La Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha iniziato questa settimana la discussione del progetto di legge sulle cd. pensioni flessibili. La seduta sarà aggiornata al 17 Marzo.
Kamsin Un ritorno al "sistema delle quote" con la possibilità di andare in pensione in anticipo rispetto ai requisiti della riforma Fornero. E' la sintesi della discussione che si è tenuta presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati questa settimana in occasione della calenderizzazione del ddl sulle pensioni flessibili.
La proposta di partenza potrebbe essere la quota 97 ipotizzata già dal 2013 dal presidente della commissione Lavoro della Camera, il Pd Cesare Damiano, che consente di lasciare il lavoro a chi ha 62 anni d'età e 35 di contributi con una penalità dell'8% sulle quote retributive della pensione. Penalità che decresce del 2% l'anno sino ad azzerarsi in corrispondenza dei 66 anni. Oppure, indipendentemente dall'età anagrafica, con 41 anni di contributi. Il ddl in discussione dovrebbe essere comunque aggiornato con una nuova proposta che sarà depositata nei prossimi giorni in Parlamento.
Ma nella seduta, che riprenderà il prossimo 17 Marzo alle 14, si è parlato anche della quota 100, cioè la possibilità di accedere alla pensione con 60 anni e 40 di contributi o 61 anni d'età e 39 di contributi e via dicendo. Quest'ultima proposta piace ai sindacati come base di partenza soprattutto perchè non prevederebbe penalità sull'assegno e sostenzialmente reintroduce la pensione di anzianità cancellata dalla Riforma Fornero nel 2012.
Nella lettera inviata a Poletti, Cgil, Cisl e Uil si sono detti, infatti, pronti ad illustrare una loro «piattaforma» elaborata con l'obiettivo di cambiare la riforma Fornero: una proposta che punta a introdurre un meccanismo di «flessibilità per l'accesso alla pensione con l'attenzione alle diverse tipologie di lavoro». L'idea dei sindacati punterebbe però anche a stabilire uscite flessibili in relazione alle diverse tipologie di lavori con un occhio di riguardo per quelli più usuranti. Per i lavoratori precoci ci sarebbe la possibilità di andare in pensione massimo con 41 anni di contributi a prescindere dall'età.
Chiusa la partita del jobs act, il governo potrebbe affrontare il rebus delle pensioni con la legge di stabilità 2016, anche per togliere argomenti alla Lega di Matteo Salvini. Ma un ritorno alle quote non rientra nei piani di palazzo Chigi, che valuta piuttosto l'ipotesi del mini-assegno anticipato (circa 700 euro erogati nei due anni che mancano all'età pensionabile) da restituire a rate mensili una volta che si è andati in pensione.
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Zedde