Redazione

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Novità in arrivo per le partite Iva. Come già annunciato dal premier due giorni fa, il governo farà una parziale retromarcia sulle norme relative alla fiscalità di vantaggio introdotte con la legge di Stabilità 2015. C’è un «errore» nella norma che aumenta i contributi per le partite Iva (fino al 33% nel 2018, a livello dei lavoratori dipendenti), ha confermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti intervenendo questa mattina a Radio Anch’io (Rai 1) e per rimediare l’esecutivo «non aspetterà la prossima legge di stabilità».

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La Consulta ha invece deciso, in senso negativo, sulla richiesta referendaria di alcune Regioni che avrebbero voluto abrogare la norma che ha avviato la chiusura di una serie di tribunali e uffici giudiziari.

Kamsin Si dovrà attendere ancora qualche giorno per sapere se la riforma delle pensioni del 2011 potrà essere messa in discussione attraverso un referendum popolare. La Corte Costituzionale, che doveva pronunciarsi ieri sull'ammissibilità del quesito abrogativo presentato dalla Lega Nord, ha rinviato la propria decisione a martedì prossimo, 20 gennaio, alle 20,30. In questo modo la Consulta è venuta incontro alle richieste della stessa Lega ed in particolare di Roberto Calderoli, uno dei promotori dell'iniziativa referendaria.

Calderoli aveva chiesto il rinvio lamentando di non aver ricevuto la comunicazione prevista dalla legge e di non aver potuto quindi produrre la memoria a difesa delle proprie ragioni. A detta dello stesso senatore, è stato accertato che la missiva in questione giaceva in un ufficio postale di Milano. Dunque l'incertezza sul destino della legge Fornero, che tra le altre cose ha cancellato le pensioni di anzianzità e ha introdotto il calcolo contributivo per tutti i lavoratori, si prolungherà fino a martedì sera; anche se la maggior parte degli esperti ritiene che il quesito non sia ammissibile, in quanto norma che fa parte - pur se non direttamente - di una legge di bilancio.

Il quesito della Lega propone di abrogare l'articolo 24 del decreto Salva Italia (Dl 201/2011). Se il quesito passasse, osservano i leghisti, sarebbe cancellato il passaggio al calcolo contributivo proquota per le nuove pensioni, e  tornerebbero le pensioni di anzianità e si ridurrebbe l'età per l'assegno di vecchiaia, fissato oggi per gli uomini a 66 anni e tre mesi.

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La Corte ha accolto la richiesta della Lega di rinvio per mancata notifica. La corte ha dunque rinviato la camera di consiglio al prossimo 20 gennaio alle ore 20,30.

Kamsin Slitta al 20 Gennaio la decisione della Consulta sull'ammissibilità del referendum abrogativo della legge Fornero sulle pensioni, uno dei provvedimenti più importanti (e più contestati) degli ultimi anni, varata dal governo Monti a fine 2011. E' quanto comunica Roberto Calderoli (LN) spiegando che "la Corte ha accolto la nostra richiesta di rinvio per mancata notifica. La corte ha dunque rinviato la camera di consiglio al prossimo 20 gennaio alle ore 20,30 dimostrando sensibilità nei nostri confronti e per i nostri diritti avendo fissato l'udienza all'ultimo giorno previsto dalla legge per concederci più tempo possibile per preparare la nostra memoria difensiva".

La Consulta deve decidere sull'ammissibilità del referendum abrogativo chiesto dalla Lega Nord. Ieri infatti Roberto Calderoli, primo firmatario del quesito, aveva chiesto un rinvio perché una mancata notifica ha impedito al comitato promotore di inviare la propria memoria difensiva.

Il quesito della Lega propone di abrogare l'articolo 24 del decreto Salva Italia (Dl 201/2011). Se il quesito passasse, osservano i leghisti, sarebbe cancellato il passaggio al calcolo contributivo proquota per le nuove pensioni, e  tornerebbero le pensioni di anzianità e si ridurrebbe l'età per l'assegno di vecchiaia, fissato oggi per gli uomini a 66 anni e tre mesi. «Faccio fatica a pensare che la Corte possa avallare una pessima politica», ha detto l'ex ministro Elsa Fornero, «è facile dire eliminiamo una riforma sgradevole ma è molto più difficile dire come».

