Pensioni flessibili, Damiano: diremo "no" alla proposta Boeri

redazione Venerdì, 10 Luglio 2015

“Avremmo preferito avere le proposte del Presidente Boeri, anziche’ in diretta tv, illustrate nelle sedi istituzionali”. Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, a margine della relazione annuale del Presidente dell’INPS Tito Boeri. 

“Ribadiamo – continua – che il ruolo legislativo spetta al Governo ed al Parlamento e che non compete all’Istituto di previdenza promuovere o bocciare le proposte degli organi legislativi. Entrando nel merito, la relazione ha spaziato sui molti argomenti che legano le regole del mercato del lavoro a quelle pensionistiche. Nessun cenno invece sul bilancio dell’INPS. Condividiamo l’attenzione di Boeri ai piu’ poveri – prosegue – ma vorremmo far notare che l’ultimo Governo Prodi aveva affrontato l’argomento istituendo la quattordicesima per i pensionati fino a 700 euro mensili”.

”Condividiamo la preoccupazione sulla crescita dei voucher che sembrano rappresentare primi e unici impieghi e non secondi lavori. Cosi’ come osserviamo che, se gli incentivi al contratto a tutele crescenti non potranno essere mantenuti per lungo tempo a causa dei costi elevati, come dice Boeri, crollera’ l’impalcatura del Jobs Act. Infine – spiega Damiano -  per quanto riguarda la separazione tra previdenza e assistenza che la relazione promette di realizzare, ci auguriamo che non ci si fermi alle parole e che essa diventi finalmente realta’: si dimostrerebbe che la nostra spesa previdenziale e’ perfettamente allineata con gli standard europei”. Gamsin

” La nostra bocciatura e’ invece completa sul tema della flessibilita’: sarebbe inaccettabile che l’anticipo dell’uscita dal lavoro fosse tutto a carico dei lavoratori con un ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico. Si potrebbe arrivare anche a tagli del 30%. I costi della proposta del PD (pensione a partire dai 62 anni di eta’ con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione) illustrati da Boeri nell’audizione alla Commissione lavoro della Camera non sono convincenti: come al solito si tiene conto di una platea potenziale e non di quella reale; non si considerano i risparmi che la flessibilita’ produce (superamento del problema degli “esodati” non ancora tutelati e aumento della occupazione giovanile): di conseguenza riduzione della platea dei nuovi poveri e miglioramento del rapporto tra lavoratori e pensionati grazie ai nuovi ingressi nel mondo del lavoro. Infine, perche’ non far contribuire anche i datori di lavoro in caso di anticipo pensionistici dei propri dipendenti?” conclude l’esponente PD

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