Lavoro

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Il voto finale sulla delega per la Riforma del Mercato del Lavoro è previsto per il 26. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula è fissato per venerdì.

Kamsin Nuove tensioni sul Jobs act e sull'articolo 18 tra il Governo e la maggioranza. Il sottosegretario al ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, ha annunciato che oggi presenterà in commissione Bilancio della Camera di un emendamento sul tema dell'articolo 18 e ha cosi' innescato le critiche del Nuovo centrodestra, principale alleato del Pd di Renzi.

"Il Governo" ha detto il Sottosegretario Bellanova, "presentera' un emendamento per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie di indennizzo, che prevedono il reintegro". La proposta di modifica, secondo quanto si apprende, sara' solo una riformulazione e non conterra' novita' di merito. In particolare sara' introdotto il reintegro nei casi di licenziamento disciplinare in cui le motivazioni addotte dall'azienda vengano riconosciute nulle o inesistenti. L'annuncio, come detto, non e' piaciuto al partito di Angelino Alfano. Maurizio Sacconi, capogruppo di Ncd a palazzo Madama ed ex ministro del Lavoro, e' stato chiaro: "Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza".

Ma è la stessa Bellanova a gettare acqua sul fuoco precisando che resta ferma la reintegra per i licenziamenti discriminatori, per i licenziamenti economici e' previsto un indennizzo economico crescente con l'anzianita', mentre per i licenziamenti disciplinari ingiustificati e' previsto il reintegro sul posto di lavoro per talune specifiche fattispecie che definiremo nei decreti delegati. Non capisco", ha concluso, "le ragioni del pandemonio che si e' creato".

Ieri, intanto, è stato approvato un altro emendamento che limita lo stop alla cassa integrazione: non arriverà più, come stabilito nel testo approvato dal Senato, in caso di semplice cessazione di attività ma solo in caso di «cessazione definitiva di attività». Gli assegni continueranno ad essere pagati, in sostanza, se c’è la concreta possibilità di una riconversione dell’impianto anche se la produzione è ferma ormai da tempo.

Una volta finito l’esame in commissione, il Jobs act arriverà in Aula entro il 21 novembre, con il voto finale previsto per il 26.

Zedde

E' iniziato l'esame dei 480 emendamenti al disegno di legge delega sulla Riforma del Mercato del Lavoro. Il Provvedimento è atteso venerdì in Aula per il voto finale.

Kamsin Delega sul Jobs Act al rush finale. I lavori in Commissione a Montecitorio dovranno concludersi entro giovedì in quanto il giorno successivo il provvedimento è atteso dall'Assemblea per il voto finale. Poi il testo della delega dovrà poi tornare al Senato per la terza lettura. E' questa la tempistica con cui il provvedimento vedrà la luce secondo il calendario di marcia fissato da Palazzo Chigi. Una volta ottenuto il via libera dal Parlamento sulla delega, il governo intende approvare, entro la fine di dicembre, almeno un paio di decreti attuativi che daranno sostanza e contenuto al Jobs act. Soprattutto per quanto riguarda l'introduzione del contratto a tutele crescenti.

Ed è su questo terreno il nodo più difficile con lo scontro sui licenziamenti disciplinari. Il governo si prepara a compilare una lista di fattispecie che comporteranno il reintegro invece che l’indennizzo. Ma sull’estensione della casistica dentro la maggioranza si scontrano filosofie opposte. L’Ncd chiede che il reintegro sia limitato a pochi casi assimilabili alla discriminazione mentre la minoranza Pd auspica che il licenziamento sia confinato alle violazioni più gravi. 

Secondo quanto anticipato dal Governo i casi specifici in cui sarà ammissibile il reintegro dipenderà dalla “procedibilità”: se il reato di cui è ingiustamente accusato il dipendente licenziato è “procedibile d’ufficio” allora il giudice potrà anche disporre il reintegro; se invece il reato di cui si è accusati è procedibile solo a querela, allora - sempre casomai fosse un’accusa falsa e insussistente - il licenziato avrà solo l’indennizzo monetario.

I capitoli su cui si interverrà, oltre all'articolo 18, riguardano il controllo a distanza, il sostegno alle cure parentali e una tutela aggiuntiva per le donne che hanno subito violenza.

Cesare Damiano, presidente pd della commissione, tra i protagonisti della mediazione, è ottimista: «Se tutto fila liscio, si va spediti». Quanto ad altri aggiustamenti: «Se c’è qualcosa che non mette in discussione l’impianto della delega, si fa». Terreno minato, perché l’Ncd sembra intenzionato a resistere, come spiega il capogruppo in commissione Sergio Pizzolante: «I contenuti dell’articolo 18 sono quelli concordati tra il ministro Poletti e il senatore Sacconi e non quelli interni al Pd. Le modifiche al testo del Senato possono riguardare solo limitatissimi casi assimilabili ai licenziamenti discriminatori». Riferimento alla novità (rispetto al Senato) del reintegro per i licenziamenti disciplinari. Fattispecie che sarà dettagliata solo nei decreti delegati (emanati dal governo, dopo il via libera dato dal Parlamento con la legge delega).

