Notizie

Notizie

E' da anni che combattiamo per risolvere il problema degli “esodati” e, anche con la sesta salvaguardia, crediamo di aver dato un contributo per un miglioramento della situazione. L’ aver incluso altre 32.000 persone, pur non essendo risolutivo, consente di portare il totale dei salvaguardati ad oltre 170.000 con una copertura finanziaria superiore agli 11 miliardi di euro. Kamsin E' quanto ha affermato l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ieri alla vigilia dell'avvio dei lavori sulla discussione alla Camera della proposta governativa in favore degli esodati, la sesta salvaguardia. "Le risorse aggiuntive, reperite dal Fondo per l’occupazione, verranno restituite nella legge di Stabilità: non esiste nessuna contrapposizione tra “esodati” e cassintegrati". Damiano ha anche ricordato che questo si tratta di un primo intervento tampone in materia pensionistica dopo gli errori contenuti nella Fornero del 2011 e che sulla road map del governo ci saranno altri interventi contenuti nella Riforma della Pa e poi nella legge di stabilità per il 2015.

L'Ex ministro ricorda anche che il problema dei quota 96 della scuola potrà essere esaminato nel corso della conversione in legge del decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione: "non c’è nessun rifiuto di affrontare il tema di “Quota 96 degli insegnanti". La non ammissibilità del tema rispetto all’emendamento alla proposta di Legge sugli Esodati formulata dal Governo, è semplicemente dovuta alla normale prassi della estraneità della materia. Del resto, questo tema è già oggetto di una apposita proposta di legge attualmente in discussione e può essere più agevolmente inserito come emendamento nel Decreto Pubblica Amministrazione".       

Intanto ieri c'è stato l'atteso via libera in Commissione Lavoro alla Camera all'emendamento sulla sesta salvaguardia. Bocciate le oltre 70 proposte emendative al progetto che erano state presentate soprattutto da Lega e Sel. L'itenzione del governo è di far viaggiare il provvedimento speditamente (il documento approderà in Aula oggi pomeriggio per la discussione generale) in modo da avere l'approvazione definitiva del Parlamento prima della pausa estiva.

Zedde    

- Roma, 1 lug.- "Il nostro obiettivo e' dare al Paese una legge elettorale entro 100 giorni che garantisca non solo governabilita', ma anche stabilita'". Cosi' la delegazione del Movimento 5 Stelle, composta da Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Maurizio Buccarella e Paola Carinelli, ha risposto alla lettera del Partito democratico. "Gentile segretario Matteo Renzi - si legge sul blog di Beppe Grillo - riteniamo molto positivo il fatto che abbiate accolto la nostra richiesta di incontro per un secondo tavolo sulla legge elettorale. In questo momento i cittadini italiani chiedono un dialogo produttivo ed efficace per arrivare a risultati immediati". "Abbiamo le idee chiare e siamo - proseguono i deputati M5s - contenti che il nostro confronto sia iniziato proprio dal Democratellum, la legge votata in rete da centinaia di migliaia di cittadini iscritti al portale del MoVimento 5 Stelle, quegli stessi cittadini che ratificheranno il risultato del nostro dialogo. L'argomento e' molto importante e per questo non puo' esserci modalita' migliore di un nuovo tavolo di confronto. Vorremmo che si facesse in streaming a garanzia di una trasparenza che avremmo voluto vedere anche nei vostri incontri sulle riforme con Forza Italia. Ci vediamo giovedi' "senza mettere troppa carne al fuoco, come avete detto". "Se volete parlare di riforme costituzionali - si legge nel post -, vi ribadiamo la nostra disponibilita' ad aprire un tavolo di confronto, ma vorremmo capire meglio che idea di Paese avete: vedere il vostro partito oggi votare l'immunita'  parlamentare ha lasciato sbigottiti molti italiani. Un Parlamento pulito e una Paese migliore passano anche da una buona legge elettorale". .
- Strasburgo, 1 lug. - "Se l'Europa accettera' di dare un futuro alle proprie ambizioni, sara' bello sfidare l'avvenire insieme". Stando a quanto si apprende, il premier Matteo Renzi avrebbe inserito questo passaggio nel discorso che terra' domani al parlamento Europeo. Assieme al premier saranno presenti anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. Nell'intervento, si apprende ancora, Renzi ha previsto anche una digressione sulla citta' di Firenze. .

