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- Roma, 18 set. - "Ma che Cav del c... I giornalisti continuano a fare riferimento al noto pregiudicato con il titolo onorifico di Cavaliere. E' un'offesa agli italiani. In cosa consiste il fatto di essere Cavaliere?". Attacco durissimo di Beppe Grillo a Silvio Berlusconi in un post dal titolo inequivocabile '#CavalierDelC...'. "Istituito con la legge 3 marzo 1951, n. 178 (G.U. n. 73 del 30 marzo 1951) - spiega Grillo - e' il primo fra gli Ordini nazionali ed e' destinato a "ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attivita' svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonche' per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari". Il presidente della Repubblica e' Capo dell'Ordine, retto da un Consiglio composto da un Cancelliere e sedici membri". "Per pudore - sostiene il leader M5S - il titolo gli va revocato. L'ultimo degli italiani onesti, l'ultimo barbone, lo merita piu' di lui. Se proprio insiste chiamiamolo allora Cavalier Pregiudicato e si tolga dalle balle insieme a Renzie, il suo ronzino preferito". Grillo riporta quindi un intervento del deputato M5S Camera Danilo Toninelli "a cui segui' - lamenta - una inascoltata interrogazione parlamentare". .
- Roma, 18 set. - Nuova fumata nera alla Camera per l'elezione dei giudici costituzionali. Mentre e' ancora in corso lo scrutinio ufficiale, fonti parlamentari 'quotano' a 542 i voti per Luciano Violante e 527 per Donato Bruno. Mentre e' dalla Capigruppo di Montecitorio, ancora in corso, che emerge l'orientamento di tornare al voto martedi' prossimo. .

- Roma, 18 set. - "Noi in questa combine non c'entriamo". 'Combine', all'inglese. 'Biscotto', se preferite l'italiano. Insomma, una partita truccata. Beppe Grillo liquida cosi' la questione Consulta-Csm e dal suo blog lancia due messaggi: una critica, l'ennesima, a Giorgio Napolitano, e la conferma che di fronte al ticket Violante-Bruno "M5S questi non li vota". "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani", e' il segnale che arriva da Grillo. "Il Capo dello Stato si pone alcuni 'gravi interrogativi' che evidentemente non si era posto in passato sullo stravolgimento del Senato e sul patto sulle riforme costituzionali fatto con un pregiudicato a porte chiuse. Ma, come e' giusto che sia, ognuno si pone gli interrogativi che vuole e li pesa alla bisogna", e' il post he apre oggi il blog di Grillo.

"Ora - riprende - e' evidente che i candidati Bruno e Violante questo Parlamento che pur essendo stato votato da una legge incostituzionale, nessun grave interrogativo su questo punto, Presidente?, non li vuole votare. Se il Parlamento e' ancora sovrano e non una foglia di fico presidenziale, bisogna, caro Presidente, che lei semplicemente ne prenda atto. In particolare, per il M5S 'l'importante questione del CSM su cui lei desidera richiamare l'attenzione' che, fuor di burocratese in sostanza vuol dire 'o mangiate questa minestra o saltate dalla finestra', in cui la minestra, rancida, sono Bruno e Violante, non vuol dire nulla". "Se poi i nomi fanno parte del Patto del Nazareno, la rogna se la grattino Renzie, insieme ai parlamentari che gli hanno voltato le spalle, e Berlusconi, che in Forza Italia conta ormai come il due di picche a briscola, ed eventualmente Napolitano". Segue l'integrale della dichiarazione del Capo dello Stato diffusa ieri dal Quirinale.

"I parlamentari, mai come in questi dieci giorni, stanno guadagnando soldi immeritatamente. Dieci giorni cosi' sono un furto di stipendio". E' la severa considerazione di Luigi Di Maio. "Stamattina - prosegue sempre su Facebook il vicepresidente M5S della Camera - presiedero' l'ennesima seduta del Parlamento in seduta comune. Renzi e Berlusconi non riescono ad eleggere Violante alla Corte Costituzionale, per questo hanno pensato bene di bloccare i lavori delle aule da 10 giorni. Capisco che per loro e' importante: manderanno i loro sodali a decidere della legge elettorale o delle Procure in tutta Italia, a 10.000 euro al mese per 7 anni! Un 'win for life' - ironizza - che si deve vincere a tutti i costi, anche passando sulla pelle dei cittadini, che hanno Camera e Senato bloccate per un capriccio". Tornando alle sedute a raffica per l'elezione dei giudici costituzionali e dei 'laici' Csm, Di Maio ricorda che "i nostri capigruppo hanno richiesto che queste sedute per spartirsi le poltrone se le facessero di notte. Noi vogliamo occuparci dei problemi del Paese".

L’accordo raggiunto prevede in sostanza l’abolizione dell’articolo 18 per tutti quelli che, dal varo della riforma in poi, avranno un nuovo impiego a tempo indeterminato.

Kamsin Il governo sarà delegato a riscrivere lo Statuto dei Lavoratori con un decreto legislativo da emanare entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge in un testo unico semplificato delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro. Tra i criteri cui dovrà ispirarsi l'intervento c'è il tanto discusso riferimento alle nuove assunzioni da fare con contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, cioè in base all'anzianità di servizio. Sono queste le principali novità contenute nell'articolo 4 del ddl delega sul lavoro (il cd. Jobs Act) presentato ieri dal governo, d'intesa con il relatore Maurizio Sacconi (Ncd).

«Vogliamo un mercato del lavoro più equo, dove tutti abbiano il giusto grado di opportunità e di tutele», commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Quindi la posizione del governo è netta: si punta a sostituire, in caso di licenziamento, la reintegra con il pagamento di un indennizzo. Una volta ottenuto il via libera del Parlamento il governo potrà esercitare la delega, in tempi brevi cancellando di fatto l'articolo 18 per i neo-assunti con contratti a tempo indeterminato, che in caso di licenziamento illegittimo otterranno solo un indennizzo economico crescente in base all'anzianità di servizio. Nulla cambierà invece per i vecchi contratti che , di fatto, continueranno a godere della protezione offerta dall'articolo 18 come accade attualmente.

Per il Nuovo Centrodestra, a cominciare da Maurizio Sacconi, l’accordo raggiunto prevede in sostanza l’abolizione dell’articolo 18 per tutti quelli che, dal varo della riforma in poi, avranno un nuovo impiego a tempo indeterminato: «Il reintegro sarà possibile solo per quelli che già hanno un lavoro».

Per favorire la ripresa del mercato del lavoro, oltre alla semplificazione dello Statuto dei Lavoratori, il governo è al lavoro per abbattere, già con la legge di stabilità, una parte delle imposte che pesano sul lavoro. La cifra che aleggia nell'aria è di una riduzione di almeno 3,5-4 miliardi di euro. Ieri a Palazzo Chigi il premier ha incontrato, ancora una volta, il ministro Pier Carlo Padoan e il commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Un appuntamento per provare a fare un primo punto sui dossier di «self spending review» presentati dai ministri e che dovrebbero essere uno dei pilastri per raggiungere i 20 miliardi indicati come obiettivo dallo stesso Renzi. Magli occhi sono puntati soprattutto sul ministero dell’Economia. È dal lavoro di Padoan che Renzi si aspetta un contributo rilevante.

Zedde

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