Contagi covid, secondo l'Inail a gennaio 2022 si è toccato il numero più alto dal 2020: esattamente 16.779. Ad attestarlo è il 24° report curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, pubblicato il 22 febbraio scorso sul sito dell'Inail. Il mese appena trascorso sarebbe dunque dietro solo a novembre, marzo, dicembre, ottobre e aprile del 2020.
Il dato dello scorso mese di gennaio segna un aumento percentuale del 10,6 rispetto all'ultimo mese del 2021 e porta a 211.390 il totale dei casi di covid originatisi in ambienti di lavoro e denunciati all'Inail, mentre i decessi sono dall'inizio dell'emergenza sanitaria 823, 12 in più rispetto all'ultima rilevazione, ma tutti verificatisi nei mesi precedenti e conteggiati solo ora.
I casi totali di contagio del virus dovuti ad attività lavorative e denunciati all'Inail costituiscono più di un sesto del totale degli infortuni denunciati a partire dal gennaio del 2020 e corrispondono all'1,9% dei contagiati dichiarati dall'Istituto superiore di Sanità.
Per quel che riguarda la distribuzione geografica della diffusione del virus, l'Inail rileva che la porzione di territorio più colpita è il nord-ovest con il 43% delle denunce da inizio pandemia e con la Lombardia (25,6%) in testa tra le regioni e in particolare la provincia di Milano. Segue il nord-est con il 23,5% dei casi (Veneto al 10,2%), centro al 15,5% (Lazio in testa con il 6,9%), sud al 12,9 e isole 5,1%.
Covid sul lavoro, più contagi tra le donne e scende l'età media
Le lavoratrici pagano il prezzo più alto in termini di contagi, stando ai dati presentati dall'Inail rappresentano il 68,3% delle denunce pervenute. Solo al sud, esattamente in Sicilia e Campania la componente maschile supera quella femminile nella diffusione del virus nei luoghi di lavoro.
L'età media dei contagiati, invece, a gennaio 2022 è di 44 anni e mezzo e scende rispetto a quella media di 46 anni da inizio emergenza sanitaria. In particolare, la maggior parte delle denunce (41,7% del totale) insiste sulla classe 50-64 anni, poi vengono la fascia 35-49 anni (36,6%), sotto i 35 anni (19,8%) e sopra i 64 anni (1,9%).
Per quel che riguarda la nazionalità dei lavoratori, l'Inail ci dice che gli italiani sono l’87,0%, mentre il 13,0% sono lavoratori stranieri, di cui rumeni (21,0% dei contagiati stranieri), peruviani (12,6%), albanesi (8,1%), moldavi (4,5%), ecuadoriani (4,1%) e svizzeri (4,0%).
La crescita del covid nel settore sanitario e dell'assistenza
Se si guarda, infine, ai casi di contagio in ambiente professionale dal punto di vista del settore di attività, l'Inail registra che dall'inizio della pandemia nella sanità e assistenza sociale si è verificato il 63,9% delle denunce. Un settore che pure è stato in costante discesa come incidenza per tutto il primo semestre del 2021 rispetto all'anno precedente, ma che è cresciuto di nuovo nei mesi successivi con duemila casi nel dicembre dell'anno scorso e 5.000 a gennaio 2022.
Una parabola diversa invece hanno avuto altri comparti che nel 2021 sono stati sopra per numero al 2020 e così anche a gennaio di quest'anno come per esempio il trasporto e magazzinaggio che ci dice Inail “nel primo mese del 2022 ha raggiunto anche il numero più elevato di denunce da inizio pandemia”.