Pensioni, Il Governo dice no al reddito minimo di 500 euro per gli ultra 55enni

Alberto Brambilla Venerdì, 06 Novembre 2015
Palazzo Chigi boccia la proposta dell'Inps relativa al reddito minimo per ultra 55enni senza lavoro con costi addebitati alle pensioni superiori a circa 7 volte il trattamento minimo inps. 
 Reddito minimo da 500 euro per gli over 55, facendo prelievi dalle 250.000 pensioni d'oro e dagli oltre 4.000 percettori di vitalizi, e riforma dell'assistenza con tagli a 23.000 ricchi. L'Inps scende in campo per abbattere del 50% la poverta' fra chi ha piu' di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Nel documento "Non per cassa ma per equita'", pubblicato ieri, sono contenute proposte normative elaborate dall'Istituto e consegnate al Governo nel giugno 2015. 

Per ora solo perplessita' nel governo sulla proposta Boeri da settimane sul tavolo della presidenza del Consiglio. Lo stop arriva dal ministero del Lavoro ("Si e' deciso - si spiega in una nota - di rinviare perche' quel piano, oltre a misure utili come la flessibilita' in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi") ma anche dal dicastero dell'Interno. "Bisogna distinguere la demagogia dalle cose concrete quindi ci sara' da studiare e vedere se l'intero sistema proposto regge", puntualizza Angelino Alfano. Ma anche il premier Renzi, riferiscono fonti parlamentari, non sposa l'idea convinto - e lo ha ripetuto piu' volte - che in questo momento bisogna inviare segnali di fiducia. Un taglio alle pensioni sopra i 3 mila euro avrebbe un effetto assolutamente negativo, e' la tesi. Quindi non e' solo Poletti a considerare inattuabile il piano dell'Inps e anzi filtra anche irritazione da ambienti della maggioranza sulla divulgazione del progetto. 

Composto da 16 articoli il pacchetto dell'Inps diffuso ieri suggerisce l'introduzione di "una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su, un'uscita flessibile con un anticipo di tre anni sull'età di vecchiaia con una penalità sull'assegno comunque contenuta, entro il 10%, una revisione delle prestazioni sociali connesse al reddito e il superamento delle ricongiunzioni onerose. Il dossier potrebbe fungere da base per il confronto parlamentare che si svilupperà il prossimo anno. 



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