particolarmente usuranti.

Per quanto concerne i lavoratori del comparto edile, i firmatari del ddl rilevano come tali lavoratori operano in un ambiente con elevato rischio sia sul fronte delle malattie professionali sia su quello degli infortuni sul lavoro e sono sottoposti a continui sforzi che fanno della categoria stessa uno dei settori più usuranti dal punto di vista fisico. L’impegno fisico spesso gravoso, inoltre, gioca un ruolo fondamentale nel determinare alcune patologie lavoro correlate ed è spesso concausa di infortunio. I lavoratori devono essere quindi in buone condizioni di salute e con il pieno controllo delle proprie capacità psico-fisiche per svolgere in sicurezza la loro mansione. L’edilizia continua, infatti, a essere uno dei settori produttivi in cui gli infortuni (in tutte le loro declinazioni) costituiscono una costante troppo elevata alla quale, si è visto, è stato possibile solo in parte porre rimedio con la sola legislazione. Pertanto "nella valutazione dell'aspettativa di vita dei lavoratori, andrebbero considerate le differenti tipologie di lavoro classificando in modo dettagliato le professioni considerate usuranti, facendo analisi più approfondite in merito a quali lavori nella realtà portino ad una vita più breve, valutando il fatto che l'applicazione delle disposizioni in materia di aspettativa di vita sta già creando evidenti situazioni gravi per i lavoratori esclusi dalle salvaguardie".

Se il ddl andasse in porto, in sostanza, anche a questi due comparti sarebbe garantito il pensionamento con le cd. quote a partire da un minimo di 61 anni e 7 mesi unitamente a 36 anni di contributi oppure con 62 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi. Come accade attualmente per i lavoratori addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti. 

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Documenti: Il testo del disegno di legge presentato alla Camera

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