Nella riunione del 16 luglio, ricordano dalla Uil, è stato deciso di istituire due tavoli tecnici su due macro aree tematiche, in cui elaborare proposte concrete, per trovare poi le modalità più efficaci per incardinarle nel contesto della prossima legge di stabilità. La prima riguarda il fisco e la previdenza con l'obiettivo specifico di difendere il diritto dei pensionati a una reale tutela del loro potere d’ acquisto. Questo tavolo dovrà anche varare modifiche al meccanismo di rivalutazione delle pensioni all’inflazione, l'ampliamento della cosiddetta quattordicesima, procedere ad una revisione della tassazione delle pensioni, che oggi è tra le più alte d’Europa, rivedere la no tax area, che vede ancora una differenziazione tra lavoro dipendente e pensioni.
Il secondo tavolo riguarda le politiche sociali e la non autosufficienza. Con il Governo si è concordato di procedere ad un adeguamento del Fondo nazionale per la non autosufficienza; la revisione della legge quadro nazionale per la non autosufficienza; l'analisi delle condizioni specifiche che determinano la povertà nelle persone anziane, con attenzione alle donne pensionate sole.GamsinResta invece ancora al palo un confronto serio sulla flessibilità in uscita. Negli incontri della scorsa settimana il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, non ha spiegato quale modello il Governo intende adottare per flessibilizzare le uscite. Il titolare di Via Veneto si è solo limitato a precisare che il sono in corso le necessarie valutazioni tecniche sulle ipotesi all'esame dell'esecutivo. "Appena saremo in condizione di aprire un confronto con i sindacati lo faremo ma prima abbiamo bisogno di andare più a fondo nella valutazione di merito. Ribadiamo che stiamo facendo una istruttoria" ha detto Poletti.
Duro per ora il giudizio dei sindacati sulla Riforma Boeri, un piano che prevede la flessibilità al prezzo del passaggio al sistema contributivo con una forte riduzione degli assegni: "chi oggi ha 62 anni e vuole andare via dal lavoro lo deve poter fare con ciò che si è costruito sia per la parte retributiva sia per quella contributiva, altrimenti si ridurrebbe ulteriormente la sua pensione, già piuttosto bassa per il fatto stesso di essere uscito prima dal mondo del lavoro. Non possiamo pensare a ulteriori penalizzazioni" ricorda la Cgil.