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- Roma, 5 lug. - "Se ne e' andato Giorgio. Quello sbagliato". Questo il testo del tweet di ieri con cui la responsabile web del Movimento 5 Stelle a Montecitorio, Debora Billi, aveva commentato la morte di Giorgio Faletti. Oggi, dopo le polemiche del web, Billi si scusa con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sempre via social network: "Le battute infelici scappano, speriamo stavolta siano scappate per sempre - si legge su twitter e facebook - Desidero scusarmi personalmente con il presidente Napolitano per l'accaduto, augurandogli naturalmente una vita lunga e serena, e con il M5S a cui ho creato imbarazzo. Non accadra' piu'", promette Billi. .
- Roma, 5 lug. - Raccontano che Silvio Berlusconi non abbia affatto gradito le prese di posizione dei 'frondisti' contro le riforme. E, stando sempre a quanto raccontano alcuni esponenti azzurri vicini all'ex premier, sembra che al Cavaliere non sia andata giu' nemmeno la lettura dei giornali, dai quali - a suo dire - la sua leadership appare come appannata, con un partito pronto a non seguire la linea da lui dettata. Insomma, l'umore torna ad essere tendente al nero. Per la verita' - viene spiegato - dopo le quattro ore di sfogatoio alla riunione dei parlamentari, l'umore del Cavaliere non era certo dei migliori. Non solo perche' da tempo e' divenuto allergico a certe 'liturgie', ma perche' di fatto lui con il premier Renzi si era gia' impegnato formalmente al via libera sulle riforme. E il 'teatrino' - cosi' sembra che abbia definito nei colloqui privati la riunione di venerdi' - andato in scena nella sala della Regina di Montecitorio per l'ex capo del governo non e' stato un bel vedere offerto ai media ma, soprattutto, a Renzi. Tanto che Berlusconi era stato 'costretto' a ribadire all'inquilino di palazzo Chigi di non preoccuparsi, Forza Italia non si sfilera', e votera' compatta le riforme. Poi ieri, nei ragionamenti privati con i fedelissimi, i toni verso i cosiddetti frondisti sarebbero saliti e divenuti piu' duri: ma dove credono di andare, non l'hanno capito che cosi' rischiamo di non contare nulla e che il Pd si faccia le riforme che vuole con Grillo? Ma e' in primis la parola data a Renzi che preme al Cavaliere. Ci ho messo la faccia e questi vogliono mandare tutto all'aria, sarebbe lo sfogo piu' ricorrente. Il che vorrebbe dire cancellare l'accordo sull'intero pacchetto: Italicum e giustizia. Ma anche il capitolo aziende di famiglia. E siccome Berlusconi non ha nessuna intenzione di venir meno al patto con Renzi, ne' di fare la figura del leader che non controlla piu' le sue truppe, ecco spiegata la nota diffusa nel tardo pomeriggio. Una nota dai toni apparentemente morbidi, nella quale il leader azzurro "invita" i parlamentari forzisti a votare le riforme. Ma al di la' del tono conciliante, il messaggio vero inviato al suo partito - e cosi' all'esterno - e' che e' lui a decidere e non sono ammessi compromessi ne' ripensamenti: il ddl costituzionale si vota, in commissione e poi in Aula. Tanto che ha gia' dato mandato ai suoi di annullare la nuova assemblea congiunta dei parlamentari di martedi'. Per la verita', gia' ieri sera i fedelissimi del Cavaliere davano per scontato che non vi sarebbe stato nessun secondo round. Ad irritare l'ex premier, poi, anche le voci giuntegli piu' o meno velate sul fatto che avrebbe venduto il partito per ottenere garanzie per le sue aziende e per i suoi guai giudiziari. E cosi', nella nota mette ben in chiaro: "Ribadisco che il nostro dialogo con le forze che compongono l'attuale maggioranza di Governo e' limitato al solo tema delle riforme istituzionali. Forza Italia resta infatti convintamente all'opposizione non condividendo la politica economica e la politica sulla giustizia sino ad ora messe in atto da questo esecutivo". Il timore berlusconiano, del quale l'ex premier ha parlato con Verdini e Romani per avere contezza dei numeri in Aula a palazzo Madama, e' che le fronde anti-riforma del Senato dei vari schieramenti possano coalizzarsi per bocciare la norma portante del ddl, ovvero quella che elimina l'elezione diretta dei senatori. Del resto, gia' ieri uno dei piu' accaniti detrattori della riforma, Augusto Minzolini, spiegava ad alcuni colleghi deputati che il Senato elettivo lo vogliono in tanti, come i 5 Stelle, diversi di Ncd e anche nel Pd. Dunque, pallottoliere alla mano, il blitz potrebbe riuscire, travolgendo cosi' anche la blindatura dell'Italicum, sul quale si levano gia' gli scudi di Ncd e dei piccoli. Berlusconi vorrebbe evitare che sia proprio una fetta del suo partito a guidare la 'rivolta'. E a quei senatori sentiti al telefono, l'ex premier chiede di restare uniti, solo cosi' saremo determinanti. Ma i malpancisti azzurri, almeno per il momento, tengono il punto. Ad esempio, Brunetta, che attraverso Il Mattinale, mette in chiaro: "e' fuori discussione la bonta' della decisione di Berlusconi di mantenere fede ad un patto di riforme. Ma questo patto non puo' implicare l'adesione passiva di FI a una forma istituzionale da Paese sudamericano bolivarista". .

