Dal 1° maggio 2015 i lavoratori impiegati in contratti di lavoro subordinato (anche a tempo determinato) che abbiano perso involontariamente la propria occupazione possono contare sulla Naspi, il nuovo sostegno contro la disoccupazione introdotto con il Jobs Act che ha sostituito sia l'Aspi che la Mini-Aspi. Rimangono esclusi i lavoratori dipendenti pubblici con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
L'importo della Naspi è legato a doppio filo con la retribuzione imponibile previdenziale (comprensiva degli elementi continuativi e non continuativi del rapporto di lavoro e delle mensilità aggiuntive corrisposte al lavoratore) degli ultimi quattro anni. L'importo è infatti pari a tale retribuzione divisa per il numero di settimane di contribuzione di effettiva prestazione lavorativa (comprensiva dei contributi figurativi per congedo di maternità e dei periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino agli 8 anni di età nel limite di cinque giorni lavorativi nell'anno solare, eventi che sono trattati come effettiva prestazione lavorativa) e moltiplicata per il numero 4,33, con i seguenti limiti:
L'indennità mensile spettante al lavoratore è pari al 75% dell'importo ottenuto dal calcolo sopra indicato fino al tetto limite di retribuzione pari a 1.227,55 euro mensili (anno 2021). Nelle ipotesi in cui la retribuzione di riferimento sia superiore al predetto importo massimo, la misura dell'indennità dovrà essere incrementata di una somma pari al 25% del differenziale tra la retribuzione mensile superiore ed il predetto importo massimo. L'indennità mensile, in ogni caso, non potrà superare 1.335,4 euro mensili. Gli indicati valori massimi sono rivalutati annualmente sulla base delle variazioni Istat. Dal primo giorno del quarto mese di fruizione, inoltre, l'indennità è ridotta del 3% al mese.
La Durata. L'altra caratteristica della Naspi è che non ha una durata prefissata: spetta, infatti, per un numero di settimane pari alla metà di quelle di contribuzione accreditate al lavoratore negli ultimi quattro anni. Quindi può durare sino ad un massimo di 2 anni dall'inizio.
Cerchiamo dunque di comprendere, con un esempio, come verrà calcolato l'assegno. Si immagini, come nella tavola seguente, un lavoratore che perde il posto di lavoro involontariamente nel secondo semestre del 2021 e che abbia lavorato nei 4 anni antecedenti alla disoccupazione con una retribuzione complessiva (lorda) di 104mila euro.
Per determinare l'assegno Naspi il decreto prevede che si dovrà dapprima calcolare la retribuzione media settimanale degli ultimi 4 anni (104mila euro/208 settimane) = 500 euro; quindi moltiplicarla per il coefficiente 4,33 per determinare la retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni (2.165 euro nell'esempio).
A questo punto, dato che la retribuzione media mensile risulta superiore a 1.227,55 euro occorre un doppio calcolo. Prima si determina la prestazione base (il 75% di 1.227,55 euro) cioè 920,66 euro. A questo importo va sommato il 25% del differenziale tra il reddito del lavoratore e l'importo soglia (1.227,55) [(2.165 - 1.227,55) x 25% = 234,36 euro]. L'assegno sarà dunque pari a 920,66 euro + 234,36 euro = 1.155,02 euro.
In ogni caso l'assegno così determinato non può superare il tetto massimo di 1.335,4 euro, livello che si raggiunge in corrispondenza di una retribuzione media pensionabile di circa 2800 euro al mese. Quanto alla durata nel caso di specie sarà pari ad 104 settimane con un importo ridotto del 3% ogni mese a decorrere dal 4° mese di fruizione. Quindi dal 91° giorno di fruizione l'importo si ridurrà progressivamente.