Salvini ha ribadito che il governo gialloverde vuole smontare la legge Fornero dal prossimo anno e consentire di andare in pensione con quota 100, cioè il numero a cui si arriva sommando età anagrafica e anni di contributi. Sino ad oggi l'ipotesi più accreditata era la combinazione 64 anni e 36 di contributi. Ma Salvini apre ad una maggiore flessibilità ipotizzando di inserire anche ulteriori composizioni come, per l'appunto, 62 anni e 38 anni di contributi oppure 63 anni e 37 di contributi. Insomma una Riforma potenzialmente con meno paletti e condizioni, più platee beneficiarie ma un costo superiore per le Casse dello Stato. Su cui si dovranno trovare le adeguate coperture.
E si apre anche una frattura rispetto alle dichiarazioni rese sino all'altro giorno dallo stesso consulente della Lega, Antonio Brambilla. Per le pensioni, «sì a quota 100 ma con almeno 64 anni di età e 36 di contributi e con flessibilità, e sconti sugli anni di uscita dal lavoro per le categorie dei lavoratori precoci e delle donne con figli», aveva detto l'esperto. Per le pensioni, la proposta Brambilla prevederebbe, oltre all'uscita dal lavoro a 64 anni con almeno 36 anni di contributi, la sostituzione dell'Ape social «per tutti i lavoratori, con i Fondi esuberi, sulla scia di quanto già sperimentato con successo ad esempio dalla categoria dei bancari». Come dire che la cornice del prossimo intervento di revisione della Legge Fornero è quanto mai incerta.
L'accesso alla pensione con quota 100 e un'età minima di 62 anni insieme alla possibilità di uscire con 41 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall'età anagrafica potrebbe costare già nel 2019 13 miliardi al lordo delle tasse e 9 miliardi al netto. Le elaborazioni sono di Stefano Patriarca, ex consulente del Governo Renzi e Gentiloni e tra gli artefici del progetto Ape varato nella passata legislatura, sulle ipotesi di riforma della Legge Fornero annunciate dal vicepremier Matteo Salvini. A regime il costo salirebbe a circa 20 miliardi al lordo delle tasse e oltre 13 miliardi al netto. La stima di Patriarca non terrebbe conto però del previsto ricalcolo contributivo di una parte degli anni di lavoro e del fatto che si conteggerebbero solo un massimo di due anni di contributi figurativi. Paletti che abbasserebbero il costo di quota 100 come immaginato dalla Lega.