Ieri è stato respinto un emendamento M5S che chiedeva la soppressione della delega, con 23 voti contrari e 15 a favore. In commissione, il governo conta su una maggioranza di 26 membri su 46 (21 pd, 2 ncd e 3 centristi).

Zedde

Saranno specificati in un decreto delegato che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2015 i casi in cui il dipendente illegittimamente licenziato per motivi disciplinari potra' essere reintegrato sul posto di lavoro. Kamsin In tutti gli altri casi al dipendente spetterà solo un risarcimento monetario progressivo in base all'anzianità di servizio.

Stesso destino anche per i licenziamenti per motivi economici. E' questo in sintesi l'accordo raggiunto tra Governo e minoranza Dem sulla revisione dell'articolo 18 per i neo-assunti con contratti a tempo indeterminato dal prossimo 1° gennaio 2015. Accordo che ora dovrà essere rapidamente fissato nella legge delega.

Il nuovo articolo 18 - La delega sul mercato del lavoro prevede per tutti i nuovi assunti (giovani emeno giovani, disoccupati o al primo inserimento o anche nel caso di passaggio da un lavoro un altro) il contratto a tutele crescenti. Che sarà il "nuovo" contratto a tempo indeterminato. In pratica per tutti i nuovi assunti varranno le modifiche concordate sull’articolo 18: reintegro solo per i casi di licenziamento discriminatorio oppure per i «casi gravi» di licenziamento disciplinare illegittimo. Nelle altre situazioni al lavoratore spetterà solo un indennizzo crescente in base all’anzianità aziendale.

Secondo quanto anticipato dal Governo i casi specifici in cui sarà ammissibile il reintegro dipenderà dalla “procedibilità”: se il reato di cui è ingiustamente accusato il dipendente licenziato è “procedibile d’ufficio” allora il giudice potrà anche disporre il reintegro; se invece il reato di cui si è accusati è procedibile solo a querela, allora - sempre casomai fosse un’accusa falsa e insussistente - il licenziato avrà solo l’indennizzo monetario. Ma in ogni caso le regole saranno, per l'appunto, specificate nel decreto delegato.

Le Altre modifiche - Il Jobs act interviene anche sull’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori che, di fatto, vieta il demansionamento. La delega a rivedere la disciplina delle mansioni, in modo da «contemperare l’interesse dell’impresa all’utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l’interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita». Ma in tali casi lo stipendio non potrà essere ridotto. Altri ritocchi riguardano i sistemi di controllo a distanza con l'indicazione che il controllo potrà riguardare solo i macchinari ed i beni dell'impresa e non i lavoratori. Inoltre l'applicazione dell'Aspi sarà estesa ai Cococo mentre saranno cancellate le forme di lavoro piu' precario come i Co.Co.Pro e ci sarà una stretta sulla false partite Iva.

Zedde

Il Governo dovrà fissare le varie tipologie che prevedono la riassunzione in caso di licenziamenti per motivi disciplinari. Restano le tutele crescenti per i licenziamenti per motivi economici. Controlli a distanza piu' soft. 

Kamsin L'intesa raggiunta ieri tra Renzi e la minoranza Dem dovrebbe portare ad una riscrittura di alcuni punti della delega sulla Riforma del Lavoro. In primis la normativa sull'articolo 18.  L'accordo affida il compito al Governo di regolare, nei decreti delegati, in termini precisi e puntuali il reintegro anche in alcuni casi di licenziamenti disciplinari.

Sui licenziamenti economici l'ordine del giorno approvato dalla direzione Dem prevede invece una disciplina che "sostituisca l'incertezza e la discrezionalità di un procedimento giudiziario con la chiarezza di un indennizzo economico certo e crescente con le anzianità di servizio". Ma in ogni caso senza la possibilità di reintegra. Non cambia nulla, invece, per quelli discriminatori (per motivi di razza, religione o idee politiche, per esempio) per i quali sarà previsto il reintegro, punto in realtà mai messo in discussione.

In tutti i casi le innovazioni normative riguarderanno esclusivamente i neo assunti. Per gli altri lavoratori ai quali si applica attualmente l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (nelle aziende con più di quindici dipendenti) non cambierà nulla.

I controlli a distanza - Novità anche sui controlli a distanza. Con l'accordo il governo potrà consentire l'uso delle telecamere o delle altre strumentazioni tecnologiche sui luoghi di lavoro a condizione che tali controlli siano diretti sui macchinari e non sui lavoratori. Secondo il governo questo era già chiaro nel testo approvato dal Senato ma poiché dalla minoranza dem veniva una richiesta di maggiore chiarezza, un emendamento ne fisserà meglio i contorni.

