L'apertura arriva dopo la pubblicazione del report dell'Inps che, a fine maggio, ha certificato il sottoutilizzo dei posti e dei fondi messi a disposizione per i lavoratori che nel 2011 avevano concluso a vario titolo il rapporto di lavoro. ” Finora – prosegue – secondo l’ultimo rapporto dell’INPS, sono già andati in pensione, con le prime sette salvaguardie, circa 100.000 lavoratori e altri 25.000 sono in dirittura d’arrivo. Si tratta di un risultato molto soddisfacente e non scontato che adesso deve trovare il suo punto di conclusione" ha detto Damiano.
Il progetto a cui intendono lavorare Damiano e la Gnecchi in definitiva, è lo stesso attuato lo scorso anno con la 7° salvaguardia: il riciclo dei posti e delle risorse in eccedenza per un nuovo provvedimento senza determinare costi aggiuntivi per le finanze pubbliche. Tecnicamente la questione è un pò più complessa in quanto si deve attendere la chiusura definitiva della settima salvaguardia e quindi attivare una conferenza dei servizi interministeriale che certifichi le risorse eccedenti sul Fondo destinato alle salvaguardie e consenta, in ultima analisi, il riuso dei risparmi maturati. Ma intanto si può iniziare ad incardinare un nuovo progetto di legge in Commissione Lavoro.
Poi le scadenze di fine anno con una rosa di interventi sulle pensioni di cui ancora non si conosce a pieno la portata. Per Damiano l'obiettivo è comunque chiaro: "Il tema della previdenza, oltre alla flessibilità ed ai lavoratori precoci, deve comprendere anche le ricongiunzioni, i lavori usuranti, le salvaguardie, il monitoraggio (a settembre) di Opzione Donna e la rivalutazione delle pensioni più basse”. “Il confronto in corso con il sindacato (si parte il 14 giugno, ndr) sarà un banco di prova fondamentale per arrivare ad una soluzione condivisa, insieme alle proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento. La qualità delle soluzioni che verranno individuate influenzeranno le scelte politiche dei cittadini, soprattutto di coloro che vivono il disagio della crisi e la crescita delle diseguaglianze sociali”, conclude Damiano.