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Esodati, Inps: finite le misure per gli esodati
L'istituto di previdenza dichiara che sono state certificate 97mila pensioni in regime di salvaguardia. Ma restano i problemi per i lavoratori in quarta salvaguardia e i migliaia di lavoratori esclusi dal perimetro.
Secondo l'Inps la vicenda esodati è sostanzialmente chiusa. A confermarlo sono stati ieri i vertici dell'Inps, il commissario Tiziano Treu e il direttore generale Mauro Nori, nel corso di una audizione al Senato in Commissione Lavoro. L'istituto ha comunicato di aver salvaguardato tutti i 162.130 esodati creati dalla riforma Fornero.
Kamsin Grazie a sei provvedimenti di tutela all'Inps risultano tutti tutelati i soggetti rimasti a ridosso della riforma delle pensioni in un limbo senza reddito. Secondo l'Istituto di previdenza, i vecchi numeri (si era parlato di 390.000 esodati) sono sorpassati. «Certo quella che si chiude è la fase emergenziale» ha detto Nori. Una fase che ha creato tante polemiche e battaglie di cifre. Fuori dai 162.130 ci possono essere ancora altri «casi specifici» che saranno individuati da un censimento attraverso il monitoraggio condotto dal sito della commissione senato, annunciato dalla senatrice Anna Maria Parente. Ma si tratta di numeri residuali.
Secondo l'Inps, al 27 Ottobre 2014, sono state emesse 97.267 certificazioni e sono state liquidate 56.274 pensioni. A noi di pensionioggi.it tuttavia risultano ancora diversi problemi aperti. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre ancora non sono salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013). Il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (Pd), ha tuttavia precisato che il ministero sta cercando di individuare una soluzione per la loro vicenda. Inoltre molti dei 162mila potenziali salvaguardati ancora devono ricevere conferma di salvaguardia.
Senza contare che ci sono molti lavoratori che sono rimasti fuori dal perimetro delle tutele previste dalla legge per mancanza dei requisiti. "Ribadiamo la nostra richiesta affinché nella Legge di Stabilità, attualmente all’esame del Parlamento, venga urgentemente prevista una precisa misura per salvaguardare almeno i 49.500 “esodati non salvaguardati” accertati dalla Commissione Lavoro della Camera". A ricordarlo è la Rete dei Comitati degli esodati presieduta da Francesco Flore.
Zedde
Riforma Pensioni, riammesso l'emendamento per i Quota 96 della Scuola
E' stato riammesso dalla Commissione Bilancio, dopo la bocciatura di ieri, l'emendamento per i quota 96 della scuola. Ne ha dato notizia la deputata Annalisa Pannarale (Sel).
Sono una novantina gli emendamenti alla legge di stabilità riammessi oggi dalla Commissione Bilancio. Ieri ne erano stati bocciati 1.600 su un totale di 3.800 circa tra cui c'erano diverse proposte in materia di lavoratori precoci, usuranti e quota 96 della scuola.
Kamsin La Commissione ha riammesso anche l'emendamento in favore dei Quota 96 della scuola a firma Pannarale (12.03) che ora dovrebbe andare alla votazione. Ne ha dato notizia la stessa deputata Annalisa Pannarale (SEL) dalla sua pagina facebook: "Ora avanti fino in fondo. La vostra insipienza e le vostre bugie hanno già sottratto troppi anni di dignità ai lavoratori" (in calce il testo dell'emendamento riammesso in favore dei quota 96 della scuola).
Passano anche gli emendamenti in materia di previdenza complementare e patronati, anticipo del TFR, nuovo regime dei minimi e bonus mamme, proposte che saranno quindi messe al voto della V Commissione Bilancio di Montecitorio da Lunedì. Tra le novità c'è anche la possibilità di una rateazione “semplificata” per tutti i debiti fiscali, con un tasso d'interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni (senza dover dimostrare di essere in difficoltà). La misura potrà essere applicata a più tipologie di debiti, che vanno dalle cartelle di pagamento di Equitalia, alle ingiunzioni fiscali dei comuni che riscuotono in proprio, passando per gli avvisi di accertamento esecutivo e quelli con adesione emessi dall'Agenzia delle entrate.
