Inevitabile la partita sugli emendamenti da apportare al testo. Ieri a Palazzo Madama c'è stata una prima riunione tra Governo e maggioranza alla quale hanno partecipato, oltre alle relatrici Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap ), il viceministro all'Economia, Enrico Morando, e i sottosegretari Pier Paolo Barena, Enrico Zanetti e Paola De Micheli. Diversi i punti sui quali si gioca la partita dei ritocchi soprattutto per le richieste che arrivano dalla minoranza dem: si parte dal nodo pubblico impiego per il quale si chiede un maggiore impegno del Governo per il rinnovo della parte economica del contratto, specifiche garanzie sulla vacanza contrattuale, il taglio della dote per i Caf, il nodo che riguarda la proroga della decontribuzione per gli assunti a tempo indeterminato.
La minoranza Dem chiede anche specifici correttivi sulla Naspi, con l'introduzione di una misura di favore strutturale in favore degli stagionali e il decollo dell'Asdi, uno strumento che dovrebbe aiutare i lavoratori a raggiungere la pensione ma che si è arenato nella macchina burocratica. Tra i nodi all'ordine del giorno ampio spazio alla vertenza pensioni. Tramontata l'ipotesi di far salire sul treno della stabilità la flessibilità in uscita i dem sarebbero pronti a depositare in Senato una serie di modifiche che vanno dall'estensione della settima salvaguardia, all'opzione donna a misure di sostegno ai lavoratori autonomi. Sulle quali si cerca ora un consenso preventivo da parte del Governo.
Da risolvere ad esempio la questione dei lavoratori precoci usciti prima del 2015 con l'assegno tagliato, frutto dell'applicazione della decurtazione dell'1-2% prevista dalla Legge Fornero prima che il meccanismo venisse congelato con l'ultima legge di stabilità. Poi c'è la questione salvaguardia con il tentativo di rimettere in carreggiata almeno i lavoratori agricoli e stagionali a tempo determinato, indebitamente esclusi dal progetto governativo e di estendere di un altro anno la tutela per i mobilitati e gli edili. Difficile l'accoglimento di misure ulteriori come la deroga per i quota 96 della scuola e sulle quindicenni anche se la maggioranza preme per introdurre almeno il prestito pensionistico magari con un emendamento da depositare, più avanti, alla Camera.
Sull'opzione donna si punta all'inclusione anche delle nate nell'ultimo trimestre del 1958, facendo soprattutto leva sulle risorse che arriverebbero dal mantenimento dell'attuale regime sulla perequazione sulle pensioni per un altro biennio, sino al 2018. Per gli autonomi la minoranza dem tratta una proroga del congelamento delle aliquote nella gestione separata oltre il 2017, anche se il punto resta di difficile accoglimento da parte di Palazzo Chigi che intende aprire ad una revisione delle aliquote o con il ddl collegato sul lavoro autonomo oppure con il ddl sulla flessibilità in uscita.
Maurizio Sacconi chiede di riportare a 6mila euro il plafond per la detassazione del premio di produttività (contratti aziendali) e di unificare le norme per accompagnare il lavoratore negli ultimi anni che precedono la pensione con un rapporto part-time. Si vedrà dunque con la prossima settimana come procederà il dibattito parlamentare.