E' stato ''firmato'' il decreto per ''636 vincitori di concorsi non assunti''. Così il ministro della Pa, Marianna Madia, che, dando l'annuncio via Twitter, ha parlato di ''forze nuove e competenti''
Si tratta di giovani che hanno superato da tempo le prove di selezione e che, ora, potranno finalmente vedere l'agognata assunzione.  Kamsin Tra loro anche 106 che avevano terminato il corso-concorso della Scuola nazionale dell'amministrazione. I posti disponibili sono in alcuni ministeri e agenzie.

La decisione della Madia arriva mentre proseguono i lavori parlamentari per sul disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro (Jobs Act). Ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha indicato che manca circa un miliardo per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga "simulazioni di un paio di centri studi, che credo siano fondate, si parla di una differenza di circa un miliardo fra le risorse utilizzate per i vecchi ammortizzatori e quelle necessarie per i nuovi ammortizzatori" ha detto Poletti.

"Naturalmente è una simulazione che parte dal presupposto che siccome si deve stabilire età, tempo, quanto tempo una persona è stata in azienda, non è materialmente possibile farlo. La forbice diventerà più o meno larga in ragione del fatto che una persona ha lavorato un certo numero di anni in azienda - osserva il ministro - e perde il posto di lavoro, avrà una tutela finita la Cig ordinaria e straordinaria che dura un certo numero di anni. Se dura uno, due o tre anni è diverso. Queste erano le simulazioni fatte da un paio di centri studi, ma credo siano fondate. "E' ancora molto presto, siamo in una discussione di tipo generale. Questi elementi devono essere tutti ponderati ed erano alla base della prima simulazione del Jobs Act. Questi erano i numeri che emergevano".

Zedde

Il Decreto legislativo sul riordino della tassazione su tabacchi ed e-cig, che dovrebbe andare in Cdm il 10 luglio, prevede un incremento delle accise sui tabacchi che si aggirerebbe sui 20 centesimi per le fasce alte e 10 per le fasce basse. Più soft l'intervento sulle e-cig, che dovrebbero avere uno 'sconto'. Kamsin Se confermato il previsto rincaro del prezzo delle sigarette sarà l'ennesimo intervento in materia del Governo certamente non per tutelare la salute pubblica, scoraggiando  l’ uso del tabacco. L'obiettivo è quello di tentare di recuperare parte del gettito per le casse dello stato del settore che nel 2013, complice la crisi, si è affievolito.

Non si tratta di un rincaro generico, ma pesato in modo da influire in vario modo tra gli attori del settore. Il rincaro infatti avviene mediante l’ aumento delle accise che sono composte da 2 componenti: una parte fissa ed una parte variabile. La parte fissa varierà dal 7 al 10% e la parte variabile, si incrementerà dal 58,5 al 58,6%: per i fumatori rincaro di 20 centesimi per il tipo Rothmans e 10 centesimi per il tipo Marlboro.

Da quanto previsto i rincari incidono maggiormente sui prodotti di fascia bassa che sarebbero stati “graziati” dalla riduzione dell’ incremento che inizialmente doveva essere di 40 centesimi sulla parte fissa. I produttori di fascia alta sono stati compensati da uno sconto del 60% su un nuovo prodotto in competizione con la sigaretta elettronica. Quest’ultima è molto penalizzata in quanto, anche se la bozza del decreto prevede una riduzione dell’ accisa del 40% rispetto alle sigarette, potrà essere soggetta ad una tassa che raddoppierebbe l’ attuale costo di ricarica.

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I contribuenti che per vari motivi non erano in  regola con l’ Istituto per i versamenti al 22 giugno 2013 potranno essere reinseriti in un piano di pagamento che prevede l’ estinzione del proprio debito in 72 rate.

Kamsin Termini riaperti per pagare a rate i debiti con il fisco. I contribuenti hanno tempo fino al 31 luglio per scegliere di pagare a rate il proprio debito con il fisco utilizzando la possibilità prevista dal decreto Irpef dello scorso aprile. Provvedimento che ha riammesso alla rateazione i contribuenti che avevano perso il diritto alla dilazione, non risultando in regola con i versamenti alla data del 22 giugno 2013. Allora erano state introdotte con il cosiddetto decreto del fare nuove regole più favorevoli, ma con l'effetto di mettere fuori gioco appunto chi per vari motivi si era ritrovato in ritardo.

Con il decreto irpef invece, raccogliendo un'indicazione avanzata dalla stessa Equitalia, le porte sono state riaperte. Bisognerà però presentare la domanda appunto entro fine mese per sfruttare un pagamento frazionato fino ad un massimo di 72 rate (sei anni).
Ci sono però alcune limitazioni rispetto alle regole generali sulla rateizzazione: il nuovo piano concesso non è prorogabile, e decade in caso di mancato pagamento di due rate anche non consecutive, invece che otto come previsto per chi ha potuto optare per questo regime entrando dalla porta principale.

Il provvedimento interessa 2,3 milioni di cartelle per un importo di oltre 25 miliardi di euro.

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