La flessibilità sarebbe finanziata, ricorda Boeri, intervenendo in modo diverso e graduale, a partire dagli assegni da 3.500 euro (ma anche sui vitalizi dove le riduzioni sono maggiori), "alla luce delle conoscenze delle banche dati che ci dicono che queste persone hanno fruito della pensione molto prima di quanto ne avrebbero dovuto fruire alla luce andamento demografico e dei principi contributivi". Si tratta, conclude, "di un piccolo contributo di solidarieta' per consentire un'uscita flessibile". Boeri ha indicato che per i vitalizi dei politici da "oltre 80-85mila euro all'anno" è stata proposta "una riduzione che arriva anche fino al 50% del vitalizio".
Il presidente dell'Inps ritorna ancora sul problema degli esodati indicando che il problema 'non è del tutto risolto' anche se si sta chiudendo una settima salvaguardia. Si parla di una platea di persone coinvolte, spiega, che si continua ad allargare. Per Boeri sarebbe necessario realizzare un "intervento strutturale per risolvere la questione in maniera definitiva, con una flessibilità in uscita e preoccupandosi dei veri esodati che non sono mai stati coperti come i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì - sostiene - bisognerebbe studiare strumenti di sostegno al reddito".
Accanto all'ammortizzatore sociale Boeri ricorda che nella proposta dell'Inps si permette la flessibilità in uscita a partire dai 63 anni dando una pensione più bassa a chi va in pensione prima e semplificando l'unificazione delle pensioni per chi ha carriere discontinue".