Riforma Pensioni, flessibilità solo per disoccupati e donne

Bernardo Diaz Mercoledì, 07 Ottobre 2015
Il pacchetto sulla flessibilità in uscita rischia il rinvio in quanto manca l'accordo all'interno del Governo. Possibile la presentazione di un disegno di legge ad hoc. 
Flessibilità sulle pensioni solo per lavoratrici e disoccupati, esodati in primis, per tamponare due emergenze aperte con la Riforma Fornero del 2011. Dovrebbe essere questo l'orientamento prevalente nel governo sul dossier delicatissimo delle pensioni a seguito degli ultimi incontri che si sono tenuti a Palazzo Chigi. Nulla ancora di definitivo, è chiaro, perchè c'è tempo sino alla prossima settimana per mettere nero su bianco le norme da inserire nella legge di stabilità. Ma con il passare delle ore appare sempre più probabile che il progetto sulla flessibilità in uscita tanto sbandierato nei giorni scorsi dal Governo si riduca a modifiche tutto sommato piuttosto contenute. Almeno per ora.

Le soluzioni allo studio prevedono in sostanza una nuova salvaguardia per gli esodati (estesa con qualche accorgimento anche a coloro che hanno perso il lavoro dopo il 2011) e una proroga dell'opzione donna, che però potrebbe tornare alla versione più penalizzante, quella in cui il trattamento è calcolato con il sistema contributivo.

Manca invece la quadra sulla flessibilità in uscita con il Ministero dell'Economia particolarmente preoccupato per la dinamica dei costi di un simile intervento. E pertanto, come già anticipato ieri da pensionioggi.it, la misura potrebbe uscire dalla legge di stabilità per finire in un disegno di legge ad hoc magari da approvare il prossimo anno dopo un ulteriore round di approfondimento. L'ultima elaborazione di Palazzo Chigi prevedeva  un'uscita a 63 anni e 7 mesi unitamente a 35 anni di contributi con una riduzione dell'assegno massima intorno al 12%, pari al 4% per ogni anno di anticipo. Anche se un'intesa potrebbe essere raggiunta su un nuovo prestito pensionistico con costi scaricati completamente su lavoratori ed imprese, un'ipotesi in realtà complessa da attuare e scarsamente appetibile da parte della maggioranza dei lavoratori. 

Quasi sicuro un pacchetto di misure per contrastare la povertà. L'ipotesi che sta prendendo corpo è quella di rendere operativo su tutto il territorio nazionale lo strumento dello Sia, il Sostegno per l'inclusione attiva fin qui sperimentato in 12 città del Mezzogior­no. L'intervento potrebbe avere però una nuova configurazione ri­spetto a quella attuale andando a sostenere maggiormente i nuclei sotto la fascia di povertà ( è già pre­visto il collegamento con l'lsee) in cui sono presenti figli minori.

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