Redazione

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Alcuni 'corvi' si alzano già in volo da sinistra, gracchiando all'indirizzo della Corte Costituzionale che mercoledì si dovrà esprimere in merito al nostro referendum sulla legge Fornero”. Lo dice Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, in riferimento alle dichiarazioni di chi oggi si è detto contrario all’ammissibilità del referendum per l’abrogazione della legge Fornero da parte della Corte Costituzionale. “Tra questi - continua Calderoli - Tiziano Treu dice che ci sono 'ragionevoli motivi' per dichiararlo inammissibile, ma io dico che ci sono oltre 500mila motivi per ritenere inammissibile l'ipotetico furto di democrazia che lui si augura. Oltre mezzo milione di italiani firmando ai nostri gazebo - spiega l’esponente della Lega Nord - hanno espresso la loro volontà di votare. Capisco che qualcuno abbia la fobia delle urne, ma sono fiducioso nella ragionevolezza della Corte”, conclude.

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Quantificati gli effetti della norma che ha riportato a 7o anni l'età della pensione dei magistrati: secondo l'agenzia Ansa, il Csm nell'anno in corso dovrà provvedere a quasi 500 nomine tra capi e "vice" di procure e tribunali. Un picco mai raggiunto. Entro il 2015 dovranno certamente lasciare l'incarico per raggiunti limiti d'età 308 magistrati. A questi se ne dovrebbero aggiungere altri 137 che hanno compiuto i 68 anni di età, in quanto è presumibile che lascino la toga volontariamente. Una scelta resa probabile da un altro aspetto della norma, che preclude l'accesso a nuovi incarichi direttivi a chi non può assicurare i tre anni di permanenza minima nella nuova funzione.

Ad ingrossare il numero di coloro che potrebbero lasciare il servizio c'è anche la norma contenuta nella recente legge di stabilità che non consente piu' di utilizzare gli anni di servizio successivi al 2012 per incrementare la rendita previdenziale rispetto a quanto sarebbe stato conseguito con il sistema retributivo.  

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"Caro Renzi, 'quota 100' applichiamola alle pensioni per fare uscire dal lavoro chi ha 60 anni di età e 40 di contributi e non ai capilista della nuova legge elettorale". Lo ha affermato il presidente della sinistra Pd della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, in una dichiarazione alla vigilia dell'inizio dell'esame in aula al Senato dell'Italicum. Kamsin L'ipotesi dell'ex ministro del lavoro, supportata dalla minoranza dem, chiede l'approvazione entro il mese di Febbraio di uno strumento di flessibilità in uscita per migliaia di lavoratori rimasti intrappolati nelle maglie della Riforma Fornero. In questo modo, osserva Damiano, potrebbero essere risolti quei tanti capitoli oggi ancora rimasti aperti ad iniziare dal fenomeno degli esodati.

La Quota 100 - Si tratta di una proposta che mira a reintrodurre la pensione di anzianità abolita dal 1° gennaio 2012 dalla Riforma Fornero. In sostanza il lavoratore potrà conseguire il trattamento pensionistico anticipato al perfezionamento di una quota determinata dalla somma di un requisito anagrafico unito a quello contributivo. In altri termini per raggiungere quota 100 sarebbe necessario perfezionare almeno 60 anni di età e 40 anni di contributi oppure un'età anagrafica superiore ed un maturato contributivo inferiore (es. 62 anni anni e 38 di contributi). In ogni caso le finestre mobili, quel sistema di slittamento occulto della pensione, abolito (o meglio disapplicato) dalla Riforma del 2011, non dovrebbero rivedere la luce.

Le quote necessarie tuttavia sarebbero un pò piu' elevate rispetto a quanto previsto dalla tabella B allegata alla legge 243/04 che regolava la vecchia pensione di anzianità. Nel 2015 infatti, se la Riforma Fornero non fosse entrata in vigore, sarebbe stata richiesta una quota pari a 97,3 per i lavoratori dipendenti e 98,3 per gli autonomi con un minimo di 61 anni e 3 mesi (62 anni e 3 mesi per gli autonomi). Con il progetto in parola si dovrà, quindi, comunque restare sul lavoro alcuni anni in piu' rispetto alla vecchia normativa ma non sarebbe prevista alcuna decurtazione sul trattamento pensionistico (almeno da quanto oggi è dato sapere). 

L'ipotesi è solo una delle tante sul tavolo di Palazzo Chigi. Lo stesso Damiano ha presentato un altro progetto di legge che consentirebbe di accedere alla pensione con 62 anni e 35 di contributi ma qui al prezzo di una decurtazione sull'assegno.