- Strasburgo, 1 lug. - Pronti, via: la legislatura europea comincia e, tra la protesta di Nigel Farage e la conferma di Martin Schulz, si incomincia a intravedere il Parlamento che sara'. La protesta plateale del leader dell'Ukip, con tutto il gruppo dell'Efdd a seguirlo, ha tenuto banco a Strasburgo almeno quanto l'esclusione dei Cinque Stelle dal novero dei 14 vice presidenti dell'Aula. La giornata comincia con l'Inno alla Gioia, tratto dalla Nona di Beethoven e divenuto l'inno d'Europa.

Guarda il video e la galleria fotografica

I deputati fedeli a Farage ne seguono l'esempio dando le spalle ai banchi della presidenza. Ma il gruppo si spacca proprio per mano dei Cinque Stelle che non partecipano alla protesta. Al suo arrivo, Grillo trova i giornalisti a chiedere cosa sia successo: "Non lo so, chiedetelo a loro", risponde a 'caldo'. Poi, pero', prende la parola e la sua sembra una prima tirata d'orecchie ai Cinque Stelle: "L'Inno alla gioia lo hanno utilizzato i peggiori killer della Storia", spiega. Dunque, nessuno scandalo nel voltare le spalle alle prime note. Scandalosa, per l'Efdd, e' invece la rielezione del tedesco Martin Schulz, "uno che e' venuto a fare campagna elettorale in Italia contro di me e con i soldi pubblici", attacca Grillo. Uno, pero', che ha anche incassato 409 voti alla prima chiama, ben oltre quelli necessari per essere eletti. La rielezione di Schulz ha provocato, a cascata, la definizione delle altre cariche, non ultima quella di presidente del gruppo dell'Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici, andata a Gianni Pittella, esponente del Pd. Tra i vice presidenti dell'Aula di Strasburgo, poi, figurano altri due italiani. Si tratta dell'ex commissario europeo Antonio Tajani, esponente di Forza Italia, e del democratico David Sassoli. A restare fuori, unici tra le forze parlamentari, il Efdd e i Cinque Stelle. "Stia attento Schulz", avverte quindi Grillo, "perche', se e' vero che mi chiama 'venticello passeggero', e' anche vero che adesso qui siamo in 17". E, mentre cresce l'attesa per l'intervento di Matteo Renzi il fronte anti-euro si compatta. Prima Marine Le Pen giura di non fidarsi di Renzi e di volere fare come...San Tommaso. Matteo Salvini, segretario federale della Lega, attacca duramente Schulz parlando di scelta sbagliata, la pessima elezione di chi e' rimasto famoso solo per gli insulti a Silvio Berlusconi. E il leader dei Cinque Stelle non si lascia scappare l'occasione per una stoccata. A chi gli chiede se domani incontrera' il presidente del consiglio, visto il dialogo avviato sulla riforma elettorale, Grillo sbotta: "Renzi chi? Io incontro la gente che conta, incontro Merkel, Van Rompuy, Schulz e Juncker". L'affondo piu' duro, tuttavia, lo sferra quando fa apppello all'Europa perche' non dia fondi all'Italia: "Vanno alla mafia", spiega. Parole che sembrano voler colpire direttamente il presidente del consiglio impegnato da mesi in una battaglia per un miglior utilizzo dei fondi europei in Italia e perche' si torni ad investire nel nostro Paese. .

- Milano, 1 Lug. - Beatrice Crosti, il giudice che ha disposto l'affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, ha presentato un richiamo formale all'ex presidente del Consiglio per le parole da lui pronunciate contro la magistratura durante la sua testimonianza al processo a carico di Valter Lavitola in corso a Napoli. Davanti al richiamo di Crosti, la quale lo avrebbe avvertito che il percorso avviato "non e' un gioco", l'ex premier avrebbe chiesto "scusa" per la frase sulla magistratura (definita "incontrollata, incontrollabile, irresponsabile" nella testimonianza resa a meta' giugno nel processo a Valter Lavitola a Napoli), sostenendo che si sarebbe tratto solo di una "battuta".