Zedde
EMENDAMENTO 12. 03 PANNARALE
Dopo l'articolo 12, aggiungere il seguente:
Art. 12-bis.
(Salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola).
1. All'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni».
2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2015, nel limite massimo di 4.000 soggetti e nei limiti dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 3. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche, definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. Per l'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l'anno 2015, di 105 milioni di euro per l'anno 2016, di 101 milioni di euro per l'anno 2017, di 94 milioni di euro per l'anno 2018 e di 81 milioni di euro per l'anno 2019.
Conseguentemente, all'articolo 26, comma 11, sostituire le parole: è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015 con le seguenti: è ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015».
12. 03. Pannarale, Marcon, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Melilla,
Jobs act, cresce il rischio di un voto di fiducia
E' scaduto oggi il termine per la presentazione degli emendamenti al Jobs Act. Otre 600 le proposte emendative arrivate. Bellanova: Margini per cambiare ristretti.
Jobs Act sempre più a rischio fiducia. Sono stati fatti presentati oggi in commissione alla Montecitorio oltre 600 emendamenti al disegno di legge delega in materia di riforma del lavoro. Il chè rende più difficile una rapida approvazione del testo come voluta dal governo. Il premier, infatti, punta ad ottenere un via libera in tempi brevi al progetto di riforma del mercato del lavoro, in modo da poter renderla operativa già dal prossimo 1° gennaio. Del resto, fonti vicine a Palazzo Chigi confermano che due decreti legislativi sono ormai pronti e riguardano il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (con la limitazione dell'articolo 18 in favore dei neo-assunti), e la riforma degli ammortizzatori sociali.
Kamsin Sulle barricate però la minoranza Dem che sollecita diverse modifiche al testo licenziato dal Senato. La minoranza chiede, infatti, di esplicitare il contenuto dell'ordine del giorno votato della direzione nazionale del Partito Democratico sull'individuazione dei casi più gravi, per i quali dovrà essere mantenuta la reintegra il posto di lavoro. Il governo vuole specificare tali casi solo con i decreti delegati.
Altri punti di attrito sono in materia di demansionamento, per i quali la minoranza chiede che sia attribuito un ruolo alla negoziazione con i sindacati, e ai controlli a distanza dove chiede che i controlli possano riguardare solo gli impianti e non i lavoratori.
La presentazione degli emendamenti è vista dal Governo come un tentativo di ostruzionismo e dunque, come ha indicato ieri il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, aumenta le probabilità del ricorso ad un voto di fiducia. Il Sottosegretario sottilinea, peraltro, come i tempi siano ristretti: ddl delega deve essere approvato prima della legge di stabilità, e, quindi la prossima settimana il testo dovrà andare in aula per la sua votazione".
Zedde
Oltre 600 emendamenti presentati alla Camera sul disegno di legge delega in materia di lavoro cosiddetto Jobs act. Rischi è quindi slittare l'approvazione in tempi brevi del ddl delega
Esodati, Pasticcio sui posti in 4° salvaguardia
Oltre 162 mila persone salvaguardate, più di 97 mila assegni certificati per un totale di pensioni liquidate che supera le 56 mila. Sono queste le cifre sui cosiddetti esodati riportate dall'Inps, secondo l'ultimo aggiornamento, in occasione di un incontro sul tema in Commissione Lavoro che si è tenuto oggi al Senato.
I numeri sono il risultato dell'applicazione dei sei provvedimenti di salvaguardia finora emanati, per tutelare quanti erano rimasti senza stipendio e senza pensione. L'ultimo report dell'Inps, datato 4 luglio 2014 cristallizzava a 89mila le pensioni certificate e a 56 mila quelle liquidate.
Kamsin Tutti salvaguardati fino al gennaio 2015 - Secondo l'Inps, a margine dell'intervento che si è tenuto in Senato a cui hanno partecipato il commissario Tiziano Treu e il dg Mauro Nori "tutti gli esodati sono stati salvaguardati. Sono finiti, restano soli casi specifici". Secondo l'istituto sarebbero stati tutti tutelati i soggetti rimasti senza sostegno a ridosso della riforma Fornero, "quindi fino al 6 gennaio 2015".
A noi di pensionioggi.it tuttavia non risulta così. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre risultano ancora non salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013).
