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Nelle ultime modifiche alla legge di stabilità il governo introduce uno sgravio quinquennale in favore delle imprese che producono redditi da brevetti o da investimenti legati alla ricerca.

Kamsin Dopo le ultime modifiche alla legge di stabilità il governo conferma il credito d'imposta quinquennale per investimenti e assunzioni legati alla ricerca. Si tratta del cosiddetto "patent box" sui brevetti o altri beni immateriali che ha l'obiettivo di incentivare l'attrazione di investimenti e l'innovazione estera (soprattutto da parte da multinazionali) nel Belpaese.

Le imprese potranno optare per un regime speciale quinquennale relativamente ai redditi derivanti dall'utilizzo di opere dell'ingegno, da brevetti industriali, da marchi d'impresa funzionalmente equivalenti ai brevetti, nonché da processi, formule e informazioni relative a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.

Le imprese beneficeranno dell'esclusione di tali redditi dal reddito complessivo per il 30 per cento per il primo periodo d'imposta il 2015, asticella che sale al 40 per cento nel 2016 e al 50 per cento nei successivi 3 esercizi.

Da quanto si apprende (la misura dovrà essere confermata nel testo ufficiale) l'attivazione dell'agevolazione non sarà tuttavia automatica in quanto l'impresa dovrà stipulare un accordo di ruling internazionale con l'amministrazione fiscale.

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In un'intervista al Corriere della Sera, il Commissario Straordinario dell'Inps ricorda che "in Parlamento ci sono diverse proposte che il Governo ha scartato perché costose".

Kamsin Il commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, auspica l'introduzione di "qualche elemento di flessibilita' sull'eta' pensionabile". In un'intervista al Corriere della Sera, Treu ricorda che "in Parlamento ci sono diverse proposte. Il Governo le ha scartate perché costose. E' stata invece istruita quella dell'ex ministro Enrico Giovannini dell'anticipo di una minipensione che potrebbe essere richiesta dai lavoratori cui manchino 3 anni al raggiungimento dei requisiti di pensionamento e che poi verrebbe restituita in piccolissime rate sull'importo della pensione normale. Lo stesso Poletti e' favorevole e anche se questa proposta non e' entrata nella legge di stabilita' credo che debba essere recuperata nei prossimi mesi. Non costa molto e sarebbe utile, anche sul fronte dei potenziali esodati".

Sulla nuova governance dell'Inps "ci sono diversi progetti di legge alla Camera e al Senato - prosegue - decidera' il Governo. Io sarei per un consiglio di amministrazione snello, preferibilmente di tre membri, tecnici e non politici, e per un consiglio di indirizzo e vigilanza ridotto e senza possibilita' di interferire nella gestione. La riforma va fatta presto, auspicabilmente entro i nove mesi del mandato commissariale".

Sul Tfr in busta paga, il commissario dell'Inps aggiunge: "Ci sono dei pro e dei contro. In questa fase c'e' la necessita' di rimettere in circolo dei soldi, soprattutto per i redditi piu' bassi. E in questo senso il Tfr in busta paga aiuta. Ma e' vero che puo' venirne un danno al finanziamento della previdenza integrativa. Il Governo, pero', ha concepito la misura come sperimentale, fino al 2018. Quindi vediamo come va e poi si decidera'. Treu ha inoltre confermato che avanzerà sul progetto "busta arancione" in modo da consentire a ciascun lavoratore di visualizzare quanto percepirà di pensione.

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La norma potrebbe scattare dal primo gennaio 2015. Protestano le associazioni dei pensionati, i sindacati e le associazioni dei consumatori che chiedono il dietro-front del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Kamsin I sindacati dei pensionati giudicano inaccettabile la norma inserita nella bozza di legge di stabilità che prevede l'unificazione del pagamento di tutte le prestazioni previdenziali ed invalidità al 10 del mese. La misura, prevista nell'articolo 26 del disegno di legge, dovrebbe consentire allo stato, dal 1° Gennaio 2015, il risparmio delle commissioni bancarie dovute dalle diverse scadenze nell'accredito delle prestazioni previdenziali, ma per milioni di pensionati la misura in concreto significherebbe lo spostamento dal primo del mese al 10 di ogni mese, con un vuoto economico di 10 giorni.

Si tratta - dicono i segretari generali, di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, Carla Cantone, Giggi Bonfanti e Romano Bellissima - di «un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani». «Il governo - affermano i tre segretari - non ha previsto per loro alcun tipo di aiuto e di sostegno ma ha pensato come complicargli ulteriormente la vita. È semplicemente inaccettabile. Ci domandiamo cosa abbiano fatto di male i pensionati e gli anziani per essere trattati così».

Contrario al posticipo dei pagamenti delle pensioni anche il Codacons: «Se il provvedimento otterrà il via libera, il danno per i pensionati sarà enorme, così come i disagi per gli anziani - denuncia il presidente Carlo Rienzi - Sulla data di pagamento all’1 del mese si basano infatti numerose scadenze in capo ai pensionati, come rate di affitti, mutui, debiti, finanziamenti, oppure abbonamenti e altre scadenze. Ma anche in assenza di tali impegni finanziari, il posticipo dei pagamenti - considerato soprattutto che in Italia vi sono 2,1 milioni di pensionati che ricevono un assegno di importo al di sotto dei 500 euro, cifra inferiore alla soglia di povertà relativa fissata dall’ Istat - creerà un gap che oltre a produrre evidenti disagi potrebbe mettere in seria crisi la liquidità di migliaia di anziani, con conti bancari in rosso e pagamenti di commissioni in favore delle banche».

