Redazione

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Nel 2015 il Governo dovrà garantire un sistema di pensionamenti flessibili che consenta un anticipo dell'età pensionabile di almeno 3 anni. Necessario risolvere i tanti errori della Riforma Fornero.

Kamsin “Condividiamo le opinioni di coloro che nel Governo vogliono introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico”. E' quanto ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera in riferimento all'apertura, ieri, di Gutgeld, consigliere economico di Palazzo Chigi, circa la possibilità di un intervento sulla Riforma Fornero. “Su questo argomento – continua Damiano – il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge, di cui sono primo firmatario, che prevede la possibilita’ per chi ha 35 anni di contributi di andare in pensione a partire dall’eta’ di 62 anni (cd. i pensionamenti flessibili) oppure con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica” ha indicato Damiano. "Ci sono anche altre proposte su cui si può ragionare ma l'obiettivo deve essere chiaro: è necessario introdurre maggiore flessibilità in uscita soprattutto riguardo ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e che non hanno raggiunto l'età per la pensione".

"La nomina di Boeri all'Inps deve essere l'occasione per affrontare quei temi sulla previdenza che sono stati trascurati sino ad oggi. Ricordiamo al commissario in pectore dell’INPS che oltre alla revisione dell'età pensionabile ci sono anche altri temi previdenziali da affrontare con una certa urgenza: ad iniziare dalle ricongiunzioni, gli esodati, l'opzione donna, i macchinisti delle ferrovie e i Quota 96 della scuola. Si tratta di un pacchetto di problemi causati da errori legislativi ai quali va posto riparo se si vuole perseguire un criterio di giustizia sociale. Da non dimenticare anche la stangata sulle partite Iva: anche su questo tema il Governo ha annunciato a breve un intervento" ha detto Damiano. 

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Una nota dell'Inps ammette alla sesta salvaguardia anche i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità ordinaria.

Kamsin La Direzione Centrale Pensioni dell'Inps in risposta ad un quesito presentato dall'Inca Nazionale ha interpretato in senso estensivo la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1 lettera a) della legge 147/2014.

Si tratta del passaggio normativo che ammette ai benefici della sesta salvaguardia i lavoratori "collocati in  mobilità ordinaria a seguito  di   accordi  governativi o  non  governativi, stipulati  entro  il 31 dicembre 2011, cessati dal  rapporto di  lavoro entro il 30 settembre 2012 e  che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche  mediante  il  versamento  di contributi  volontari,  entro  dodici  mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011".

La questione posta dal patronato era relativa alla possibilità o meno di ammettere alla tutela, tra gli altri, anche quei lavoratori che avessero maturato i requisiti anagrafici utili a conseguire il diritto a pensione con le vecchie regole pensionistiche entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità (ordinaria). La norma di legge, infatti, era poco chiara in quanto sembrava ammettere al bonus dei 12 mesi solo coloro che, attraverso la prosecuzione volontaria della contribuzione, maturassero il requisito contributivo mancante al termine dell'indennità di mobilità.

La precisazione dell'Inps indica, invece, che possono fruire della salvaguardia tutti i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi utili a conseguire la pensione di anzianità (o di vecchiaia) entro i 12 mesi dalla scadenza dell'indennità stessa.

Per effetto della novità, ad esempio, potrà fruire della salvaguardia anche un lavoratore che ha terminato la fruizione dell'indennità di mobilità ordinaria il 31 Dicembre 2014 e che perfeziona i 61 anni e 3 mesi di età anagrafica, necessari per maturare il quorum 97,3 (cioè la vecchia pensione di anzianità) entro il 31 Dicembre 2015.

L'inps ha indicato, inoltre, che la percezione dell'indennità di mobilità in deroga e/o l'eventuale rioccupazione dopo il termine della fruizione dell'indennità di mobilità ordinaria non è causa ostativa all'accesso alla salvaguardia in questione.

