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- Roma, 17 set. - Nessun cambio di passo. Il patto Pd-FI per portare alla Corte Costituzionale Luciano Violante e Donato Bruno tiene. Lo sottolineano fonti parlamentari Pd dopo l'incontro fra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. .
- Roma, 17 set. - Con 159 no, 70 si' e 51 astenuti l'Aula del Senato ha respinto l'emendamento alla legge Comunitaria sulla responsabilita' civile dei magistrati, punto sul quale oggi il governo aveva posto la questione di fiducia. Intanto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha detto che la riduzione del numero di giorni di ferie dei magistrati "e' uno dei punti che cerchiamo di affrontare, perche' nel momento in cui intervenendo su un meccanismo si cerca di aggiustare diversi ingranaggi c'e' anche questa questione, ma non la farei diventare il centro dell'attenzione. Noi chiediamo ai magistrati, come abbiamo chiesto ad altri ambiti della nostra macchina statale, un'assunzione di responsabilita', un impegno per far funzionare meglio il sistema, ma non riteniamo che quel singolo intervento sia risolutivo o determinante". Insiste Orlando: "Devo anche dire che i magistrati lamentano il fatto che questo intervento e' stato fatto un po' fuori da un confronto che avevamo sviluppato, pongono una questione di eccessiva enfasi e' stata data a questo aspetto rispetto ad altri, spiegano che le ferie sono un momento in cui, specialmente in alcuni ambiti, si riesce a recuperare il lavoro che si e' accumulato nel corso dell'anno. Ci sono quindi anche elementi che caratterizzano questa posizione, dopo di che e' chiaro che nessuno ha grande piacere nel vedere modificate delle abitudini che si sono consolidate nel tempo, cosa che io credo bisogni comunque fare". E osserva: "Lo dico avendo dato la disponibilita' a discutere del come, in che misura, ad approfondire il punto e a riconoscere le specificita' di questo settore, pero' l'obiettivo deve essere questo perche' se non si fa qualche piccolo passo avanti su ogni fronte e' impossibile farlo complessivamente". CONSIGLIERI CSM, SU FERIE TOGHE TROPPE MISTIFICAZIONI Stabilire un legame tra durata delle ferie dei magistrati e ritardi della giustizia e' una sostanziale "mistificazione", da denunciare con forza all'opinione pubblica. E' il motivo ricorrente degli interventi di molti dei consiglieri del Csm in apertura di plenum. Per l'indipendente Paolo Corder, ad esempio, "e' falsa la notizia, passata sui media, secondo la quale il periodo di sospensione feriale significa chiusura dei tribunali: i tribunali non chiudono mai, anche in agosto trattano migliaia di procedimenti e avvocati, magistrati e personale amministrativo continuano a lavorare". "Quelli pubblicati sul sito del governo - ha sostenuto Antonello Racanelli, di Magistratura indipendente, sono slogan ideologici, distorsivi della realta': quando saranno entrate in vigore, quelle norme tanto urgenti da essere differite per decreto al 2015 avranno un effetto contrario a quello che ci si propone di ottenere. La sostanza e' che i magistrati sono stanchi di essere umiliati e offesi e indicati quali responsabili della stallo della giustizia". Di "umiliazione istituzionale" ha parlato anche Vittorio Borraccetti, di Area: "chi confonde ferie e sospensione feriale lo fa o per malafede o per ignoranza", il problema e' che l'adozione di certe norme "rischia di produrre da parte della magistratura una risposta burocratica e corporativa. Ma la nostra professione, per sua stessa natura, non puo' essere vincolata a rigidi orari di lavoro". "Tanta confusione su un tema come questo - ha sottolineato Niccolo' Zanon, laico di centrodestra - finisce con il mettere in discussione la dignita' neutrale delle istituzioni statali". Anche per il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, "va tenuto distinto il tema della sospensione feriale dei termini rispetto a quello delle ferie dei magistrati. E' stata fatta obiettivamente confusione: nel 2014 una sospensione feriale dal 1 agosto al 15 settembre appare anacronistica ma questo non c'entra con la chiusura dei tribunali". .

- Roma, 17 set. - Niente da fare, nemmeno Giorgio Napolitano puo' molto contro le riottosita' dei partiti. Una recalcitranza alimentata e sostenuta dalla possibilita' di dare sfogo a malumori e inviare segnali attraverso l'arma del voto segreto. E nemmeno dopo un incontro deciso in poche ore tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che rilancia e rinnova quel Patto del nazareno colonna portante dell'attuale stagione politica. Dodicesima fumata nera: i giudici della Corte Costituzionale ancora mancanti restano tali. Luciano Violante e Donato Bruno, anzi, segnano un regresso nel numero dei consensi. Due giorni fa avevano ricevuto 530 e 529 voti rispettivamente. Ieri erano 526 e 544. Oggi 518 e 511, sempre piu' lontani da quei 570 consensi che segnano il quorum necessario. Con l'aggravante che - mossa inusuale - era giunta esplicita la richiesta dal Quirinale a farla finita con i tatticismi ed a procedere con l'elezione. "Si rifletta bene", aveva tuonato il Presidente della Repubblica, se continuano a "prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte il meccanismo si paralizza". Quindi basta con i settarismi che bloccano l'attivita' parlamentare. E' finita in un altro modo.

