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"Il Miur ha presentato ricorso in Appello contro la decisione del giudice di Salerno che ha riconosciuto, in primo grado lo scorso novembre, la possibilità per 42 docenti di andare in pensione con le vecchie regole in deroga alla Riforma Fornero. Kamsin La decisione della Causa dovrebbe avvenire nel mese di Aprile". E' quanto comunica una nota dello Snals, il sindacato che ha curato il ricorso in primo grado ottenendo, innanzi al tribunale di Salerno, una soluzione positiva per via giudiziaria alle istanze degli insegnanti della cd. quota 96.

Come noto la questione riguarda quel personale docente e Ata della scuola che ha maturato un diritto a pensione tra il 1° gennaio 2012 ed il 31 Agosto 2012, e che, a causa della legge Fornero del 2011, è costretto a rimanere in servizio per altri 4-5 anni.

La decisione di Salerno, ricorda lo Snals, costituisce "un importante precedente a fronte di una giurisprudenza piegata ai poteri forti che non ha mai riconosciuto alcun diritto ai quota 96". Da ultimo, sottolineano dal sindacato, "registriamo anche la recente bocciatura da parte del tribunale del lavoro di Palermo ad un ricorso di una decina di insegnanti presentato sulle medesime fondamenta". 

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Un regolamento da adottare entro Agosto eliminerà il requisito di altezza minimo per l'accesso nelle carriere iniziali delle forze armate e di polizia. I candidati dovranno essere valutati attraverso un giudizio di idoneità fisica allo svolgimento del servizio.

Kamsin Entro Agosto stop al requisito di altezza minimo per l'accesso alle carriere iniziali delle forze armate e di polizia. I candidati dovranno essere valutati, piuttosto, con un diverso parametro che tenga in considerazione la più generale idoneità fisica allo svolgimento del servizio. E' quanto prevede la legge 2/2015, provvedimento approvato dal Parlamento lo scorso 18 Dicembre che entrerà in vigore il 6 Febbraio 2015.

La legge nello specifico modifica il comma 1 dell'articolo 635 del D.Lgs. n. 66 del 2010 del Codice dell'ordinamento militare disponendo che ai fini del reclutamento nelle Forze armate occorre rientrare nei parametri fisici correlati alla composizione corporea, alla forza muscolare e alla massa metabolicamente attiva, secondo successive tabelle stabilite da un regolamento da adottarsi entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, eliminando, quindi, l'attuale previsione relativa ad un limite minimo di altezza.

I parametri fisici unici e omogenei per il reclutamento del personale delle Forze armate e per l'accesso ai ruoli del personale della forze di polizia ad ordinamento militare e civile e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, potranno essere differenziati esclusivamente in relazione al sesso maschile o femminile del candidato.

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In caso di minore iscritto alla scuola primaria o secondaria di primo e secondo grado, il requisito della frequenza si intende rispettato se la presenza è pari, di norma, ad almeno i 3/4 dell'orario scolastico annuale stabilito per legge. Kamsin E' quanto ha chiarito l'Inps, con il messaggio 728/2015. L'indennità va corrisposta - precisa inoltre l'istituto - per le ordinarie frequenze scolastiche, per il periodo ottobre-giugno; nel caso di minori che frequentino scuole professionali per un periodo non sovrapponibile con il normale calendario scolastico, l'indennità va corrisposta per tutta la durata del corso.

Nel caso di pluriminorazione, l'indennità è incompatibile con quella speciale ai ciechi parziali, con quelle di comunicazione, di accompagnamento per i ciechi assoluti e per gli invalidi civili, fatto salvo naturalmente il diritto di opzione per il trattamento più favorevole.

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Promuovere il ricambio generazionale nel settore pubblico e privato attraverso il ricorso al part-time. E’ questo l’obiettivo di un emendamento presentato al disegno di legge di Riforma della Pubblica Amministrazione (ddl 1577) dal senatore del Patt Franco Panizza. Kamsin ”Tutti gli enti pubblici potranno promuovere il ricambio generazionale mediante la riduzione dell'orario di lavoro da parte del personale in prossimità della maturazione dei requisiti pensionistici, consentendo nel contempo l'assunzione di nuovo personale". "Si tratta di una norma che era stata anticipata dal Ministro Madia la scorsa primavera ma che, inspiegabilmente, è stata stralciata dal testo del provvedimento presentato dall'esecutivo ed in discussione in Senato", ricorda Panizza.