I lavoratori, per beneficiare della norma in questione, dovranno presentare domanda online all'Inps tramite la procedura webdom entro il 5 gennaio 2015.

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Documenti: Il testo della nota del 19 dicembre 2014

Il sistema di disincentivi per l'accesso alla pensione anticipata sarà archiviato almeno sino al 31 dicembre 2017. "Ora si lavori sulle pensioni flessibili".

Kamsin Le penalità sulle quote retributive dei trattamenti pensionistici anticipati cioè 41 anni 6 mesi per le donne, 42 anni 6 mesi per gli uomini, non troveranno più applicazione per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2017. E' quanto ricorda l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi nell'illustrare le novità contenute nella legge di stabilità il cui testo sarà pubblicato a breve in Gazzetta Ufficiale. "Si tratta, ricorda la Deputata Pd, di un emendamento fortemente voluto dal Pd che pone fine ad una discriminazione nei confronti, soprattutto dei lavoratori che hanno avuto periodi di disoccupazione o di cassa integrazione. "Allo stato attuale la penalità viene applicata se l’età all’atto del pensionamento risulta inferiore a 62 anni ed è pari all’1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 ed elevata al 2% per ogni ulteriore anno rispetto ai 60. Dal 1° gennaio 2015, sino al 2017, la legge di stabilità chiude questo discorso."

Alcuni passi avanti, ricorda la Gnecchi, di recente sono stati fatti anche sull'opzione donna. "Si tratta di un tema su cui l'intera Commissione Lavoro della Camera si è battuta nelle scorse settimane.  Ebbene l’Inps ha precisato che in attesa di valutazioni da parte dei dicasteri competenti, le domande di pensione presentate dalle lavoratrici che perfezioneranno i requisiti anagrafici e contributivi entro il 2015, benché la decorrenza della pensione si collochi oltre fine 2015, non devono essere respinte ma tenute in evidenza".

L'anno prossimo, ricorda l'onorevole, si dovrà lavorare per introdurre una maggiore flessibilità in usita, unica strada per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro ma non hanno ancora raggiunto i requisiti previdenziali: "Ci sono diversi progetti di legge in materia in Parlamento, il Governo apra dunque questo capitolo".

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"Le misure per il lavoro autonomo sono insufficienti e contraddicono quello che il governo afferma a parole, cioè che il lavoro non è soltanto dipendente. Se è così bisogna aiutare anche quella parte del lavoro autonomo costituita dalle libere professioni, anche non regolamentate, per lo più svolte da giovani". Kamsin Così Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, difende le partite Iva dalla legge di Stabilità del governo Renzi in una intervista raccolta da Il Giornale

"Avere fissato il tetto per accedere al regime dei minimi a 15mila euro, rispetto ai precedenti 30mila. Poi, per i lavoratori con partita Iva della gestione separata Inps, non avere fermato l'aumento della contribuzione previdenziale della legge Fornero; un'altra mazzata".

Al giornalista che gli fa notare che quando era ministro anche lui avesse aumentato i contributi per gli autonomi Damiano risponde di aver sbagliato: "ho ammesso questo mio errore alla presenza dei giovani delle partite Iva e lo ribadisco. Nel 2007 ho sbagliato pensando che quel tipo di attività fosse tutta riconducibile al lavoro dipendente e, di conseguenza, che si potesse arrivare ad un tetto di contribuzione del 33%. Lo studio dell'argomento mi ha convinto che nell'ambito del lavoro autonomo ci sono differenze. Alcune partite Iva sono false ed è giusto cancellarle. Ma i giovani che scelgono volontariamente quella strada, devono essere equiparati ai lavoratori autonomi. Serve una riforma strutturale per portare la contribuzione al 24 per cento".

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Dal 1° gennaio 2015 tornano gli automatismi stipendiali per il personale del comparto difesa e sicurezza. Ma non per la dirigenza.