Lo stesso istituto di previdenza ha indicato, infatti, che il plafond di 2500 posti riservato ai fruitori dei permessi e dei congedi per disabili si è fermato a tale data lasciando fuori chi avesse maturato un diritto a pensione successivamente. Sarebbe utile una comunicazione in favore di tali lavoratori circa il loro destino.
Zedde
Riforma Pensioni, Russo (Pd): ora un tetto per quelle piu' ricche
Il Senatore PD Francesco Russo annuncia la presentazione di un emendamento al ddl di stabilità per impedire che circa 160mila fortunati cumulino i vantaggi del sistema retributivo con quello contributivo.
"Se alla Camera nessuno presentera' un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare un tetto massimo alle pensioni d'oro, lo faro io in Senato". E' quanto ha affermato il senatore del Partito democratico Francesco Russo. "Mi sono arrivate molte segnalazioni relative al famoso comma che cancellerebbe il tetto alle pensioni d'oro - scrive sulla sua pagina Facebook l'esponente Pd -.
Kamsin Sto facendo delle verifiche. Ma come ho gia' scritto privatamente ad alcuni di voi se nessuno lo fara' prima alla Camera presentero' io al Senato un emendamento alla legge di stabilita' per ripristinare quelle famose quattro righe cancellate. Innanzitutto per riparare a una stortura inaccettabile". "E anche per lanciare un messaggio chiaro a chi 'ci prova sempre' - conclude Russo - il tempo dei trucchetti, delle furberie e dei sotterfugi alle spalle del Paese deve finire. Per sempre.
La vicenda è stata rilanciata ieri da un articolo di Gian Antonio Stella dalle pagine del Corriere della Sera che sta avendo una grande eco nella stampa nazionale. Il problema è noto. Infatti tra i lavoratori che sono passati al calcolo contributivo dal 2012, alcuni con retribuzioni molto elevate, possono percepire assegni più elevati, poiché cumulano i benefici di una larga quota della pensione calcolata con il retributivo ed una particolare agevolazione connessa con il contributivo che non è soggetto ad un limite sui contributi.
In tal modo, la quota contributiva accresce una pensione già caratterizzata da un alto tasso di sostituzione grazie al sistema retributivo. La "stortura" era stata segnalata dall'Inps al momento dell'introduzione della Riforma Fornero del 2011 ma, come sottolinea Gian Antonio Stella, il legislatore dell'epoca non intervenne stralciando la correzione suggerita dall'istituto di previdenza.
Oltre a generare una certa ingiustizia sociale la misura comporta anche effetti negativi per le Casse dello Stato. Ricorda Stella infatti che "secondo una tabella riservata fornita al governo dai vertici dell’Istituto di previdenza, infatti, 160 mila persone circa potranno godere sia dei vantaggi del vecchio sistema retributivo sia di quelli del «nuovo» sistema contributivo. E tutto ciò, se non sarà immediatamente ripristinata quella clausola di salvaguardia - continua Stella -, causerà un buco supplementare nelle pubbliche casse di 2 milioni quest’anno, 11 l’anno prossimo, 44 fra due anni, 93 fra quattro e così via. Fino a una voragine fra nove anni di 493 milioni di euro. Per un totale complessivo, di oltre due miliardi e mezzo da qui al 2024".
Effettivamente quei denari potrebbero essere destinati in favore di altre misure piu' urgenti nel comparto previdenza, un capitolo che fa acqua da tutte le parti.
Zedde
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Pensioni, La Cgil proclama lo sciopero generale di otto ore per il 5 dicembre
La Cigl annuncia lo sciopero generale per il prossimo 5 Dicembre contro le misure contenute nel Jobs Act e la legge di stabilità. Richiesta anche l'apertura di un tavolo di confronto sulle pensioni.
La Cgil ha proclamato per il 5 dicembre uno sciopero generale di otto ore, con manifestazioni a livello territoriale, contro la legge di Stabilita' e il Jobs Act. Lo ha annunciato il segretario del sindacato, Susanna Camusso, che ha rivolto la proposta anche a Cisl e Uil, nella speranza di garantire una loro partecipazione alla mobilitazione generale.
