Riforma delle pensioni, prosegue il confronto tra sindacati e governo sulle modalità di intervento a favore dei futuri trattamenti dei soggetti più fragili come le donne e i giovani. Il 27 gennaio si è tenuto un secondo incontro tecnico tra le parti al Ministero del Lavoro e ce n'è un terzo già programmato per il prossimo 3 febbraio.
Al tavolo tecnico governo e Cgil, Cisl e Uil hanno discusso delle modalità di intervento a favore di quei soggetti previdenzialmente “più fragili” che attraverso il sistema contributivo non riusciranno ad ottenere pensioni dignitose. Si parla cioè di persone che non riusciranno a ottenere trattamenti previdenziali superiori alla soglia di povertà che attualmente l'Istat calcola in 1.011,54 euro per una persona che viva in una grande città del nord oppure in 930,27 euro in un grande centro del Mezzogiorno.
Per questa classe di persone i sindacati hanno proposto interventi selettivi di contribuzione “virtuale” per periodi specifici quali la maternità, la formazione certificata e le forme di lavoro povero come il part time o la precarietà con la conseguente discontinuità lavorativa.
A detta delle organizzazioni sindacali tutti gli interventi a favore di queste categorie di lavoratori e lavoratrici fragili dovrebbero avvenire “ad hoc”, ovvero mirati a chi non raggiungerà un livello minimo di prestazione contributiva e non dovrebbero essere estesi a tutti in modo generalizzato.
Riforma delle pensioni, la partita della previdenza complementare
Nella seconda parte dell'incontro del 27 gennaio governo e sindacati hanno affrontato il tema della previdenza complementare. Anche in questo caso si tratta per le organizzazioni sindacali di favorire l'adesione ai fondi negoziali di categorie di lavoratori non particolarmente sensibili ai temi della previdenza complementare anche per le loro condizioni oggettive di lavoro: ovvero i giovani e le persone occupate in piccole imprese.
In questi casi, i sindacati confederali chiedono un nuovo semestre per il conferimento del silenzio assenso accompagnato da una forte campagna istituzionale di informazione, oltre che facilitazioni per poter esercitare liberamente la scelta da parte del lavoratore, agevolazioni fiscali, apertura di nuovi fondi per i settori tuttora esclusi e impiego di queste risorse per finanziare l'economia reale, ad esempio, attraverso Cassa Depositi e Prestiti.
Su tutte le questioni presentate al tavolo di confronto, il governo si è impegnato a dare risposte a Cgil, Cisl e Uil all'incontro fissato per il 3 febbraio, dopo aver effettuato stime e proiezioni sui costi degli interventi.