Kamsin Forti criticità esprime Gianni Tonelli, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia sulla legge di stabilità. Solo una notizia positiva denuncia l'Ufficio Studi del Sap nella legge finanziaria. Dal primo gennaio 2015 verranno pagati l' assegno di funzione, gli avanzamenti di qualifica, l'indennità di omogeneizzazione e altri vari automatismi, che saranno percepiti da chi ha maturato tali voci del trattamento economico fisso nel corso degli ultimi 4 anni. Va detto, però, che da questi benefici rimane escluso chi ha un'anzianità di servizio da 0 a 4 anni, da 21 a 27 anni, da 31 a 32 anni e superiore a 36 anni.

Ancora per tutto il 2015, inoltre, rimane il blocco dell'incremento annuale Istat del trattamento economico a favore del personale dirigente e di quello direttivo con trattamento economico dirigenziale. E per lo stesso personale è prevista la proroga, per l'anno prossimo, anche del blocco della progressione automatica degli stipendi. Ma non è tutto.

Il Sap, infatti, sottolinea che la Legge di Stabilità prevede la proroga del blocco dei rinnovi contrattuali e negoziali fino al 31 dicembre del 2015. Un danno non da poco proviene, poi, da un'altra voce. Fino al 31 dicembre 2018, l'ammontare dell'indennità di «vacanza contrattuale» sarà ferma a quella in godimento al 31 dicembre 2013. Il punto è che, sempre secondo il sindacato di polizia, essendo presumibile ipotizzare per i prossimi anni una crescita dell'economia e dunque una conseguente ripresa del tasso inflattivo anche fino al 2 per cento, e siccome, come previsto nelle more del rinnovo contrattuale, deve essere corrisposto lo 0,50 per cento dell'inflazione programmata, il blocco del governo agli attuali parametri deflattivi comporta un danno di un punto
percentuale. Ciò significa che su 3mila euro lordi di stipendio medio, la perdita è di 400 euro l'anno.

Critico il Sap anche sulla norma che introduce un tetto alle pensioni. Anche se la misura necessita di un chiarimento da parte dell'Inps e del ministero del lavoro il provvedimento riguarda tutti coloro che sino al 2011 si sarebbero visti determinare la pensione con il sistema retributivo. Tra questi, dununcia il Sap, molti sono appartenenti alle forze dell'ordine che si sono arruolati prima del dicembre 1980. "Tale personale, che dal 2012 aveva continuato a maturare la pensione con il sistema contributivo, si vedrà decurtata tutta la parte eccedente il superamento la misura della pensione determinata sul massimo della base pensionabile, ovvero dell'80 per cento delle ultime retribuzioni" denuncia il sindacato.

"In soldoni, vi sarà una perdita sulla pensione per ciascun anno lavorato dal 2012 in poi di circa 2540 euro netti medi al mese. Se a ciò si aggiunge che tale personale, accedendo alla pensione con il requisito della vecchiaia, non potrà più ricorrere al cosiddetto moltiplicatore che comporta un incremento del montante contributivo di cinque volte, possiamo stimare che per molti il danno sarà tra i 500 e gli 800 euro mensili per le qualifiche di base" conclude la nota del Sap.

La Legge di Stabilità stabilisce, inoltre, anche presupposti più stringenti per il pagamento delle indennità accessorie (cambio turno, reperibilità, ecc), la diminuzione del trattamento per reparti mobili, ecc. In questo il danno stimato, secondo il Sindacato, è di circa 400 euro procapite l'anno.
Il Sap denuncia anche quello che chiama «furto legalizzato». Il riferimento è ai «50 milioni di euro sottratti dal fondo Inps, ex Inpdap, che viene incrementato dagli interessi attivi della mutualità dei pubblici dipendenti» (forme di assistenza come prestiti, mutui, borse di studio peri quali i poliziotti versano lo 0,35 per cento dello stipendio). Il risultato è di altri 400 euro procapite in meno annuali sul trattamento economico delle donne e degli uomini in divisa.

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