Kamsin "La proposta parte dalle richieste venute dalle piazze del 25 ottobre e dell'8 novembre e dalla volonta' di salvaguardare tutti i punti delle iniziative unitarie in atto, a partire dalla decisione dello sciopero della scuola e del pubblico impiego", ha dichiarato Camusso. La scelta del 5 dicembre, ha spiegato, risponde all'esigenza di raccogliere la mobilitazione unitaria gia' decisa dai sindacati della scuola e dalla volonta' di proseguire la protesta espressa dai lavoratori pubblici con la manifestazione di sabato a Roma. La convocazione da parte del ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, per il 17 novembre, non cambia la situazione dal momento che secondo il leader della Cgil il Governo non ha intenzione di cambiare in modo strutturale la Legge di Stabilita'.
Governo Convoca le Parti Sociali per il 17 Novembre
Ad ogni modo le Organizzazioni sindacali sono state convocate a Palazzo Chigi dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione per lunedì 17 novembre, alle ore 19. All’ordine del giorno, gli interventi riguardanti la Pubblica Amministrazione. Sul tavolo ci sarà l'avvio di un confronto sulle questioni aperte dell’occupazione, del fisco, dei contratti, delle pensioni.
Zedde
Inps: sale la cassa integrazione ad ottobre: +19,3%
Nello scorso mese di ottobre, il numero di ore di cassa integrazione guadagni complessivamente autorizzate e' stato di 118,2 milioni, con un aumento del 19,3% rispetto allo stesso mese del 2013, quando le ore autorizzate sono state 99,1 milioni.
I dati destagionalizzati evidenziano - rispetto a settembre scorso - una variazione congiunturale pari al +22,4% per il totale degli interventi di cassa integrazione. E' quanto ha comunicato l'Inps. Le ore di cassa integrazione ordinaria (Cigo) autorizzate a ottobre 2014 sono state 20 milioni, contro i 33,7 milioni di ore autorizzate nel mese di ottobre 2013, con una diminuzione tendenziale pari al -40,7%. In particolare, la variazione tendenziale e' stata pari al -45,1% nel settore Industria e al -21% nel settore Edilizia.
Kamsin Le variazioni congiunturali calcolate sui dati destagionalizzati registrano nel mese di ottobre 2014, rispetto al mese precedente, un lieve incremento, pari al +1,2%. Lo comunica l'Inps. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (Cigs), il numero di ore autorizzate a ottobre 2014 e' stato di 65,4 milioni, con un incremento pari al +27,1% rispetto a ottobre 2013, quando le ore autorizzate sono state 51,5 milioni. Rispetto a settembre 2014 si registra una variazione congiunturale, calcolata sui dati destagionalizzati, del +22,2%.
Infine, gli interventi in deroga (Cigd) - che risentono dei fermi amministrativi per carenza di stanziamenti - sono stati pari a 32,8 milioni di ore autorizzate a ottobre 2014, con un aumento del +136,4% se raffrontati con ottobre 2013, mese nel quale sono state autorizzate 13,9 milioni di ore. La destagionalizzazione dei dati, in questo caso, mostra una variazione congiunturale pari al +40,1% nel mese di ottobre 2014 rispetto al precedente mese di settembre. Passando all'analisi dei dati relativi alla disoccupazione involontaria, l'Inps ricorda che dal 1° gennaio 2013 sono entrate in vigore le nuove prestazioni ASpI e mini ASpI.
Pertanto, le domande che si riferiscono a licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012 continuano ad essere classificate come disoccupazione ordinaria, mentre per quelli avvenuti dopo il 31 dicembre 2012 le domande sono classificate come ASpI e mini ASpI. I dati specifici dicono che per settembre 2014 sono state presentate 131.562 domande di ASpI, 79.637 domande di mini ASpI, 435 domande tra disoccupazione ordinaria e speciale edile e 11.426 domande di mobilita', per un totale di 223.060 domande, il -2,3% rispetto alle 228.273 domande presentate nel mese di settembre 2013.
Zedde
Pensioni, l'Inps congela la svalutazione per il 2015. Ecco chi rischia
L'Inps chiede un parere ai ministeri vigilanti sulla possibilità di sterilizzare la svalutazione dei montanti contributivi. La misura tuttavia necessiterà di adeguate coperture.