Non cambia, invece, il capitolo sul demansionamento: in casi di ristrutturazione aziendale, il datore di lavoro, con la disponibilità del lavoratore che così non perderà l’occupazione, potrà inquadrare a un livello inferiore il dipendente senza ridurre però la retribuzione.

Ammortizzatori sociali - L'accordo raggiunto riguarda anche gli ammortizzatori sociali con la promessa dell'esecutivo di incrementare lo stanziamento previsto nella legge di stabilità. Le risorse potrebbero passare dagli attuali 2 miliardi indicati nella legge di Stabilità a circa 3,4 miliardi, comprensivi dei 700 milioni circa per la cassa integrazione in deroga. Sui contratti c'è la conferma del governo di ridurre i contratti precari con una stretta sulle collaborazioni e le false partite Iva.

Zedde

E' scaduto oggi il termine per la presentazione degli emendamenti al Jobs Act. Otre 600 le proposte emendative arrivate. Bellanova: Margini per cambiare ristretti.

Jobs Act sempre più a rischio fiducia. Sono stati fatti presentati oggi in commissione alla Montecitorio oltre 600 emendamenti al disegno di legge delega in materia di riforma del lavoro. Il chè rende più difficile una rapida approvazione del testo come voluta dal governo. Il premier, infatti, punta ad ottenere un via libera in tempi brevi al progetto di riforma del mercato del lavoro, in modo da poter renderla operativa già dal prossimo 1° gennaio. Del resto, fonti vicine a Palazzo Chigi confermano che due decreti legislativi sono ormai pronti e riguardano il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (con la limitazione dell'articolo 18 in favore dei neo-assunti), e la riforma degli ammortizzatori sociali.

Kamsin Sulle barricate però la minoranza Dem che sollecita diverse modifiche al testo licenziato dal Senato. La minoranza chiede, infatti, di esplicitare il contenuto dell'ordine del giorno votato della direzione nazionale del Partito Democratico sull'individuazione dei casi più gravi, per i quali dovrà essere mantenuta la reintegra il posto di lavoro. Il governo vuole specificare tali casi solo con i decreti delegati.

Altri punti di attrito sono in materia di demansionamento, per i quali la minoranza chiede che sia attribuito un ruolo alla negoziazione con i sindacati, e ai controlli a distanza dove chiede che i controlli possano riguardare solo gli impianti e non i lavoratori.

La presentazione degli emendamenti è vista dal Governo come un tentativo di ostruzionismo e dunque, come ha indicato ieri il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, aumenta le probabilità del ricorso ad un voto di fiducia. Il Sottosegretario sottilinea, peraltro, come i tempi siano ristretti: ddl delega deve essere approvato prima della legge di stabilità, e, quindi la prossima settimana il testo dovrà andare in aula per la sua votazione".

Zedde

Oltre 600 emendamenti presentati alla Camera sul disegno di legge delega in materia di lavoro cosiddetto Jobs act. Rischi è quindi slittare l'approvazione in tempi brevi del ddl delega

La Cigl annuncia lo sciopero generale per il prossimo 5 Dicembre contro le misure contenute nel Jobs Act e la legge di stabilità. Richiesta anche l'apertura di un tavolo di confronto sulle pensioni.

La Cgil ha proclamato per il 5 dicembre uno sciopero generale di otto ore, con manifestazioni a livello territoriale, contro la legge di Stabilita' e il Jobs Act. Lo ha annunciato il segretario del sindacato, Susanna Camusso, che ha rivolto la proposta anche a Cisl e Uil, nella speranza di garantire una loro partecipazione alla mobilitazione generale.

Kamsin "La proposta parte dalle richieste venute dalle piazze del 25 ottobre e dell'8 novembre e dalla volonta' di salvaguardare tutti i punti delle iniziative unitarie in atto, a partire dalla decisione dello sciopero della scuola e del pubblico impiego", ha dichiarato Camusso. La scelta del 5 dicembre, ha spiegato, risponde all'esigenza di raccogliere la mobilitazione unitaria gia' decisa dai sindacati della scuola e dalla volonta' di proseguire la protesta espressa dai lavoratori pubblici con la manifestazione di sabato a Roma. La convocazione da parte del ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, per il 17 novembre, non cambia la situazione dal momento che secondo il leader della Cgil il Governo non ha intenzione di cambiare in modo strutturale la Legge di Stabilita'.

Governo Convoca le Parti Sociali per il 17 Novembre
Ad ogni modo le Organizzazioni sindacali sono state convocate a Palazzo Chigi dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione per lunedì 17 novembre, alle ore 19. All’ordine del giorno, gli interventi riguardanti la Pubblica Amministrazione. Sul tavolo ci sarà l'avvio di un confronto sulle questioni aperte dell’occupazione, del fisco, dei contratti, delle pensioni.

Zedde

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