La verifica è stata effettuata sulla base della contribuzione attualmente accreditata in favore degli assicurati. La tabella (si veda a lato) messa a disposizione dal Governo alla Commissione Lavoro, riporta in apposita colonna, la prima decorrenza utile della pensione in salvaguardia degli 82 lavoratori cessati da Poste italiane. Dalla lettura dei dati forniti dall'Inps, si evidenzia che: 1) 1.542 soggetti non possiedono al momento della verifica contribuzione accreditata sufficiente per accedere alla pensione in salvaguardia; 2) 1.779 soggetti, per i quali la decorrenza della pensione in salvaguardia si sarebbe collocata entro il 6 gennaio 2017 – termine ultimo per la fruizione della ed. «settima salvaguardia» – non possiedono una delle condizioni accessorie richieste; 3) 3.099 soggetti possono ottenere la pensione in salvaguardia nel periodo 7 gennaio 2017-31 dicembre 2018; 4) 10.911 soggetti possono ottenere la pensione in salvaguardia fra il 1o gennaio 2019 e il 31 dicembre 2045.
I dati forniti dal sottosegretario, è bene ricordarlo, sono parziali, dato che l'analisi riguarda i soli soggetti che hanno presentato domanda di accesso alla pensione in salvaguardia pur non avendone tutti i requisiti. Tale platea non è ovviamente esaustiva di tutti coloro che potrebbero fare domanda ove una norma ne prevedesse il diritto alla pensione in deroga alla legislazione vigente. Non a caso il Disegno di legge sull'ottava salvaguardia, in discussione in Commissione Lavoro (attualmente l'esame è stato congelato in attesa dell'esito del confronto sulle pensioni tra Governo e sindacati) prevede una platea numerica nettamente superiore a quella fornita ieri dal Sottosegretario, pari ad oltre 30 mila lavoratori (qui le platee interessate dal provvedimento all'esame della Camera). Il Sottosegretario ha comunque rassicurato "che sono già allo studio possibili interventi da adottare nel rispetto dei vincoli della spesa pubblica".