Riforma Pensioni, verso un intervento a settembre in due tempi

Eleonora Accorsi Mercoledì, 19 Agosto 2015
La Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha individuato un accordo per estendere l'opzione donna ed approvare un settimo provvedimento di salvaguardia.
Proroga dell'opzione donna a tutto il 2015 ed approvazione di una settima salvaguardia per includere nuove famiglie attualmente non tutelate. Sono questi i punti sui quali si concentreranno i lavori parlamentari dopo la pausa estiva a partire dal 9 settembre con i ministeri del Lavoro e dell’Economia, l’Inps e la Ragioneria dello Stato. Per quanto riguarda l’opzione donna, le forze politiche hanno ormai trovato un accordo per correggere le Circolari Inps 35 e 37 del 14 marzo 2012 e consentire l’accesso alla pensione alle lavoratrici che entro la fine di quest’anno abbiano maturato il diritto (e non la decorrenza dell’assegno) con 57 anni di eta’ (58 le autonome) e 35 di contributi, purche’ accettino il ricalcolo tutto contributivo della pensione. Si tratta ora solo di tradurre in una norma di legge l'accordo raggiunto a livello politico.

L'obiettivo resta quello di fare presto e di licenziare la modifica entro metà ottobre dopo un rapido passaggio presso le Commissioni Lavoro di Camera e Senato riunite in sede deliberante, senza quindi la necessità di passare per le Aule. La norma di legge dovrà chiarire, peraltro, se applicare o meno i tre mesi della speranza di vita, una questione dalla quale dipende o meno l'inclusione nel regime sperimentale delle lavoratrici nate nell'ultimo trimestre dell'anno 1958 (1957 le autonome).

Altro intervento in calendario per settembre è la settima salvaguardia con l'estensione dei benefici previdenziali oggi riconosciuti ad una platea di 170 mila lavoratori esodati. Ampliamento possibile utilizzando i 3,3 miliardi di euro di risparmi maturati nel Fondo ad hoc creato dalla legge 228/2012, cifra tuttavia che dovrà essere certificata da una conferenza dei servizi appositamente convocata per metà settembre.

La proposta sulla quale dovrebbe registrarsi un accordo è il progetto del Pd (ddl 2958) che prevede l'estensione di un anno di tutti i profili di tutela aperti nella sesta salvaguardia (il vincolo temporale per maturare la decorrenza con le vecchie regole passerebbe dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017) ricomprendendo anche i lavoratori destinatari del trattamento speciale edile, i lavoratori titolari di indennità di mobilità ordinaria cessati dal servizio dopo il 30 settembre 2012 ancorchè con accordi di tipo non governativo, nonchè coloro che non hanno potuto fruire della mobilità a causa del fallimento dell'impresa. Per un totale di 26 mila nuovi salvaguardati. GamsinPiu' incerte le misure per rivedere l'età pensionabile dei macchinisti ferrovieri e lo stop alle penalizzazioni per gli assegni liquidati ante 2015, una modifica che interesserebbe oltre 25mila lavoratori, soprattutto donne, andate in pensione tra il 2013 ed il 2014. Praticamente scontato lo stralcio delle proposte circa il pensionamento anticipato dei quota 96 della scuola, sui quali continua a registrarsi l'opposizione del Governo. 

Chiusi questi due capitoli si affronterà quindi con la legge di stabilità, dalla seconda metà di settembre, la questione dedicata alla flessibilita’ in uscita, uno dei temi centrali delle discussioni degli ultimi mesi. L'esecutivo per ora non ha fornito dettagli sul progetto anche se la strada pare ormai tracciata: si potrà uscire prima dell'età attuali solo al prezzo di una decurtazione strutturale sull'assegno.

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