"Il nostro obiettivo è quello di favorire la staffetta generazionale sia nel settore privato che in quello pubblico su base volontaria"; per farlo viene comunque salvaguardato il versamento della contribuzione piena: "ai fini della maturazione del diritto a pensione al personale in questione spetterà comunque il trattamento di quiescenza e previdenza che avrebbe percepito se avesse continuato a prestare servizio nel regime di orario svolto al momento della presentazione della domanda di part-time" conclude Panizza. "Vedremo se la maggioranza accoglierà questa nostra proposta".

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(Promozione del ricambio generazionale nei settori pubblico e privato)

        1. Le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono promuovere il ricambio generazionale mediante la riduzione dell'orario di lavoro da parte del personale in prossimità della maturazione dei requisiti pensionistici, consentendo nel contempo l'assunzione di nuovo personale. Ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza il personale in regime di ricambio generazionale è considerato nel regime di orario svolto al momento della domanda. Alla maturazione del diritto a pensione al personale in questione spetta il trattamento di quiescenza e previdenza che avrebbe percepito se avesse continuato a prestare servizio nel regime di orario svolto al momento della domanda.

        2. Qualora i medesimi enti, nell'ambito delle loro competenze sostengano il ricambio generazionale nel settore privato od i contratti di solidarietà espansivi di cui all'articolo 2 del decreto-legge 30 ottobre 1984, n. 726, convertito dalla legge 19 dicembre 1984, n. 863, gli stessi sono autorizzati al versamento del differenziale di contribuzione riferito all'orario di lavoro a tempo pieno direttamente all'ente previdenziale di iscrizione ed a favore del lavoratore senior»

 

L'età media dei dipendenti pubblici continua a salire per effetto del blocco del turnover e dall'inasprimento dei requisiti per andare in pensione.

Kamsin L'età media nel pubblico impiego sale sempre piu'. A discapito dei giovani. E' quanto emerge dal resoconto annuale della Ragioneria generale dello Stato. Solo nel 2013 l'età media «è aumentata di sette mesi, sfiorando ormai i 50 anni». I giovani appiano così sempre più come «mosche bianche», tanto che gli under 30 sono appena 108 mila, il 3,3% del totale. E se si porta l'asticella fino ai 34 anni la quota resta comunque inferiore al dieci per cento (8,6%).

La rappresentanza giovanile potrebbe essere ancora più bassa se non si considerasse l'apporto dato dalle force armate e da quelle di polizia (quasi sette under 30 su dieci sono loro). I numeri parlano chiaro e «l'invecchiamento» del pubblico impiego avanza. Basti pensare che nell'ultimo decennio l'età media è aumentata di quattro anni. Un innalzamento che non è privo di conseguenze, come fa notare la stessa Ragioneria nell'analisi dei dati, avvertendo: «il mantenimento prolungato» delle poIttiche di contenimento del turnover. scattate per la generalità dei comparti nel 2008, «finirà per porre in pochi anni un problema di sostenibilità dei servizi erogati». Il ricambio, uno a uno, con un neoassunto per ogni pensionato, potrà tornare solo nel 2019.

Intanto in diversi settori l'età media ha già superato la soglia dei 50 anni, dalla scuola all'università, dai ministeri alle Regioni e alle autonomie locali. Sotto i 40 anni resta un solo comparto, quelle delle forze armate. Nel dettaglio, l'età media degli insegnanti a tempo indeterminato sfiora i 52 così come quella dei medici; per i professori universitari l'età è di oltre 56 anni, mentre per i dirigenti ministeriali di prima fascia quasi 57. E si sale ancora nelle prefetture visto che per i prefetti l'età media è poco sotto i 60 anni.

I comparti più pesanti sono l'istruzione pubblica, il servizio sanitario nazionale e gli enti locali, ma nell'elenco non mancano anche gli altri settori, tra cui gli enti pubblici non economici (Inps, Inail, ordini professionali) e le agenzie (Entrate, Demanio e Dogane). 

Intanto l'età per andare in pensione si allontana sempre più. È stato infatti già stabilito che a partire dal 2016 per uscire saranno necessari quattro mesi in più, quindi nella pubblica amministrazione significa che si passa a 66 anni e sette mesi (oggi 66 e tre mesi).

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