L'umore dell'ex premier e' nero. E non solo per il 'richiamo' rivoltogli dal Tribunale di sorveglianza a seguito delle parole contro la magistratura pronunciate a Napoli durante l'udienza del processo Lavitola. Silvio Berlusconi, riferisce chi ha avuto modo di parlarci, ha manifestato tutta la sua irritazione per quello che giudica un trattamento da scolaretto al quale la maestra da' una bacchettata sulle mani perche' e' stato cattivo. E di fatti, l'ex Cavaliere si sarebbe scusato con il giudice di Sorveglianza, Beatrice Crosti, per le parole pronunciate a Napoli, derubricate pero' dallo stesso ex premier al livello di battuta. Ma con la promessa di non uscire piu' dai binari. Del resto, il rischio per Berlusconi sarebbe alto, e oggi - spiegano fonti di Forza Italia - il magistrato di Sorveglianza avrebbe avvertito l'ex capo del governo del fatto che una 'seconda volta' non sarebbe tollerata, pena la revoca dell'affido ai servizi sociali.

A 'bruciare' maggiormente all'ex premier, riferiscono ancora le stesse fonti forziste, e' il bavaglio che, a suo dire, gli e' stato ingiustamente imposto. Non posso piu' parlare liberamente, si sarebbe sfogato il leader azzurro con i fedelissimi. Questa sera tardi, o al massimo domani, Berlusconi fara' rientro a Roma, ma anche a causa dell'ora di colloquio con il giudice Crosti la voglia di riunire i parlamentari azzurri giovedi' - per la verita' gia' minima - e' ulteriormente scemata. Ma ormai, osservano alcuni big di piazza San Lorenzo in Lucina, il dado e' tratto e Berlusconi non puo' disdire l'appuntamento - per la verita' l'assemblea congiunta non e' ancora stata convocata ufficialmente. L'orario ancora ipotetico dovrebbe essere le 10 di mattina o il primo pomeriggio - sia perche' il malumore, in primis tra i senatori, non accenna a diminuire, sia perche' l'ex premier ha la necessita' di assicurarsi che i suoi parlamentari non facciano scherzi in Aula, quando la riforma costituzionale passera' all'esame dell'emiciclo di palazzo Madama.

L'ex premier, infatti, resta convinto della necessita' che Forza Italia non si sfili ne' si smarchi dal percorso delle riforme. Innanzitutto perche' strettamente legate alla legge elettorale, sulla quale il leader azzurro vuole 'imporre' tutto il peso dei numeri forzisti. Una sorta di 'do ut des' con Renzi: noi votiamo come da accordo le riforme, anche se il testo del ddl non ci soddisfa appieno, ma il Pd deve mantenere la parola data sull'Italicum, che non va assolutamente stravolto, ne' tantomeno vanno inserite le preferenze o abbassate le soglie di sbarramento, altrimenti - e' il ragionamento - torna il potere di veto dei piccoli partiti. E sul punto, sembra aver ricevuto rassicurazioni dal Pd, cosi' sui tempi, tanto che oggi la presidente Finocchiaro ha annunciato che la commissione Affari costituzionali di palazzo Madama avviera' l'esame della legge elettorale subito dopo il ddl riforme, gia' entro l'estate. Insomma, obtorto collo - e salvo sorprese dell'ultimo minuto - Berlusconi giovedi' dovra' presiedere la riunione dei parlamentari azzurri, con l'alto rischio che si trasformi in uno sfogatoio se non in un lancio di stracci tra i fautori della trattativa con Renzi (tra cui Verdini ma anche Romani) e i malpancisti, che vorrebbero una linea piu' netta e dura nei confronti del governo (in prima fila Brunetta, ma anche Fitto che oggi ha suonato la "sveglia" al suo partito chiedendo di non avere un "atteggiamento passivo"). Non e' un caso che tra gli azzurri c'e' chi prova a suggerire di riunire solo i senatori, cosi' da evitare che l'Assemblea congiunta - alla quale sono invitati anche gli europarlamentari - possa prendere una piega non gradita al Cavaliere. Il quale, d'altra parte, avrebbe insistito, nei contatti con i vertici del Pd, affinche' le riforme siano approvate in prima lettura al Senato prima del 18-20 luglio, giorni in cui e' attesa la sentenza del processo di secondo grado sulla vicenda Ruby. Il timore, stando ai ragionamenti di alcuni maggiorenti azzurri, e' che qualora dovesse essere confermata la condanna - ipotesi che preoccupa Berlusconi - per il leader azzurro diventerebbe difficoltoso 'governare' le sue truppe e impedire fughe in avanti in Aula sulle riforme. .

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati