Riforma Pensioni, Damiano: ok a rimborsi per fasce di reddito se si introduce flessibilità

redazione Lunedì, 11 Maggio 2015

“Suggerisco al premier Renzi, al fine di evitare nuovi errori come capitato a Monti, di affrontare questo tema con le parti sociali, e in particolare con i sindacati confederali dei pensionati, per trovare la soluzione piu’ adeguata”. Kamsin Lo dice il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, interpellato sul caso pensioni aperto con la sentenza della Corte Costituzionale.  “Il governo – dice Damiano – deve applicare il dispositivo della Consulta” ma “naturalmente esistono diverse modalita’ per farlo, come abbiamo gia’ verificato nel passato a partire dal governo Prodi, passando poi per Monti e Letta”.   Al tempo del governo Prodi, ricorda, “da ministro del Lavoro ho sterilizzato per 1 anno l’indicizzazione delle pensioni per quelle 8 volte il minimo, circa 4mila euro lordi mensili, assegni cioe’ medio alti anche se non d’oro”.

Le risorse, circa 1,4 miliardi “sono state destinate a pagare in parte il costo della revisione dello scalone Maroni, a introdurre norme in favore dei lavori usuranti, per i quali finalmente fu finanziato un fondo, e a istituire una quattordicesima mensilita’ per i pensionati piu’ poveri, fino a 700 euro lordi mensili”.    La Consulta “riconobbe il rispetto dei principi costituzionali in quanto la misura interessava pensioni non basse, che non soffrivano in modo particolare per il blocco, e ne riconobbe il fine solidaristico e redistributivo”.  Letta invece, aggiunge, “modulo’ l’intervento per fasce di reddito. Soluzioni, insomma, ci possono essere, l’importante e’ che il governo non prescinda dal dettato costituzionale dell’adeguatezza e della solidarieta’.

Come affermiamo da tempo, inoltre, la riforma delle pensioni targata Monti non regge piu’: non solo per le indicizzazioni, ma anche per il repentino innalzamento dell’eta’ pensionabile oltre i 66 anni di eta’ che sta bloccando il turnover nelle aziende a danno dell’occupazione dei giovani e creando nuovi poveri tra coloro che perdono il lavoro e debbono aspettare anche 5 o 6 anni per andare in pensione”, conclude Cesare Damiano.

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