Riforma Pensioni, Poletti svela il piano del Governo: uscite flessibili dal 2016

Franco Rossini Giovedì, 04 Giugno 2015
Spazio anche per una nuova salvaguardia in favore dei lavoratori esodati per utilizzare gli eventuali risparmi derivanti dal sottoutilizzo del Fondo Esodati.
Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha aperto ieri ufficialmente il dossier pensioni. In occasione dell'Audizione presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il titolare del Dicastero di Via Veneto ha annunciato che la prossima legge di stabilità sarà il veicolo che tradurrà in qualcosa di concreto la flessibilità in uscita. «La Riforma Fornero ha irrigidito eccessivamente le uscite,  non tiene conto delle esigenze delle aziende e dei lavoratori che potrebbero avere interesse ad anticipare di qualche anno l'età pensionabile» ha detto Poletti.

Dal 1° gennaio 2016 quindi aumentano le probabilità, dopo eterni rinvii, di poter vedere alcuni cambiamenti al sistema previdenziale. Poletti è stato molto cauto sugli scenari non commetando nel merito le proposte attualmente in discussione alla Camera, ma ha confermato quanto da giorni si va ripetendo. Resta inteso però che la flessibilità in uscita avrà un prezzo: chi ne farà uso andrà incontro ad una riduzione dell'assegno previdenziale. Di quanto non è lecito saperlo in modo ufficiale. Poletti se n'è ben guardato dal fornire un'entità della riduzione dribblando le domande dei membri della Commissione che lo incalzava.

La strada maestra resta però quella cristallizzata nel ddl 857 Damiano-Baretta che prevede sostanzialmente di lasciare l'8% della pensione allo Stato in cambio di un'uscita a 62 anni e 35 anni di contributi (a ben vedere una quota 97). Naturalmente parliamo di un'opzione concessa al lavoratore. Non di un obbligo. Anche se non è detto che questa ipotesi sarà poi quella accolta dal Governo a settembre. Si vedrà. Sul campo per cronaca resta anche l'opzione del prestito previdenziale mentre perde quota il ricalcolo con il contributivo, ipotesi cara ai "falchi" del Governo ma destinata probabilmente a naufragare per la dura opposizione delle parti sociali e della stessa Commissione Lavoro della Camera.

Nel corso dell'audizione Poletti ha indicato anche che si sta studiando un meccanismo di staffetta generazionale che consenta alle imprese (a patto che si assumano i relativi oneri), di prepensionare il personale prossimo alla quiescenza su base volontaria. Un meccanismo simile in realtà già c'è nel nostro ordinamento ed è stato introdotto dalla legge 92/2012; bisognerà anche qui comprendere cosa ha in mente il Governo e come intenda raccordarlo con l'altra misura pure annunciata da Poletti: un sostegno per i lavoratori ultra 55enni rimasti senza lavoro e senza pensione.

Buone notizie per gli esodati che potrebbero vedere, anche prima della fine dell'anno, una nuova salvaguardia una volta concluso il censimento dell'Inps dei risparmi derivanti dal sottoutilizzo delle sei salvaguardie: Il Ministro ha garantito che i denari del Fondo Esodati non possono essere utilizzati per altri fini. Ancora in stallo l'opzione donna mentre c'è una apertura per i lavori usuranti: secondo il Ministro, in occasione dell'intervento sulla Legge Fornero, si potranno inserire i lavoratori edili tra i beneficiari della normativa in parola. Tra gli altri temi su cui si dovrà intervenire secondo Poletti, c'è quello che riguarda le ricongiunzioni onerose e la concessione di benefici previdenziali a coloro che assistono familiari con disabilità, temi sui quali la Commissione ha diverse proposte all'esame. Insomma di carne sulla brace c'è nè parecchia.

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