Riforma Pensioni, L'APE Social non piace ai macchinisti ferrovieri

redazione Giovedì, 13 Ottobre 2016
"Ancora in Marcia", l'associazione che rappresenta i lavoratori del comparto delle ferrovie, contraria all'ipotesi dell'APE per correggere gli errori della Legge Fornero.
Ferrovieri contrari all'anticipo pensionistico come strumento per attuare la flessibilità in uscita. Lo comunica Ancora in Marcia, l'Associazione che rappresenta gli interessi degli addetti alla condotta dei treni in ordine al progetto che il Governo presenterà nelle prossime ore per anticipare le uscite.  Nei mesi scorsi, proprio, una delegazione dell'Associazione aveva avuto un incontro con alcuni dirigenti della Ragioneria Generale dello Stato per definire un possibile intervento di modifica della legislazione vigente che, com'è noto non riconosce piu' alcuna specificità per tale comparto. L'esito dell'incontro tuttavia è stato "insoddisfacente" dato che i costi stimati dalla Rgs per ripristinare l'anticipo della pensione per il personale addetto alla condotta dei treni risultano di gran lunga superiori a quelli individuati dall'Associazione e dall'ex direttore generale dell'Inps, Mauro Nori.

"Da anni condividiamo con gli esodati i tentativi della Commissione Lavoro della Camera di porre rimedio ad uno dei più clamorosi errore della Legge Monti/Fornero" denunciano dall'Associazione. Ricordiamo che la errata utilizzazione della parola "articolo" anzichè "comma" ha causato in un sol colpo il repentino innalzamento dell'età pensionabile di macchinisti, Capitreno e Manovratori da 58 a 67 anni rendendoli detentori di un record mondiale per avere avuto un aumento di 9 anni in un sol colpo! Malgrado sia stato riconosciuto da tutto il Parlamento l'errore e la necessità di porvi al più presto rimedio, anche riguardo un indubbio calo della sicurezza del nostro trasporto ferroviario. Un trattamento assolutamente discriminatorio ed irrazionale considerando che al personale viaggiante iscritto al soppresso Fondo di previdenza per il personale addetto ai pubblici servizi di trasporto (ad esempio i conducenti di autobus e tram) è stata confermata di recente la pensione di vecchiaia con un anticipo di ben 5 anni rispetto all'età vigente nell'assicurazione generale obbligatoria. E che ai conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo può essere riconosciuta la normativa di favore in materia di lavori usuranti

Malgrado le innumerevoli Proposte di Legge, Emendamenti, Ordini del Giorno di volta in volta presentati trasversalmente da tutte le forze politiche, dopo 4 anni ancora nulla è stato fatto in tal senso. Anche lo scorso anno, in occasione della Legge di Stabilita', la proposta di settima salvaguardia avanzata dalla Commissione Lavoro della Camera, conteneva l'articolo che correggeva tale orrore ma ancora una volta il Governo ha ritenuto di dover eliminare il provvedimento rimandando ancora la riparazione al torto subìto da questi lavoratori.

E sull'ipotesi di consentire l'Ape nella forma agevolata o volontaria a questa categoria di lavoratori l'associazione prende le distanze: "Sembra che Governo e Sindacati siano ormai d’accordo di “risolvere” il problema della pensione di macchinisti, capitreno e manovratori, includendo i macchinisti tra i beneficiari dell’”APE” social. Cioè per i macchinisti pensione a 63 anni con mutuo da pagare nell’assegno pensionabile, mentre per gli altri nulla. Il tutto senza alcun mandato del personale.

"Non possiamo che dare una valutazione molto negativa di questa impostazione, scrivono dall'Associazione, in quanto: 1) Si tratterebbe di una grande ingiustizia, poiché tutte le altre categorie, delle quali è stato abolito il fondo speciale, sono state, invece, giustamente, armonizzate; 2) Si tratterebbe di una grande ingiustizia anche perché, nel frattempo, le condizioni di lavoro di questi ferrovieri sono state, negli ultimi 12 anni, notevolmente peggiorate: fino a 11 ore di lavoro giornaliero, meno riposi, più notti, maggiori responsabilità, meno formazione professionale, maggiore repressione sui luoghi di lavoro. Infatti, negli ultimi due anni è paurosamente aumentato il numero di decessi di nostri colleghi di età compresa tra i 52 e i 63 anni; 3) Si tratterebbe di una grande ingiustizia per quanto riguarda i macchinisti, poiché  vi ricordiamo (visto che pare ce ne sia bisogno) che l’aspettativa di vita media della categoria è di 64,5 anni. Se per la “legge Fornero” moriamo prima di andare in pensione, con l’APE vivremo da pensionati sì e no un anno e mezzo".

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