Riforma Pensioni, vertenza unitaria dei sindacati dal 17 Dicembre

Federico Pica Mercoledì, 02 Dicembre 2015
Cgil: "La tenuta finanziaria del nostro sistema previdenziale non è a rischio, di certo lo è l'entità delle prestazioni per ampie fasce della popolazione”.
Sindacati pronti a rimettere in pista il capitolo pensioni. Obiettivo raggiungere una piattaforma comune tra le tre sigle confederali Cgil-Cisl e Uil in grado di aprire una vera vertenza con il Governo. Si cercherà di riprendere in mano una regia unitaria e quel confronto che, a dire il vero, da diversi anni a questa parte è stato del tutto assente o comunque non in grado di produrre quegli interventi ritenuti ormai indispensabili. Il primo passo in tale direzione partirà il prossimo 17 Dicembre quando le tre sigle terranno a Torino, Firenze e Bari grandi attivi interregionali dei delegati per aprire con il Governo una vera e propria vertenza sugli obiettivi della piattaforma unitaria. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata ieri il nuovo rapporto dell'Ocse Pensions At a Glance che suggerisce, tra l'altro, una ulteriore stretta sul sistema pensionistico italiano giudicato, dagli esperti internazionali di Parigi, ancora non sostenibile da un punto di vista finanziario. "La vera o supposta scientificità dei rapporti economici internazionali può essere la chiave che apre la porta ad altri giri di vite, dopo il bagno di sangue che le riforme Monti-Fornero hanno rappresentato per molte lavoratrici e lavoratori italiani" avverte Vera Lamonica dirigente sindacale della Cgil. Che punta il dito piuttosto sull'inadeguatezza delle prestazioni: "disoccupazione, precarietà, lavoro povero e buchi contributivi, anche per le attività di cura delle donne, mettono seriamente a rischio il futuro pensionistico di fasce amplissime della popolazione italiana". E se questo è il vero problema - prosegue la dirigente sindacale - allora occorre invertire la logica che ha guidato le riforme di questi anni: basta allarmi sulla tenuta finanziaria del sistema che sollecitano politiche di prelievo per fare cassa, come è stato abbondantemente fatto in Italia”. 

Lamonica: I dati Ocse considerano anche le spese assistenziali. “Non c'è un rischio di tenuta finanziaria per il sistema previdenziale italiano - spiega Lamonica - se è vero che, come dice la stessa Ocse, le riforme realizzate negli ultimi anni hanno portato l'età pensionabile al livello più alto in Europa, e che la spesa pensionistica è calcolata comprendendo tutta la parte assistenziale, in altri Paesi non caricata sulla previdenza”. “Peraltro nel nostro Paese - sottolinea - per effetto dell'aggancio automatico al meccanismo dell'attesa di vita, dato medio che non tiene conto della differente longevità dovuta a condizioni sociali e attività lavorative diverse, l'età di pensionamento nel giro di pochi calendari sarà portata ben oltre i 67 anni. Per molti trattamenti di importo basso si supereranno i 70”.

Cisl e Uil: Governo sbaglia a rinviare modifiche alla Legge Fornero. Anche la Cisl lancia l'allarme. "Il Governo ha deluso le promesse di una revisione della Legge Fornero" si legge in un comunicato del sindacato guidato da Annamaria Furla. "E' arrivato il momento di attuare una riforma radicale della normativa vigente che dia risposte concrete sul necessario tasso di solidarietà da restituire al sistema, a partire dal sostegno ai periodi di assenza contributiva, di intermittenza nel lavoro, di riconoscimento del lavoro di cura." Critiche giungono anche dalla Uil che ricorda come il Governo abbia con sorpresa imposto una nuova stretta sul turn-over nelle Pubbliche Amministrazioni, una misura tutt'altro che orientata  ad aumentare l'occupazione, soprattutto giovanile, come suggeriscono gli osservatori internazionali. “Anche per questo - continua - è necessario abbassare al più presto l'età di accesso, con una vera flessibilità che differenzi tra i lavori e non ne scarichi i costi sui lavoratori”.  

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