L'Inps non applicherà alcuna svalutazione dei montanti contributivi accumulati dai lavoratori che andranno in pensione l'anno prossimo "salvo contrario avviso dei ministeri vigilanti". E' quanto si legge nella lettera di chiarimenti che l'Istituto di previdenza pubblica ha inviato ieri al Ministero del Lavoro e a quello dell'Economia. Oggetto della lettera è se procedere o meno all'applicazione di un tasso di capitalizzazione per la prima volta negativo (-0,9127%) effetto della lunga crisi che ha colpito il Pil italiano.
Kamsin Per le pensioni in liquidazione il prossimo anno pertanto, l'istituto non procederà ad alcuna rivalutazione dei contributi accreditati limintadosi a considerare il valore nominale dei contributi accreditati. Se non ci saranno comunicazioni contrarie da parte dei Ministeri Vigilanti gli assegni dei futuri pensionati saranno, dunque, al sicuro da una svalutazione che avrebbe fatto perdere 20 euro per ogni 10mila euro di montante maturato.
Nessun effetto per chi è già pensionato o cessa entro fine anno - In base al meccanismo di calcolo contributivo introdotto nel 1995 dalla riforma Dini, infatti, il montante contributivo viene annualmente rivalutato in base all'andamento della crescita nominale degli ultimi 5 anni. Per la prima volta dopo 18 anni, il parametro (pari a -0,1927%) è finito in territorio negativo e dunque, in teoria, per coloro che andranno in pensione nel prossimo anno, ci sarà un assegno più leggero.
La svalutazione del montante, riguarderebbe, pertanto, i contributi che devono essere valorizzati con il sistema contributivo e solo dai lavoratori che saranno collocati in pensione dal prossimo 1° gennaio 2015 (e probabilmente negli anni successivi se il tasso di capitalizzazione non tornerà in territorio positivo). Nessun effetto per chi, invece, è già pensionato o cessa dal servizio quest'anno: la riforma del 1995 ha previsto che nell'anno di cessazione la rivalutazione montante sia per legge pari ad 1 e quindi l'accumulo dei contributi versati nell'ultimo anno di lavoro, dato dalla somma dei contributi dei lavoratori lavoro, non subisce alcuna rivalutazione nè svalutazione.
L'indice negativo dovrebbe quindi applicarsi, nel 2015, sulle quote di contributi versati, cioè il cosiddetto montante, presenti sul conto assicurativo al 31 dicembre 2013. Per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 1995, perdita sarà più contenuta, in quanto, nei loro confronti, il sistema di calcolo contributivo si applica pro rata solo dal 1° gennaio 2012. Invece coloro che erano nel sistema misto l'incidenza del calcolo sarà più intensa in quanto costoro si ritrovano la pensione calcolata in buona parte con il sistema contributivo.
La parola adesso passa il Ministero del Lavoro a quello dell'economia, che ieri si sono riuniti per esaminare il dossier prodotto dell'Inps. Già nei giorni scorsi tuttavia la Ragioneria dello Stato aveva segnalato che la mancata svalutazione dei montanti contributivi comporterà un problema di coperture finanziarie.
Zedde
La Local Tax riceve il primo ok dagli Enti Locali
La tassa locale passa il primo esame tra Governo ed Enti Locali. Ritmi serrati per la sua introduzione dal prossimo anno. Previsto il ritorno ad aliquote standard e detrazioni fisse sull'abitazione principale.
Il clima è positivo - ha spiegato all'uscita il presidente dell'Anci Piero Fassino - e ora si tratta di approfondire i dettagli tecnici, ma l'obiettivo comune è di arrivare ad una local tax condivisa da applicare dal 2015". Continua dunque a ritmi serrati in confronto tra Governo ed enti locali per la nuova local tax, l'imposta che vedrà la luce l'anno prossimo dalla riunione di Imu, Tasi ed altre imposte minori.
Kamsin Il progetto illustrato ai sindaci dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio e dal Sottosegretario all'Economia Baretta, poggia su tre pilastri fondamentali. Da un lato il trasferimento ai Comuni anche il gettito dell’Imu sui capannoni, alberghi e centri commerciali eliminando la loro compartecipazione all’Irpef che sarà statalizzata.