Il fronte dei contrari alla riforma è comunque ben più ampio della sola Lega Nord. A partire dai sindacati che, con accenti diversi, chiedono di mettere mano all'attuale normativa accusata di essere troppo rigida. La Cisl ad esempio punta su un intervento legislativo, la Cgil non esclude di appoggiare il referendum. Critici sulle regole attuali anche molti esponenti di maggioranza e opposizioni: ad iniziare dai presidenti delle commissioni Lavoro Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi (Forza Italia) il caso degli esodati ha mostrato del resto i limiti della normativa: per dare una pensione a chi aveva perso il lavoro e con la riforma anche i requisiti per l'assegno previdenziale sono stati necessari vari interventi legislativi ad hoc e forse ne serviranno altri.

Tra le ipotesi circolate che circolano c'è il ritorno al sistema delle quote (anni di contributi più età anagrafica) che potrebbe essere fissato a quota 100 (erano 96 nel 2011). Un'altra strada è lasciare al lavoratore la possibilità di uscire prima del tempo con penalizzazioni economiche. Tutte ipotesi destinate a prendere corpo se la Corte dovesse approvare il referendum. Viceversa a scontrarsi con gli stop del Tesoro se la minaccia del voto sarà disinnescata dalla Corte.

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“E’ possibile abrogare la riforma Fornero e creare nuovi posti di lavoro mettendo all’ordine del giorno del Parlamento e nell’agenda di Governo la proposta di legge che IdV ha depositato nei mesi scorsi e che azzererà i danni combinati sugli esodati e propone le migliori soluzioni adottate nei paesi europei. Kamsin La flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione è l’asse principale della nostra proposta per rimettere in moto le assunzioni. Le risorse necessarie sono da noi ben individuate sia nel tetto alle pensioni d’oro che ad una patrimoniale che colpisca quel 10% di grandi ricchi che detengono il 50% della ricchezza del paese.

L’ultima persona che dovrebbe parlare in Italia di riforma pensionistica è proprio Elsa Fornero ex ministro del lavoro del governo Monti che ha creato drammi sociali ai lavoratori, ai pensionati e danni economici a tutto il sistema di imprese in quanto ha bloccato il necessario ricambio generazionale e ha generato il dramma per 350.000 esodati. La Fornero dovrebbe chiedere scusa agli Italiani. Il risultato è che siamo al 50% dei disoccupati per giovane al 13,4% della disoccupazione in Italia mentre in Germani sono al 6.4%. In Italia per colpa della  riforma Fornero dal 2011 al 2014 sono state bloccate circa 700.000 nuove assunzioni di giovani”. E’ quanto si legge in una nota del segretario nazionale idv Ignazio Messina.

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A prescindere dall'esito del referendum il Governo dovrà provvedere a breve ad una correzione del sistema previdenziale reintroducendo, nei fatti, la pensione di anzianità.

Kamsin “Domani sapremo quale sia il pronunciamento della Corte Costituzionale a proposito del referendum promosso dalla Lega sulla abolizione della legge Fornero sulle pensioni. A prescindere dal suo esito, si pone comunque un serio problema di correzione del sistema previdenziale.”cosi’ in una nota il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.

“La riforma del 2011 – sottolinea – ha avuto due effetti controproducenti sul piano sociale: il primo, e’ quello di aver creato una situazione esplosiva, a partire dal problema degli esodati, a causa dell’assenza di gradualita’ nell’innalzamento dell’eta’ pensionistica. Il secondo e’ che andare in pensione di vecchiaia oltre i 67 anni e’ causa di un sostanziale blocco delle assunzioni: non e’ difficile immaginare che se i genitori rimangono inchiodati nel posto di lavoro fino a tarda eta’, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficolta’ una occupazione”.  

“Per questo insistiamo – conclude – nella richiesta di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. Il Pd ha presentato alcune proposte sulle quali il Governo dovra’ confrontarsi. La prima e’ quella di “quota 100″ e la seconda e’ la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi con una penalizzazione massima dell’8%”.

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