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La Legge di stabilità introduce una decontribuzione triennale nei limiti di 6200 euro l'anno per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel 2015.

Kamsin "Al fine di promuovere forme di occupazione stabile ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, e con riferimento alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato decorrenti dal primo gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015 viene riconosciuto, per un periodo massimo di 36 mesi, l'esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro entro un massimo di 6.200 euro annui". È quanto prevede l'articolo 12 della bozza del disegno di legge di stabilità.

Si comincia a delineare dunque l'intervento del Governo sugli sgravi contributivi annunciati nelle scorse settimane per le assunzioni a tempo indeterminato. Gli sgravi saranno riconosciuti in favore dei datori che attiveranno il nuovo contratto (a tempo indeterminato) a tutele crescenti (che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno). Con una particolarità: i datori di lavoro che assumeranno potranno contare su uno sgravio contributivo sugli oneri previdenziali fino a 3 anni per un massimo di 6.200 euro all'anno.

La norma precisa anche le varie condizioni. Sono prima di tutto esclusi dai benefici i contratti di apprendistato e i contratti di lavoro domestico; il vantaggio inoltre non si estende alla contribuzione e agli oneri INAIL che pertanto dovranno continuare ad essere versati dai datori di lavoro durante il periodo agevolato.

Il beneficio poi spetta solo per i contratti attivati dal 2015 e pertanto non potrà essere esteso nei confronti di coloro che hanno già in essere un contratto a tempo indeterminato con lo stesso datore (o con l'interposta persona comprese le società collegate e controllate dal medesimo soggetto ex articolo 2359 del codice civile) nei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore della legge di stabilità.

La facilitazione si rivolge poi solo per i nuovi assunti e, pertanto, non spetta ai lavoratori che nei sei mesi precedenti siano stati occupati presso un qualsiasi datore di lavoro con un rapporto a tempo indeterminato; naturalmente l'agevolazione non potrà essere concessa due volte per lo stesso lavoratore. 

Da sottolineare anche che per il finanziamento dell'incentivo sono previsti tre miliardi complessivi, uno per ciascuno dei tre anni 2015-2016-2017. Pertanto in caso di massima fruizione della quota annua, pari a 6.200 euro, potranno essere agevolate poco più di 160 mila assunzioni. Da ultimo è utile rilevare che, contestualmente all'entrata in vigore delle incentivo, verranno meno le agevolazioni previste dalla legge 407/1990 e quelle relative all'apprendistato.

Zedde

 

Critiche da parte dell'ex Ministro del Lavoro Pd Cesare Damiano alla stangata prevista dalla legge di stabilità sulla previdenza complementare. La Sinistra Pd: "ci saranno emendamenti in Parlamento".

Kamsin E' duro il commento del Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano: "Per quanto riguarda il Trattamento di Fine Rapporto in busta paga non abbiamo alcun pregiudizio sul suo utilizzo volontario: non vorremmo che a questa scelta si accompagnasse pero’ l’aumento della tassazione per i Fondi di previdenza complementare".

Si parla di una tassazione che passerebbe dall’attuale 11,5% al 20%. Se cosi’ fosse - sostiene Damiano - sarebbe la fine della previdenza integrativa, quella stessa che dovrebbe consentire soprattutto alle giovani generazioni di aggiungere alla pensione pubblica una pensione di natura privata. Infine, l’eventuale opzione da parte del lavoratore di inserire in busta paga il TFR sarebbe fortemente disincentivata se ad essa si applicasse la tassazione ordinaria. Aspettiamo di vedere i testi” ha concluso Damiano. 

Voci critiche sulla mancata soluzione delle promesse fatte dal governo in materia previdenziale si elevano da piu' parti anche nel mondo politico e sindacale. "Sconcertante l'assenza dell'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati" è il giudizio del sindacato pensionati italiani della Cgil; il dissenso si eleva anche dalla sinistra PD che promette la presentazione di un emendamento al disegno di legge di stabilità "quando verrà presentato in Parlamento" per superare le penalizzazioni attualmente previste per i lavoratori precoci sino 2017.

Zedde

Il Governo conferma la proroga sino al 31 Dicembre 2015 del blocco economico della contrattazione dei salari nel pubblico impiego e il blocco degli automatismi stipendiali per il personale non contrattualizzato.

Kamsin La legge di stabilità per il 2015 conferma il blocco della contrattazione dei salari per i dipendenti pubblici. In attesa del testo definitivo del disegno di legge che sarà presentato ufficialmente nelle prossime settimane in Parlamento la bozza attualmente disponibile prevede una stima di minor spesa per il prossimo anno oscillante tra i 2,1 e 2, 5 miliardi di euro.

E' stato quindi sostanzialmente rispettato quanto indicato dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia nelle scorse settimane: sino al 31 dicembre del prossimo anno, viene prorogato lo stop alla possibilità di recupero della parte economica del contratto in occasione del rinnovo dei contratti collettivi, nonchè la possibilità di progressioni verticali o orizzontali. Il blocco riguarderà anche l'indennità di vacanza contrattuale che non sarà più recuperata e i vari automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato.