In secondo luogo la nuova imposta avrà aliquote piu' elevate della Tasi. Per gli immobili diversi dall’abitazione principale il nuovo prelievo risulterebbe dalla somma delle attuali aliquote Imu e Tasi (il cui tetto complessivo è al 10,6 per mille ma incrementabile di un ulteriore 0,8 per mille). Per le prime case invece l’ipotesi più probabile è il ripristino della detrazione standard già prevista per l’Imu (200 euro più 50 per ciascun figlio convivente con meno di 26 anni) che però potrebbe essere accompagnata da altre forme di sgravio affidate ai Comuni e basate comunque sull’indicatore Isee. La conseguente riduzione del prelievo sulle case di più basso valore catastale (fino all’azzeramento) sarà compensata da un innalzamento dell’aliquota standard, che arriverebbe ad un valore intermedio tra il 3,3 per mille (massimo) applicato quest’anno e il 4 per mille dell’Imu 2012.
Il terzo fattore è dato dall'assorbimento dei tributi minori, come la tassa di occupazione del suolo pubblico, l'imposta sulle affissioni, quella sui passi carrabili. Resterà fuori, almeno per ora, la Tari, la tassa sui rifiuti, dato che le modalità di calcolo sono diverse (per questa imposta non si prende, infatti, in considerazione la rendita catastale dell'immobile), e il Governo ha intenzione di agganciare l'imposta alla quantità di rifiuti prodotti con tempi più lunghi di studio.
Zedde
Riforma Pensioni, ecco le aperture del Governo
Scontro tra Pd e Governo sul prelievo fiscale da applicare ai lavoratori che scelgono l'anticipo del TFR in busta paga. Possibile una revisione del prelievo sulla previdenza complementare. Stop per i quota 96 e i precoci.
La Commissione Bilancio di Montecitorio continuerà oggi e domani l'esame degli emendamenti al ddl di stabilità. Già ieri sono saltati oltre 1500 richieste di modifica anche se oggi, con l'esame dei ricorsi si potrebbe aprire la strada per un ripescaggio di alcune proposte. L'obiettivo resta comunque quello di arrivare ad un pacchetto di circa 500 emendamenti su cui concentrare gli sforzi, sulla base anche delle aperture dell'esecutivo formulate nei giorni scorsi. A saltare sono state tutte le proposte estranee per materia alla legge di stabilità e quelle che introducevano nuove o maggiori spese o minori entrate.
Kamsin I temi su cui si lavorerà saranno quelli più gettonati con gli emendamenti (Tfr in busta paga, tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, bonus mamme, deducibilità Imu degli immobili produttivi, patronati, minimi per gli autonomi). Mentre sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti previsti per i quota 96 della scuola e i lavoratori precoci, temi sui quali Sel e Movimento Cinque Stelle avevano proposto decine di proposte emendative. Su questa vicenda l'ultima parola spetterà tuttavia all'esecutivo. La mancanza di copertura ha fatto scattare la scure anche sulla proposta di Maino Marchi e Marco Causi, entrambi del Pd, di riportare l’anticipo del Tfr ad una tassazione «separata», non cumulabile con gli altri imponibili.
In realtà un ragionamento sulla tassazione del trattamento di fine rapporto il governo non sembra disposto a farlo, mentre sulle aliquote dei fondi pensione si potrebbe scendere dal 20% al 15%, purché le mancate entrate siano compensate con altro gettito. Possibile anche la revisione del taglio ai patronati sui quali ieri il Premier, nell'intervista rilasciata a Porta a Porta, si è reso disponibile a rivedere la misura; e la proroga del prelievo agevolato sui rendimenti delle Casse Professionali (al 20%).
Tecnicamente l’esecutivo non è contrario neanche ad una possibile revisione del tetto di reddito al bonus mamme, fissato nel testo governativo a 90.000 euro. Gli emendamenti per un abbassamento sono decine ma le risorse liberate, spiegano alcune fonti governative, dovrebbero comunque essere destinate a servizi per l'infanzia, come gli asili nido. Allo stesso modo non pare accantonata l'idea di aumentare la deducibilità Imu degli immobili di impresa, anche se ogni aumento di un punto (oggi è al 20%) comporta un aggravio di 20 milioni.
Zedde