Redazione

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Saranno completate nell'anno 2015, le proroghe a 24 mesi di Cigs dei programmi di crisi per cessazione di attività (articolo 1, comma 110 legge 190/2014). E' quanto ha comunicato il Ministero del Lavoro con la Circolare numero 1 del 22 Gennaio 2015. Via Veneto ha precisato che procederà all'istruttoria delle sole istanze relative alle proroghe del trattamento di cigs che abbiano avuto inizio entro e non oltre il 31 dicembre 2014 per cessazione di attività, per consentire alle aziende di adottare le idonee misure di tutela dei lavoratori sospesi.

Il Ministero ha precisato che si procederà nell'esame istruttorio in ordine cronologico di presentazione delle istanze e fino a concorrenza delle risorse finanziarie previste in complessivi 60 milioni di euro, e che le eventuali istanze riferite a programmi di proroghe di crisi aziendale per cessazione di attività, decorrenti dal 1° gennaio 2015, non potranno essere prese in esame.

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La Commissione esaminatrice della DTL Milano riprenderà tutti i "preavvisi di diniego" inviati e li riesaminerà dando "accoglimento" alle relative domande una volta verificata la congruenza dei necessari documenti presentati a suo tempo dai richiedenti.

Kamsin Si è conclusa positivamente la vicenda dei lavoratori in mobilità sottoscrittori anche di un accordo individuale/collettivo di incentivo all'esodo che si erano visti rigettare, con un preavviso di diniego, la domanda di accesso alla sesta salvaguardia da parte della Direzione Territoriale del Lavoro di Milano (e delle altre della Regione Lombardia). Ne hanno dato notizia, ieri, con una nota stampa i diretti interessati.

In esito agli incontri che si sono tenuti in Regione Lombardia la Direzione Interregionale del Lavoro ha provveduto ad inviare una nota interpretativa, lo scorso 2 Febbraio, alle DTL con la quale si invitano le Direzioni a provvedere all’accoglimento delle istanze in parola e a rivedere, pertanto, le interpretazioni restrittive inizialmente assunte. Le Commissioni delle DTL riesamineranno d'ufficio nei prossimi giorni, dunque, tutti i "preavvisi di diniego" inviati dando "accoglimento" alle relative domande una volta verificata la congruenza dei necessari documenti presentati a suo tempo dai richiedenti.

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Le ipotesi sostenute dalla minoranza dem chiedono il sostanziale ripristino della possibilità di accedere alla pensione in un'età compresa tra 60 e 62 anni unitamente ad un requisito contributivo.

Kamsin "Con il via libera delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato alla nomina di Tito Boeri alla guida dell'Inps ci attendiamo proposte concrete da parte del Governo per modificare la legge Fornero". A dirlo è Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.  "E' innegabile che il sistema così non va e che sono necessari diversi aggiustamenti". 

“In primo luogo, l’eccessivo innalzamento dell’eta’ pensionabile, oltre i 67 anni, frena l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In secondo luogo – continua -  il problema dei cosiddetti esodati, che non e’ ancora concluso nonostante il fatto che con sei salvaguardie si sia risolta positivamente la situazione  di oltre 170.000 lavoratori, impone una correzione al sistema pensionistico. Le nostre proposte sono note: l’introduzione di un criterio di flessibilita’ a partire dai 62 anni di eta’ con 35 di contributi per consentire l’accesso alla pensione, oppure l’adozione di “Quota 100″. Si tratta di proposte che risolverebbero strutturalmente il problema”.

"La Quota 100, sarebbe uno strumento di forte flessibilità del sistema - ricorda Damiano - perchè consentirebbe l'ingresso alla pensione già con 60 anni e 40 anni di contributi oppure con requisiti contributivi minori in cambio di un'età maggiore. Le combinazioni possibili sono tante proprio come sono eterogenee le condizioni di ciascun lavoratore". 

"Bisogna considerare che nella vecchia normativa si richiedevano 61 anni e una quota 97 ma c'era un'attesa di altri 12 mesi che di fatto allungava i tempi di pensionamento". 

"Qualsiasi proposta si scelga deve comunque restare ferma la possibilità di accedere alla pensione, indipendentemente dall'età anagrafica, con 41 anni di contributi (sia per uomini che per donne, ndr) e senza l'applicazione di penalizzazioni, perchè chi ha lavorato una vita intera non deve vedersi ridursi l'assegno".

“E' quindi necessario che si apra un confronto serio sulla questione. Poletti ha indicato che dopo il 20 Febbraio si inizierà a riflettere. Sarebbe ora" conclude Damiano

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E’ da diverse settimane che il ministro Giuliano Poletti interviene sulla previdenza e non riusciamo a comprendere se si tratti di una ‘excusatio non petita’ o del vero desiderio di porre mano ad un riesame dell’ultima legislazione”. Kamsin E' quanto dichiara il dirigente confederale dell’Ugl, Nazzareno Mollicone, che commenta un post su Facebook del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, spiegando che “più di una volta è tornato sui problemi creati dalla legge Fornero, e questa intensità di dichiarazioni avviene stranamente dopo la bocciatura del referendum proposto proprio contro questa riforma delle pensioni”.

