Riforma Pensioni, ecco l'Agenda di Governo per la flessibilità in uscita

Eleonora Accorsi Martedì, 02 Giugno 2015
Crescono le possibilità di un intervento sulla Legge Fornero: Il Ministro Padoan conferma la volontà di introdurre pensioni flessibili a partire dai 62 anni di età per favorire la staffetta generazionale.

Kamsin Il risultato elettorale non cambia il programma dell'esecutivo. Il Ministro dell'Economia, PierCarlo Padoan, dal festival dell'Economia di Trento ha ribadito ieri che il Governo sta lavorando per far andare in porto la riforma alla Legge Fornero. Una modifica che appare ormai "necessaria" per rispondere all'alto tasso di disoccupazione giovanile, un dramma che impone, anche alla luce della prossima completa attuazione del Jobs Act, di sostenere con maggiore forza il ricambio generazionale.

Il progetto di Riforma sarà complesso. Per ora l'ipotesi che registra piu' consensi tra le forze politiche è quella prospettata nel ddl Damiano-Baretta e nel recente disegno di legge Delega Sacconi (S.1941) depositati rispettivamente alla Camera e al Senato.

I due ddl abbassano l'asticella per l'uscita da 66 anni a 62 anni purchè il lavoratore possa vantare almeno 35 anni di contributi. Ma chi sceglie le uscite flessibili dovrà lasciare nelle casse dello stato una parte dell'assegno. Quanto? La penalità massima, in corrispondenza di un'uscita a 62 anni, sarà dell'8% per poi gradualmente ridursi qualora si posticipi l'uscita, al ritmo del 2% l'anno (a 64 anni la riduzione sarà del 4% e quindi si azzera a 66 anni). In pratica ci sarà un anticipo massimo di 4 anni ma il lavoratore perderà sostanzialamente la tredicesima mensilità di pensione (1500 euro l'anno su una pensione da 19.500 euro lordi). E naturalmente la decurtazione resterà per sempre. Quindi chi vorrà adottare questa tipologia di pensionamento dovrà fare bene i calcoli prima dell'uscita. L'ipotesi di un ricalcolo dell'assegno con il contributivo perde per ora quota: l'entità della decurtazione sarebbe infatti maggiore e quindi non sostenibile da un punto di vista sociale soprattutto per gli assegni piu' bassi, quelli maggiormente penalizzati.

Ma la pensione flessibile non è l'unica innovazione a cui si sta lavorando. All'interno del progetto governativo di fine anno potrebbero essere inseriti particolari benefici previdenziali per i lavoratori che assistono familiari in condizione di disabilità, le lavoratrici madri, misure per la staffetta generazionale, cioè l'incentivazione del ricorso al part-time per i lavoratori prossimi al pensionamento. Tutta da giocare invece la partita sui lavoratori precoci e sulla revisione dello scalone fornero per le lavoratrici dipendenti del settore privato (dal 2016 la Legge Fornero chiede loro il perfezionamento di 65 anni e 7 mesi dai 63 anni e 9 mesi attuali). Queste misure necessiterebbero di coperture finanziarie sulle quali l'accordo potrebbe essere piu' difficile.

Il prossimo appuntamento è comunque per questa settimana quando il Ministro Poletti dovrà rispondere sulle ipotesi allo studio del governo sulla flessibilità; poi a fine mese il Presidente dell'Inps, Tito Boeri dovrà rendere noto il programma dell'Inps per le pensioni flessibili e il reddito minimo, due punti che aiuteranno a comprendere la direzione che sarà intrapresa. I tempi? Se tutto andrà per il verso giusto le novità saranno operative dal 1° gennaio 2016.

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