Unica eccezione è stata confermata per polizia e forze armate per le quali arriva il promesso sblocco economico degli scatti di carriera a partire dal prossimo gennaio, un'apertura che dovrebbe essere estesa anche alle magistrature e all' Avvocatura dello Stato.

Ci sarà anche un dimagrimento degli stipendi dei componenti degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri, come ad esempio i capi gabinetto,  e consiglieri legislativi. La legge di stabilità estende infatti a tali soggetti il limite massimo stipendiale di 240mila euro ancorandolo al trattamento economico attualmente previsto in favore del primo presidente della Corte di Cassazione.

Zedde

 

Una norma contenuta nella bozza della legge di stabilità prevede che l'Inps metterà in pagamento le pensioni il 10 di ciascun mese per uniformare e razionalizzare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali.

Kamsin Potrebbero cambiare le date di accredito dei trattamenti previdenziali. L'articolo 26 della bozza del disegno di legge di stabilità 2015 prevede che, dal prossimo 1° gennaio 2015, al fine di razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall'Inps, assegni e prestazioni previdenziali nonchè l'indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, "sono poste in pagamento il 10 di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o non bancabile" con unica soluzione nei confronti dei beneficiari di più trattamenti, se non sono presenti cause ostative.

Attualmente, com'è noto, l'istituto eroga le prestazioni in giorni differenti a seconda delle gestioni in cui viene liquidato il trattamento. Con l'unificazione delle date di pagamento l'Inps punta ad ottenere un risparmio nelle commissioni bancarie.

Un'altra novità riguarda l'obbligo di comunicare il decesso del pensionato all'Inps da parte del medico necroscopo attraverso il sistema telematico già presente per la comunicazione dello stato di malattia.
Il certificato di accertato decesso dovrà essere trasmesso dal medico entro 48 ore dall'evento con lo scopo di ridurre i casi di indebita erogazione.

Con il provvedimento inoltre il governo provvede alla cancellazione delle prestazioni accessorie erogate dall'Inps per le cure termali.

Zedde

 

La rete dei comitati degli esodati esprime sgomento per la mancanza di misure idonee ad affrontare in maniera strutturale il dramma degli esodati non salvaguardati nella legge di stabilità. Serve una "modifica tempestiva che comporti finalmente un provvedimento per il riconoscimento del diritto alla pensione".

Kamsin "Con estremo disappunto, profonda delusione e vivo sgomento e rabbia prendiamo atto che nella proposta di Legge di Stabilità 2015 non è stato inserito alcun provvedimento per la soluzione strutturale del dramma degli “esodati non salvaguardati”. E' quanto si legge in un comunicato diffuso ieri dalla rete dei Comitati degli Esodati italiani presieduta da Francesco Flore.

Il Governo aveva infatti piu' volte indicato, per voce del ministro Giuliano Poletti, la disponibilità ad introdurre correttivi strutturali - già con la legge di stabilità - per consentire un anticipo dell'età pensionabile in favore di quei lavoratori che non sono rientrati tra i beneficiari dei sei provvedimenti di salvaguardia sino ad oggi approvati. "Un dramma che riguarda il presente ed il futuro di oltre 200.000 cittadini italiani e famiglie, a cui è stato derubato il diritto alla pensione" ricorda il Comitato Esodati.

La delusione è accresciuta anche dal fatto che nei mesi scorsi i portavoce della Rete dei Comitati hanno incontrato, in diverse occasioni istituzionali, il Ministro Poletti, il Sottosegretario Baretta oltre al vertice della segreteria del PD e numerosi parlamentari di tutto l’arco costituzionale. In tali incontri sono state esposte dettagliatamente sulla base dei contenuti del Dossier predisposto dalla stessa “Rete”, le problematiche irrisolte del dramma degli “esodati”, scoppiato all'indomani dell'approvazione della riforma Fornero.

Tutti gli interlocutori - si legge nel comunicato - hanno riconosciuto che la manovra sulle pensioni, perpetrata a dicembre 2011 dal Governo Monti-Fornero, abbia provocato danni nefasti a 390.200 famiglie italiane (unico dato ufficiale dell’INPS fino ad oggi disponibile), condannandole ad un presente incerto e a un sicuro futuro di indigenza. Da questo numero vanno sottratti i 170.230 lavoratori che sono stati tutelati ( o che lo saranno a breve) con i provvedimenti di salvaguardia ad oggi approvati. Restano pertanto circa 220mila lavoratori ancora esclusi dalle tutele.

La rete dei Comitati chiede dunque che il governo dia prova di serietà e affidabilità, rispettando e dando attuazione concreta ai loro impegni con una modifica tempestiva della proposta di Legge di Stabilità che comporti finalmente un provvedimento per il riconoscimento del diritto alla pensione, e  alla sopravvivenza  dei 220.000 lavoratori rimasti fuori dalle tutele.

La modifica, chiesta dal Comitato, deve andare nel senso di riconoscere l'estensione delle tutele per tutti coloro che, quando la manovra del 2011 è stata varata, erano già privi di occupazione  (perché esodati, contributori volontari, mobilitati, licenziati, ecc.) o avevano sottoscritto accordi che li avrebbero resi tali e si trovavano nella condizione anagrafica e contributiva per conseguire il pensionamento in un transitorio di tempo ragionevole quale è il periodo 2012-2018. 

Zedde

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