La legge di stabilità del 2015 ha eliminato la penalizzazione, cioè quel taglio dell'1-2% sulle quote retributive dell'assegno per coloro che accedono alla pensione anticipata prima di aver compiuto i 62 anni a partire dal 1° gennaio 2015 sino al 31 dicembre 2017. Ma la misura non ha effetto retroattivo. Pertanto chi è uscito prima del 2015 si continua a ritrovare con l'assegno decurtato; un problema che complessivamente coinvolge oltre 25 mila lavoratori, soprattutto donne che non hanno voluto dilatare l'uscita sino ai 62 anni.
Un intervento in tal senso comunque è già proposto dagli Onorevoli Gnecchi e Damiano all'interno del disegno di legge sulla settima salvaguardia (il ddl 2958) all'esame in questi giorni della stessa Commissione Lavoro della Camera e che potrebbe avere il disco verde dell'Aula dopo l'estate. Il nodo è tutto sulle risorse anche se la misura non dovrebbe avere un costo eccessivo: la stessa Gnecchi, nel presentare i correttivi nel disegno di legge, ha quantificato come "irrisorie" le risorse necessarie per eliminare il taglio a questi assegni.