Squinzi, si acceleri su riforma delle pensioni e contratti integrativi

redazione Martedì, 23 Giugno 2015
Il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, chiede una riforma complessiva del welfare in un'ottica di maggiore sostenibilità ed equità.
Bisogna rimettere mano al welfare per costruire un modello piu' sostenibile e piu' equo, soprattutto per le fasce piu' deboli e giovani, coloro che maggiormente hanno patito la crisi. E' quanto ricorda, Giorgio Squinzi, Presidente di Confidustria, al Governo aggiungendo che il problema del welfare è uno dei più importanti che abbiamo da risolvere. Se non troviamo il modo di renderlo sostenibile sarà una catastrofe per il nostro paese».

Su questi argomenti Confindustria si è già messa in moto: «Abbiamo elaborato un documento inviato all'attenzione del Premier per avviare una riflessione complessiva su ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro, formazione. Vogliamo però capire, ha aggiunto il presidente di Confindustria, l'orientamento del governo sulle pensioni. «Confidiamo - ha proseguito - che si apra a breve un confronto con tutte le parti interessate».

Squinzi si ferma qui ma è evidente il disegno che sta dietro alle sue parole. I ver­tici di Confindustria, da un lato, premono, sulle pensioni flessibili per abbattere i costi e per favorire il turn over nelle
imprese; dall'altro, sono interessa­ti a spingere su un nuovo modello di contrattazione basato tenden­zialmente su un solo livello ( o na­zionale o aziendale) e in larga par­te centrato sul welfare integrativo
e sulla bilateralità.

"Di fronte ad un paese che non cresce vedo sempre più vicino quello scenario di cui mi aveva parlato un ex presidente dell'Inps, e cioè che o cresciamo del 2% all'anno o rischiamo il default dell'Inps stessa" ricorda Squinzi. "Non bastano quindi le novità arrivate finora con il Jobs act e con i decreti collegati, che comunque vanno nella giusta direzione di relazioni industriali più moderne e al passo con la competizione. Bisogna andare avanti, rivedendo le regole della contrattazione, dopo «l'importante accordo sulla rappresentanza». Analogamente bisogna affrontare il secondo pilastro previdenziale. «Noi siamo pronti con le nostre proposte - ha rimarcato Squinzi - sono convinto che si possa trovare anche rapidamente quella sintonia che permetterebbe di definire un'intesa di rilevante portata per le imprese, i lavoratori, l'intera società». Ma bisogna andare avanti; c'è bisogno della riforma dell'assistenza, delle pensioni e del welfare, della burocrazia, di una revisione della spesa pubblica, di liberare dal mercato le rendite monopolistiche.

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