Nel mentre si stringono i tempi per i decreti attuativi del Jobs act: il 20 febbraio ha annunciato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti arriverà in Consiglio dei ministri la normativa di revisione delle tipologie contrattuali, il cosiddetto «codice dei contratti» che dovrebbe prevedere il «superamento» delle collaborazioni, anche se l'obiettivo resta quello di ridurre la precarietà senza far aumentare il lavoro nero.

Secondo l'Ugl dopo questa data "si deve quindi intavolare una discussione seria sulla Riforma delle Pensioni. Ci auspichiamo che si apra finalmente un serio tavolo di confronto con le Parti Sociali per esaminare tutti i problemi della previdenza, che non sono solo quelli provocati dalla Fornero”.  L'occasione - secondo l'Ugl - sarà fornita con la presentazione del piano di Riforma della governance dell'Inps".

Del resto, in settimana la Commissione lavoro del Senato ha dato parere positivo alla nomina di Tito Boeri alla presidenza dell'Istituto e a questo punto si stringono i tempi per il passaggio di consegne con Tiziano Treu (manca solo il passaggio al Cdm e il decreto del nuovo presidente della Repubblica). Non è invece ancora sciolto il nodo del direttore generale. Il mandato dell'attuale direttore, Mauro Nori è scaduto a fine dicembre e al momento è in prorogatio fino al 15 febbraio. È probabile che arrivi una conferma con un clausola di scadenza al momento dell'approvazione della nuova governance.

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E' l'effetto del meccanismo di rivalutazione delle pensioni che, nel 2014, ha avuto un effetto negativo dovuto al fatto che l'inflazione l'anno scorso è stata più bassa di quanto stimato.

Kamsin In attesa dei correttivi da apportare alla legge Fornero, così come ricordato di recente dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è possibile fare il punto delle misure che interesseranno non solo chi è già in pensione ma anche chi è in procinto di andarci. Purtroppo gli effetti delle norme, alcune delle quali contenute nella legge di Stabilità, non sono tutti positivi.

Proprio in questi giorni, i pensionati hanno constatato che l'assegno di gennaio è più basso di quello di dicembre in virtù di una nuova trattenuta denominata «conguaglio pensione da rinnovo». Si tratta degli effetti automatici del meccanismo di rivalutazione delle pensioni che, nel 2014, ha avuto un effetto negativo dovuto al fatto che l'inflazione l'anno scorso è stata più bassa di quanto stimato. Mediamente, saranno "trattenuti" 12 euro per ogni mille euro di pensione. La trattenuta riguarderà i mesi di gennaio e febbraio mentre, da marzo, gli assegni torneranno di poco a crescere per effetto della rivalutazione provvisoria prevista per il 2015.

Per il triennio 2014-2016, è stato introdotto un diverso sistema di calcolo per rivalutare gli assegni previdenziali. Per il 2015, gli assegni fino a tre volte il minimo (1.502,64 euro) avranno un incremento dello 0,30%. Quelli compresi tra tre e quattro volte il minimo saranno rivalutati dello 0,285% mentre gli importi superiori fino a 2.504,4 euro subiranno un incremento dello 0,225%. Sarà invece dello 0,150% l'aumento per gli assegni tra i 2.504,40 e i 3.005,28 euro per poi scendere allo 0,135% per le pensioni oltre 6 volte il minimo.

La trattenuta Gli assegni di gennaio e febbraio, però, saranno colpiti dalla trattenuta generata dalla differenza emersa tra l'inflazione programmata e quella realmente calcolata a fine anno. I più colpiti saranno coloro che hanno una pensione superiore a 6 volte il minimo (61,88 euro annui) mentre la cifra scende a 6,50 euro per chi ha il trattamento minimo.

Stop penalizzazioni E' una delle novità introdotte dalla Stabilità approvata a dicembre. Per i lavoratori che accederanno alla pensione dal 1° gennaio 2015, e che matureranno i requisiti di anzianità contributiva la fine del 2017, sono bloccate le penalità nel caso in cui si lascia il lavoro con meno di 62 anni.

Le penalità bloccate sono dell'1 % per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni e del 2% per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto ai 60. Resta, invece, ancora da comprendere se gli assegni già decurtati potranno essere "depenalizzati" a partire dal 1° gennaio 2015 su apposita domanda del pensionato. Sul punto si attende un chiarimento da parte dell'Inps entro Marzo.

Contributo di solidarietà Anche per quest'anno, e fino al 2016, resterà in vigore il cosiddetto "contributo di solidarietà" sulle pensioni alte. Per quanto riguarda le pensioni che vanno da 7.003 a 10.047 euro, il prelievo sarà del 6%. Sale al 12%, invece, per tutti gli assegni inseriti nella fascia 10.047-15.071 mentre si arriva fino al 18% per tutte le pensioni superiori ai 15.071 euro.

Incremento dei requisiti di accesso alla pensione. Lo scorso 30 dicembre, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che porta in avanti di ulteriori quattro mesi le speranze di vita media. Questo inciderà, a partire dal 2016, con l'età che bisognerà raggiungere per ottenere il trattamento pensionistico. Dall'anno prossimo, per le pensioni anticipate saranno necessari 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, mentre per quelle di vecchiaia saranno necessari 66 anni e 7 mesi di età.

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A cura di Paolo Ferri, Acli Italiane

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