Riforma Pensioni 2015, ddl sulla quota 100 domani alla Camera

Davide Grasso Martedì, 14 Aprile 2015
Si riaprono dopo la pausa pasquale i lavori alla Camera per introdurre i pensionamenti flessibili. All'ordine del giorno anche l'adozione di particolari misure in favore delle lavoratrici.

Kamsin Riprenderanno domani alle 14 e 15 in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati l'esame dei disegni di legge per garantire libertà di accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico. All'ordine del giorno ci sono le proposte per introdurre il pensionamento con le quote, la revisione dell'eta' pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici, l'introduzione di benefici previdenziali per le lavoratrici madri e per chi assiste i disabili (i cd. caregiver). L'obiettivo dei lavori, ha ricordato il presidente della Commissione, Cesare Damiano, è arrivare ad un progetto di legge unitario condiviso dal maggior numero di forze politiche per quindi chiederne la calendarizzazione della discussione in Aula.

Per quanto riguarda la flessbilità in uscita le ipotesi su cui si potrebbe trovare un'ampia condivisione a livello politico sono contenute nei disegni di legge 857 e 2945 entrambi sostenuti dall'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Il primo intende garantire il pensionamento a partire da 62 anni e 35 anni di contributi al prezzo di una penalizzazione dell'8% sull'assegno pensionistico con riduzioni decrescenti del 2% per ogni anno di ritardo nell'accesso alla pensione sino ad azzerarsi all'età di 66 anni. Il secondo fissa l'asticella per l'uscita a partire da 62 anni e 38 anni di contributi (la cd. quota 100) ma senza l'applicazione di alcuna penalità sull'assegno. All'esame della Commissione c'è anche il progetto di abbassare a 41 anni il requisito contributivo per chiedere la pensione indipendentemente dall'età anagrafica (si tratta questa di una misura particolarmente gradita ai cd. lavoratori cd. precoci) con la cancellazione definitiva del sistema di penalizzazione previsto dalla disciplina vigente.

C'è poi il tema delle lavoratrici. Un fronte trasversale che va dal Pd ai gruppi di opposizione chiede l'estensione del regime sperimentale donna oltre il 2015, la revisione dell'innalzamento dell'età pensionabile di vecchiaia nel settore privato (dal 2016 le lavoratrici potranno lasciare solo al compimento di 65 anni e 7 mesi se dipendenti e a 66 anni ed un mese se autonome). Disposizioni particolari sono in discussione anche per riconoscere alcuni benefici in favore delle lavoratrici madri e in favore di coloro che assistono in modo continuativo familiari con un'invalidità del 100%.

Damiano: le risorse per introdurre la flessibilità ci sono.
“Boeri e Poletti, in piu’ occasioni, si sono pronunciati favorevolmente sull’introduzione di un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. Noi siamo d’accordo” ha detto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.  “Come al solito – prosegue Damiano – dovremo fare i conti con il problema delle risorse perche’ ogni intervento correttivo costa.

A questo proposito vorremmo pero’ fare una richiesta al Governo e all’Inps: quella di fare i conti sui risparmi totalizzati con la parziale e totale cancellazione della indicizzazione delle pensioni avvenuta in questi anni; sullo scostamento tra risparmi previsti e realizzati tra il 2012 ed il 2020 (pare che il rapporto sia di uno a quattro); sui risparmi che si realizzeranno con la riforma Fornero nel quarantennio 2020-2060: su quest’ultimo dato posso portare la testimonianza di una certificazione della Ragioneria in Commissione Lavoro nella scorsa legislatura che ha confermato una cifra superiore ai 300 miliardi di risparmio”.  

 “Da questa montagna di risorse si puo’ ricavare quello che serve per correggere le piu’ macroscopiche ingiustizie del sistema pensionistico senza metterne in discussione l’impianto e senza allarmare l’Europa?”, conclude Damiano

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Zedde

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