In prima battuta erano state rigettate dall'Inps due domande su tre delle arrivate per l'Ape sociale, e il 70% di quelle arrivate per lavoro precoce (nel complesso era stato detto no a 44.000 richieste su 66.000). Grazie a nuovi indirizzi messi a punto dal ministero del Lavoro in cui è stata affermata la possibilità che ci siano periodi di rioccupazione non superiori a sei mesi dal termine dell'ammortizzatore sociale le percentuali dovrebbero essere superiori.
I nuovi criteri
Come si ricorderà il messaggio inps 4195 ha chiarito che eventuali rapporti di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi o tramite i cd. voucher, svolti dal richiedente nel periodo successivo alla conclusione della prestazioni di disoccupazione, non determinano il venir meno dello stato di disoccupazione. E dunque non pregiudicano il diritto all'Ape sociale o al beneficio per i lavoratori precoci (qui i dettagli). In tal caso l'Inps procederà al riesame d'ufficio delle istanze di accesso che siano state respinte sulla base di criteri di verifica più restrittivi.
Da registrare anche l'ulteriore apertura da parte del Ministero del Lavoro alla valorizzazione della contribuzione estera per integrare i 30/36 anni di contributi per conseguire l'ape sociale (per i lavoratori precoci la contribuzione estera è stata, invece, riconosciuta sin dall'inizio valida al fine di guadagnare i 41 anni di contributi sulla scorta che si tratta, al pari della pensione anticipata con requisiti standard, di una normale prestazione pensionistica). Al riguardo l'Inps ha fornito le relative istruzioni nel messaggio 4170/2017 pubblicato lo scorso 24 ottobre. Su questo punto tuttavia è rimasta ancora dubbia la possibilità del riesame d'ufficio delle istanze presentate entro il 15 luglio 2017.
Nonostante i differenti criteri di valutazione dei requisiti di accesso restano però ancora oggi molte criticità circa la liquidazione effettiva della prestazione di Ape sociale e della pensione anticipata con i requisiti ridotti per i cd. lavoratori precoci, un'attesa estenuante che sta andando avanti dal 1° maggio 2017. E continuano a rimanere molte sacche di esclusi. In particolare dimenticati dalla tutela sono i lavoratori autonomi e i parasubordinati in stato di disoccupazione, i lavoratori che non hanno goduto dell'ammortizzatore sociale per non aver prodotto la domanda in tempo o perchè in carenza dei requisiti, i lavoratori in stato di disoccupazione per la scadenza di un contratto a termine.
Il prossimo anno l'Ape sociale ed il beneficio precoci saranno comunque leggermente estesi. Il Governo ha accolto con la legge di bilancio l'estensione delle misure, infatti, anche ai lavoratori la cui disoccupazione sia conseguenza della scadenza naturale di un contratto a termine a condizione però che sussistano almeno 18 mesi di lavoro subordinato nei 36 mesi antecedenti la cessazione dal lavoro e uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio per le lavoratrici madri entro un massimo di due anni (qui i dettagli). E ulteriori ampliamenti potrebbero essere accolti durante l'esame parlamentare della legge di bilancio.