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La legge di stabilità prevede lo sconto Irap solo sui contratti a tempo indeterminato. Non ci saranno vantaggi fiscali per chi si avvale di collaboratori o lavoratori a tempo determinato. Ripristinata l'aliquota del 3,9% sulle imprese commerciali ed industriali.

Kamsin Limitatamente ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, il costo del lavoro sostenuto dalle imprese, per la parte che eccede quanto già oggi deducibile, viene portato in diminuzione della base imponibile. E' quanto prevede l'articolo 5 della bozza del disegno di legge di stabilità presentato lo scorso mercoledì dal Governo. 

In altri termini dal prossimo esercizio, chi ha alle proprie dipendenze soltanto lavoratori con contratti a tempo indeterminato potrà dedurre integralmente il costo sostenuto, con l'imposta regionale che, per tale importo, viene ad azzerarsi.

Con la misura il Governo intende garantire una riduzione della pressione fiscale per le imprese 6,5 miliardi di euro con effetto di cassa immediato per lo Stato pari a 5 miliardi di euro. Una misura che va a tutto vantaggio del sistema produttivo alleggerendo il carico fiscale che oggi grava sulle imprese. Del resto rendere integralmente deducibile la componente lavoro dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive significa ridurla del 50 per cento. E quindi secondo recenti stime del Ministero dell'Economia e delle Finanze per le imprese ci sarebbero risparmi oscillanti tra il 7 e il 9 per cento per le microimprese fino a 5 dipendenti, di circa il 30-35 per cento per le imprese più piccole, e tra il 55-60 per cento per le imprese medio-grandi.

Attenzione però. Il disegno di legge non prevede alcuno sconto per le spese sostenute per i dipendenti a tempo determinato, e per i lavoratori parasubordinati (come ad esempio i co.co.co gli amministratori della società): il costo della loro manodopera resterà indeducibile e soggetto pertanto ad IRAP.

Nel disegno di legge viene inoltre stralciata la norma (contenuta nell'articolo 1 del Dl 66/2014) che aveva previsto un taglio del 10 per cento sulle aliquote IRAP. Le imprese industriali e commerciali applicheranno dunque l'Irap secondo la precedente misura del 3,9 per cento con una forte penalizzazione per chi, non avendo dipendenti, ha molti oneri finanziari. 

La legge di stabilità riscrive anche la normativa che interessa la deduzione dall'imponibile Ires dell'Irap pagata sull'imponibile generato dal costo del personale. Viene indicato che il conteggio dell'Irap da portare in deduzione sul reddito si effettua al netto della nuova deduzione integrale del costo dei dipendenti a tempo indeterminato.

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Il credito d'imposta sarà riconosciuto fino a un massimo annuo di 5 milioni di euro per ciascun beneficiario, a condizione che siano sostenute spese per attività di ricerca e sviluppo pari ad almeno 30.000 euro.

Kamsin Nella legge di stabilità discussa la settimana scorsa nel Consiglio dei Ministri entra anche il pacchetto degli sconti sulla ricerca. Il bonus d'imposta per gli incrementi di investimenti in ricerca effettuati dalle aziende sarà del 25% (livello standard) e, qualora si tratti di spese per l'impiego di personale altamente qualificato o si attivino contratti di R&S con enti di ricerca ed università, il bonus passa al 50%.

Secondo quanto previsto dall'articolo 7 del disegno di legge (ancora in bozza) ne potranno fruire tutte le imprese, senza alcun vincolo di fatturato, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, e dal regime contabile adottato. Sparisce quindi il vincolo, attualmente previsto con la legge 145/2013, che riserva il bonus alle sole aziende con fatturato annuo inferiore a 500 mila euro.

Nello specifico la norma proposta dal governo riconoscerà un credito d'imposta per il 25% degli incrementi annuali di spesa nel settore Ricerca e Sviluppo, registrati in ciascuno dei periodi d'imposta di applicazione dell'incentivo, rispetto alla media realizzata nel triennio antecedente al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2015. Il bonus potrà riguardare gli investimenti effettuati sino all'esercizio contabile che si chiude al 31 dicembre 2019.

Per accedere all'incentivo le imprese dovranno realizzare un investimento minimo annuale in attività di R&S pari ad almeno 30mila euro. Il massimo credito d'imposta conseguibile da ciascun beneficiario sarà pari a 5 milioni di euro annui. 

Le spese ammissibili sono: a) personale altamente qualificato impiegato in attività di ricerca e sviluppo (come ad esempio dottori di ricerca con laurea magistrale in discipline tecniche);  b) quote di ammortamento delle spese di acquisto o utilizzo per strumenti e attrezzature di laboratorio, in relazione alla misure al periodo di utilizzo per l'attività di ricerca e sviluppo e con costo unitario non inferiore a 2mila euro; c) contratti di ricerca stipulati con università e organismi di ricerca; d) spese per competenze tecniche e privative industriali specifiche. Per le voci a) e c), indica la norma, il bonus è riconosciuto nella misura del 50 per cento delle spese medesime.

La vigilanza sul corretto utilizzo dell'incentivo fiscale sarà a carico dell'Agenzia delle Entrate. Le spese di ricerca dovranno essere rendicontate e supportate da idonea documentazione contabile certificata dal soggetto incaricato alla revisione legale o dal collegio sindacale o da un professionista iscritto nel registro della revisione legale dei conti. La certificazione di tali spese dovrà essere allegata al bilancio sociale.

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