Così Tiziana, residente in via Santachiara, separata con un figlio, ha dovuto sopravvivere per ben sette anni senza né uno stipendio, né la pensione. «Fino a qualche anno fa lavoravo in una ditta di moda che poi ha chiuso. Sono andata in mobilità, poi però ho dovuto cercare una nuova fonte di reddito - racconta Tiziana - Ho lavorato nel locale di Migliarina per circa un mese e mezzo: i titolari a più riprese mi hanno promesso che prima o poi avrebbero regolarizzato la mia posizione. Poi, vedendo che non arrivavano né soldi né contratto, sono andata all’Ispettorato del lavoro per denunciare il mio caso. La pratica è andata avanti e il locale è stato multato per non avere versato i contributi per il periodo in cui ho lavorato in nero. Contemporaneamente, alla fine del 2014, l’Inps mi ha comunicato che la mia domanda di pensionamento era stata accettata nella categoria degli esodati. Una settimana dopo mi è arrivata un’altra lettera, questa volta dell’Ispettorato del lavoro: hanno accertato che ho lavorato nel locale per un mese e mezzo. La ditta, pertanto, è stata sanzionata e, allo stesso tempo, ho ricevuto la convalida di un mese e mezzo di contributi per un lavoro a tempo indeterminato. Questo attraverso un intricato percorso burocratico con il quale l’Ispettorato ha dovuto sostituirsi al datore di lavoro assumendomi a tempo indeterminato. Questo, se da un lato ha regolarizzato un periodo di contributi, dall’altro mi ha fatto sospendere la pensione al 2020, perché esodata».
Dopo le enormi difficoltà di questi anni, Tiziana ha visto la luce in fondo al tunnel. «Finalmente, grazie all’interessamento dell’onorevole Marialuisa Gnecchi e di Davide Baruffi, e grazie alla firma del decreto con cui le persone nate nel 1952 possono andare in pensione un po’ prima, ho potuto accedere al mio diritto alla pensione - prosegue Tiziana - il 21 giugno scorso ho percepito la prima rata di pensione con 840 euro. Devo ringraziare anche il Comune che in questi anni mi ha messo a disposizione il bando anticrisi con cui ho potuto tirare un po’ di sollievo». Tiziana ha accettato di raccontare il suo caso inizialmente per denunciare la difficile situazione degli esodati e ora per sottolineare che, come insegna la sua esperienza, c’è speranza che si possa trovare una soluzione».