A guidare «l'operazione verità» sugli esodati è stata la senatrice del Pd, Annamaria Parente, che, ha spiegato come lo scopo ultimo sia «non lasciare nessuno indietro, per strada». La necessità di svolgere un monitoraggio è emersa in occasione della sesta salvaguardia, decisa lo scorso anno e definita come l'ultima, per un totale di lavoratori «salvati» di circa 170 mila unità e 12 miliardi di risorse stanziate. Ora il problema sta tutto nel come utilizzare i fondi avanzati dato che sui 170mila posti poco più di 110 mila ne sono stati effettivamente prenotati dai lavoratori. 50-60mila posti, nati da un mancato allineamento tra il target ipotizzato e quello reale, ora potrebbero andare proprio a favore di quanti erano rimasti scoperti come annunciato di recente sia dal Ministro del Lavoro Poletti sia dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
Quello che, peraltro, chiede il comitato nazionale degli esodati: una settima salvaguardia che salvi i 49.500 ex lavoratori ancora senza pensione e chiuda definitivamente la partita.
Il censimento tuttavia è stato un flop. A pesare è stata la poca informazione, la difficoltà nella compilazione del questionario, la diffidenza dei Comitati degli esodati che hanno sempre sostenuto l'inutilità dell'indagine. E infatti dei 2.354 che si sono registrati solo 1.500 hanno compilato l'intero questionario, davvero pochi se si pensa che i potenziali esclusi, certificati dall'Inps nello scorso mese di ottobre, sono circa 50mila. L'indagine poi tiene conto solo dei casi frutto di accordi di uscita, tra aziende e lavoratori, precedenti all'entrata in vigore delle nuove regole sulle pensioni (gennaio 2012). Restano invece fuori raggio quanti, prossimi al raggiungimento dei requisiti per la messa a riposo, diventano disoccupati dopo il 2011. Un problema anche questo che dovrà essere affrontato entro fine anno con appositi strumenti normativi a cui Governo e Parlamento stanno cercando faticosamente una soluzione.