Pensioni, Poletti apre alle uscite flessibili a partire dai 62 anni

redazione Mercoledì, 03 Giugno 2015
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti: pronti a concedere maggiore flessibilità in uscita a partire dalla prossima legge di stabilità. Sono le aziende che, in primis, ci chiedono la staffetta generazionale.
Un'uscita flessibile a partire dai 62 anni di età accompagnata da alcuni interventi di manutenzione "minori" sulla legge Fornero che potranno essere discussi a livello parlamentare. Forse ci sarà spazio anche per l'introduzione di un sostegno per i lavoratori ultra 55enni rimasti senza lavoro e senza pensione. Sono questi gli interventi di massima che il ministro del Lavoro ha confermato nel corso dell'audizione che si è tenuta oggi in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.

I dettagli sono ancora allo studio ma c'è una conferma che l’intervento sulla previdenza, troverà spazio nella legge di stabilità 2016 e punterà a introdurre quella maggiore flessibilità in uscita invocata da anni da lavoratori ed aziende. «Naturalmente - ha precisato Poletti - per farlo bisogna trovare un punti di equilibrio tra le condizioni della finanza pubblica, i vincoli che abbiamo e la necessità di fare un’operazione equa e coerente. È un’operazione complessa ma la faremo».

I dubbi principali sono proprio nell'introduzione delle penalità, un meccanismo che difficilmente sarà digerito dalla parte sindacale e dagli interessati ma che il Governo considera inevitabile per non aggravare il bilancio pubblico. In sostanza si chiederà il pagamento di un tributo ai lavoratori che scegliessero di prepensionarsi tramite questa nuova strada. L'esatta entità della penalità non è chiara (Poletti non si è sbilanciato) anche se il progetto su cui si registrano i maggiori consensi a livello Parlamentare prevede di lasciare almeno una mensilità di pensione in cambio di 4 anni di anticipo sulle regole attuali. L'ipotesi tuttavia non sarebbe a costo zero per lo stato ed è per questo che sul tavolo resta l'ipotesi di un ricalcolo dell'assegno con il contributivo o l'ipotesi del prestito pensionistico. 

A scanso di allarmismi ricordiamo che le ipotesi di flessibilità con penalità riguarderebbe solo chi opta per un'uscita anticipata. Pertanto nulla sarà tolto dall'assegno qualora si resti sul posto di lavoro sino agli attuali requisiti previsti dalla legge Fornero (es. 66 anni e 3 mesi di età o 42 anni e mezzo di contributi).

All’interno della riflessione sull'introduzione di maggiore flessibilità in uscita «stiamo studiando un tema di staffetta generazionale per connettere l’entrata di giovani nel processo produttivo all’uscita di chi è vicino alla pensione» ha detto Poletti. Il Ministro ha inoltre garantito che i risparmi derivanti dal sottoutilizzo delle sei salvaguardie, una volta certificati, saranno destinati alla tutela di ulteriori lavoratori esodati e non saranno sottratti per altre necessità.

Sempre sul fronte delle salvaguardie Poletti ha indicato la disponibilità ad attivare i cd. vasi comunicanti (procedura che dovrebbe interessare in particolare i lavoratori che hanno fruito della legge 104 il cui plafond loro riservato nella sesta salvaguardia si è esaurito prematuramente). Ancora in stallo l'opzione donna mentre c'è una apertura per i lavori usuranti: secondo il Ministro è possibile  inserire i lavoratori edili tra i beneficiari della normativa in parola. Tra gli altri temi su cui si dovrà intervenire secondo Poletti, c'è quello che riguarda le ricongiunzioni onerose e la concessione di benefici provediziali a coloro che assistono familiari con disabilità.

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