Ottava Salvaguardia, si riaccendono le speranze anche per i ferrovieri

Davide Grasso Domenica, 17 Luglio 2016
Nel disegno di legge sull'ottava salvaguardia c'è la proposta di rivedere i requisiti di pensionamento per i ferrovieri addetti alla condotta dei treni.
Non solo esodati. Nel disegno di legge sull'ottava salvaguardia che abbiamo già anticipato ieri su pensionioggi.it ci sono novità anche per i macchinisti ferrovieri, una delle categorie maggiormente penalizzate dalla legge Fornero del 2011. 

Il disegno di legge reca infatti una proposta di modifica all'articolo 24, comma 18 del decreto legge 201/2011 (Legge Fornero) secondo la quale si affida ad un regolamento ministeriale di armonizzazione il compito di fissare requisiti di pensionamento diversi da quelli vigenti nell'assicurazione generale obbligatoria nei confronti dei lavoratori operanti nelle imprese ferroviarie e nelle imprese dei gestori delle infrastrutture che svolgono mansioni di macchinista, capotreno e manovratore. Come dire che dovrà essere l'esecutivo a stabilire, tramite un decreto ministeriale, requisiti di accesso alla pensione diversi (e quindi piu' bassi) rispetto a quelli attuali per i macchinisti ferrovieri.

Prima della Legge Fornero tale personale, in virtu' della specificità delle funzioni lavorative svolte (la condotta dei treni per l'appunto) godeva di particolari agevolazioni anagrafiche e contributive per l'accesso alla pensione. Queste agevolazioni sono state però cancellate con un colpo di spugna dalla Riforma del 2011 costringendo tali lavoratori ad uscire a 66 anni e 7 mesi (65 anni e 7 mesi per le donne). E nei prossimi anni andrà anche peggio dato che entro il 2019 l'asticella per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni sia per gli uomini che per le donne. Un'età che, ricordano i firmatari del provvedimento, risulta "incompatibile oltre che rischiosa" con lo svolgimento di una attività molto delicata come la condotta dei treni. 

Positivo il giudizio dell'associazione Ancora in Marcia!, l'associazione che rappresenta le istanze dei diretti interessati, che da 4 anni si batte per correggere l'errore della legge Fornero: "Da anni condividiamo con gli esodati i tentativi della Commissione Lavoro della Camera di porre rimedio ad uno dei più clamorosi errore della Legge Monti/Fornero" denunciano dall'Associazione. Ricordiamo che la errata utilizzazione della parola "articolo" anzichè "comma" ha causato in un sol colpo il repentino innalzamento dell'età pensionabile di macchinisti, Capitreno e Manovratori da 58 a 67 anni rendendoli detentori di un record mondiale per avere avuto un aumento di 9 anni in un sol colpo! Malgrado sia stato riconosciuto da tutto il Parlamento l'errore e la necessità di porvi al più presto rimedio, anche riguardo un indubbio calo della sicurezza del nostro trasporto ferroviario.

Un trattamento assolutamente discriminatorio ed irrazionale considerando che al personale viaggiante iscritto al soppresso Fondo di previdenza per il personale addetto ai pubblici servizi di trasporto (ad esempio i conducenti di autobus e tram) è stata confermata di recente la pensione di vecchiaia con un anticipo di ben 5 anni rispetto all'età vigente nell'assicurazione generale obbligatoria. E che ai conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo può essere riconosciuta la normativa di favore in materia di lavori usuranti. Mentre nessuna agevolazione è stata garantita ai macchinisti delle ferrovie che svolgono un compito di certo non meno delicato.  

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