L'IRA DI NAPOLITANO PER IL PARLAMENTO RECALCITRANTE (LEGGI)

Da parte del Pd e da parte di Forza Italia le prime reazioni vedono il rinnovo della fiducia ai candidati ufficiali. Anzi, qualcuno all'interno di FI gia' giura che domani la Lega si ravvedera' e fara' convergere i suoi voti su Violante e Bruno. Quindi sara' la volta buona. Renzi e Berlusconi, un'ora e quaranta di colloquio a Palazzo Chigi, concordano su una serie di punti. Avanti con le riforme, avanti con l'Italicum che, a detta del premier, dovra' essere approvato entro l'anno. Ma gia' da giorni, in Transatlantico, qualcuno fa notare che, con questo preludio, il cammino non sara' comunque facile.

- Roma, 17 set. - Per descrivere cosa e' successo la cosa migliore e' scegliere il titolo di due gialli di Georges Simenon: "La pazienza di Maigret" e "Maigret perde le staffe". Un passaggio di umore perfettamente corrispondente allo stato d'animo di Giorgio Napolitano, prima sorpreso dall'impasse in Parlamento, poi sempre piu' irato fino a rasentare l'indignazione. Inutili gli appelli, inutili le blandizie e persino inutile quel tono di rabbia contenuta che trasuda da ogni righe della nota fatta partire questa mattina dal Quirinale, con destinatari i parlamentari riottosi. "Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni solleva gravi interrogativi", avverte il Presidente della Repubblica, sottolineando come "che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravita'". "Non so se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione", aggiunge tra il pedagogico e l'insofferente, "quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature". Quindi basta "immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte", perche' senno' il meccanismo democratico si blocca. Termina, il messaggio del Quirinale, con una chiosa che sa tanto di ultimatum: "Si rifletta bene anche sull'aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto". E chi ha orecchie per intendere, intenda. C'e' chi l'ha letta come una strigliata alle Camere, chi come un aut-aut con conseguenze drastiche alle forze politiche, chi come l'ennesimo accorato, ma questa volta anche un po' estenuato, appello al dialogo su un passaggio che deve vedere destra e sinistra unite. La dichiarazione sembra scuotere il Palazzo, anche perche' si tratta di un discorso che vale ora, su Csm e Corte costituzionale, ma che vale anche per gli "incarichi di rilevanza istituzionale". E, guardacaso, anche la carica del presidente della Repubblica, e' tra questi. Come a dire, se non si riesce ad eleggere un componente del Csm per veti incrociati e la ricorrente pratica dei franchi tiratori, come si puo' pensare di eleggere in un tempo non troppo lontano il nuovo inquilino del Colle? Timore che gia da lunedi' serpeggiava tra i parlamentari Pd, che ricordavano lo spettro dei '101'. Un discorso, quello del Presidente, che addirittura ha fatto leggere a qualche parlamentare di maggioranza il monito del Capo dello Stato come una minaccia sui tempi della sua permanenza al Quirinale. Nulla di tutto cio', assicura chi ha parlato in queste ore con il Capo dello Stato. Certo, il tempo che Napolitano si e' dato per il suo compito non e' infinito e molti parlamentari di maggioranza lo indicano come successivo alla fine del semestre europeo. Una ipotesi che potrebbe non essere campata per aria. Ma lo stesso Presidente ha piu' volte invitato a non avventurarsi in "premature e poco fondate ipotesi e previsioni". Peccato che qualcuno porga orecchio da mercante, perche' la posta in gioco e' assai alta. Ma anche Maigret aveva i suoi problemi a farsi capire, talvolta. Non a caso Simenon dovette titolare, una volta: "Maigret e i testimoni recalcitranti". .
- Roma, 17 set. - "E' stato un incontro positivo, in cui abbiamo fatto il punto sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Abbiamo convenuto sulla necessita' di accelerare sulla riforma della legge elettorale ed abbiamo confermato il percorso sulle riforme". Lo ha detto il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, lasciando palazzo Chigi al termine dell'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. "Abbiamo cercato di far fare dei passi in avanti alla legge elettorale, anche attraverso una calendarizzazione in tempi brevi" al Senato, ha aggiunto Guerini: "Sappiamo quali sono le tematiche aperte e abbiamo dato la nostra disponibilita' ad affrontare i nodi evidenziati fin qui". Guerini ha spiegato che "non si e' parlato di Consulta e di Csm se non nei termini in cui si e' espresso il capo dello Stato". . Insomma, ci si e' limitati "a condividere l'appello del Capo dello Stato a procedere al piu' presto con le scelte. Sui nomi si sono gia' pronunciati i gruppi parlamentari, a quel pronunciamento noi rimaniamo", ha aggiunto Guerini. L'esponente Pd ha inoltre assicurato che "non si e' assolutamente parlato di elezioni anticipate. L'orizzonte e' quello della legislatura". .
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