I lavoratori dipendenti di aziende del settore privato potranno ricevere un bonus completamente esentasse dall'azienda sino a 200 euro per contrastare, seppure in parte, il caro carburante. Lo prevede l'art. 2 del dl n. 21/2022, il decreto energia, in vigore dal 23 marzo.
Con il conflitto russo-ucraino che non accenna a risolversi, il legislatore ha avviato una serie di interventi per attutire i gravi effetti della nuova crisi sulle tasche degli italiani. Oltre all'ampliamento della soglia ISEE per il bonus energia e gas viene prevista la possibilità per le aziende del settore privato (sono escluse le Pa ed i soggetti privi della qualifica di imprenditore come ad esempio associazioni e studi professionali) di riconoscere per il solo 2022 ai propri lavoratori dipendenti di «buoni benzina o analoghi titoli» per l'acquisto di carburante. Si tratta di un beneficio ceduto a titolo gratuito nel limite di 200 euro (raggiungibile con uno o più buoni) per lavoratore, che non andrà a cumularsi sul reddito imponibile del lavoratore stesso, dunque esentasse.
Si tratta sostanzialmente di una nuova forma di benefit aziendale a discrezione delle imprese per alleviare i pendolari in questa fase critica di aumento del prezzo dei carburanti. La misura è stata finanziata per per 9,9 milioni di euro per il 2022 e 0,9 milioni di euro per il 2023 e prescinde, a differenza del bonus energia e gas, dall'ISEE del lavoratore.
La misura si aggiunge ai fringe benefit, concedibili entro la soglia dei 258,23 euro annui (soglia raddoppiata nel biennio 2020-2021 come forma di contrasto alla crisi pandemica), che possono consistere anche in buoni carburanti. Pertanto nel 2022 i buoni-carburanti riconosciuti sino a 200 euro e/o a 458,23 euro (se si utilizzano anche i fringe benefit) non concorreranno a formare il reddito dei lavoratori dipendenti.