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Nel 2015 il Governo dovrà garantire un sistema di pensionamenti flessibili che consenta un anticipo dell'età pensionabile di almeno 3 anni. Necessario risolvere i tanti errori della Riforma Fornero.

Kamsin “Condividiamo le opinioni di coloro che nel Governo vogliono introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico”. E' quanto ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera in riferimento all'apertura, ieri, di Gutgeld, consigliere economico di Palazzo Chigi, circa la possibilità di un intervento sulla Riforma Fornero. “Su questo argomento – continua Damiano – il Partito Democratico ha depositato una proposta di legge, di cui sono primo firmatario, che prevede la possibilita’ per chi ha 35 anni di contributi di andare in pensione a partire dall’eta’ di 62 anni (cd. i pensionamenti flessibili) oppure con 41 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ anagrafica” ha indicato Damiano. "Ci sono anche altre proposte su cui si può ragionare ma l'obiettivo deve essere chiaro: è necessario introdurre maggiore flessibilità in uscita soprattutto riguardo ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e che non hanno raggiunto l'età per la pensione".

"La nomina di Boeri all'Inps deve essere l'occasione per affrontare quei temi sulla previdenza che sono stati trascurati sino ad oggi. Ricordiamo al commissario in pectore dell’INPS che oltre alla revisione dell'età pensionabile ci sono anche altri temi previdenziali da affrontare con una certa urgenza: ad iniziare dalle ricongiunzioni, gli esodati, l'opzione donna, i macchinisti delle ferrovie e i Quota 96 della scuola. Si tratta di un pacchetto di problemi causati da errori legislativi ai quali va posto riparo se si vuole perseguire un criterio di giustizia sociale. Da non dimenticare anche la stangata sulle partite Iva: anche su questo tema il Governo ha annunciato a breve un intervento" ha detto Damiano. 

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Una nota dell'Inps ammette alla sesta salvaguardia anche i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità ordinaria.

Kamsin La Direzione Centrale Pensioni dell'Inps in risposta ad un quesito presentato dall'Inca Nazionale ha interpretato in senso estensivo la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1 lettera a) della legge 147/2014.

Si tratta del passaggio normativo che ammette ai benefici della sesta salvaguardia i lavoratori "collocati in  mobilità ordinaria a seguito  di   accordi  governativi o  non  governativi, stipulati  entro  il 31 dicembre 2011, cessati dal  rapporto di  lavoro entro il 30 settembre 2012 e  che perfezionano, entro il periodo di  fruizione dell’indennità di  mobilità, ovvero, anche  mediante  il  versamento  di contributi  volontari,  entro  dodici  mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti previdenziali vigenti al 31.12.2011".

La questione posta dal patronato era relativa alla possibilità o meno di ammettere alla tutela, tra gli altri, anche quei lavoratori che avessero maturato i requisiti anagrafici utili a conseguire il diritto a pensione con le vecchie regole pensionistiche entro i 12 mesi dal termine dell'indennità di mobilità (ordinaria). La norma di legge, infatti, era poco chiara in quanto sembrava ammettere al bonus dei 12 mesi solo coloro che, attraverso la prosecuzione volontaria della contribuzione, maturassero il requisito contributivo mancante al termine dell'indennità di mobilità.

La precisazione dell'Inps indica, invece, che possono fruire della salvaguardia tutti i lavoratori che maturano i requisiti anagrafici e contributivi utili a conseguire la pensione di anzianità (o di vecchiaia) entro i 12 mesi dalla scadenza dell'indennità stessa.

Per effetto della novità, ad esempio, potrà fruire della salvaguardia anche un lavoratore che ha terminato la fruizione dell'indennità di mobilità ordinaria il 31 Dicembre 2014 e che perfeziona i 61 anni e 3 mesi di età anagrafica, necessari per maturare il quorum 97,3 (cioè la vecchia pensione di anzianità) entro il 31 Dicembre 2015.

L'inps ha indicato, inoltre, che la percezione dell'indennità di mobilità in deroga e/o l'eventuale rioccupazione dopo il termine della fruizione dell'indennità di mobilità ordinaria non è causa ostativa all'accesso alla salvaguardia in questione.

I lavoratori, per beneficiare della norma in questione, dovranno presentare domanda online all'Inps tramite la procedura webdom entro il 5 gennaio 2015.

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Documenti: Il testo della nota del 19 dicembre 2014

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