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Salvini: "e' un'infamata nei confronti di milioni di italiani. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro".

Kamsin Dopo il no dei giudici costituzionali alla ammissibilità del referendum sulla legge Fornero, proposto dalla Lega Nord, è duro il giudizio di Matteo Salvini: i giudici della Corte Costituzionale hanno «fottuto un diritto sacrosanto», ha detto il leader del Carroccio a Radio Padania. « La Consulta, con un atto gravissimo, ha stabilito la fine per la gente, per il popolo, di esprimersi su un referendum per l’abrogazione della riforma Fornero, una decisione fuori da ogni precedente. È una infamata nei confronti di milioni di italiani che non arrivano a fine mese. Altro che legge elettorale...Questa Italia mi fa schifo e mi batterò per ribaltarla». 

Salvini poi ha voluto sottolineare che questa "e' un'infamata nei confronti di milioni di italiani. E' uno Stato di m... che ha dei giornalisti di m..." che non hanno dato risalto all'iniziativa. E tornando sulla bocciatura del referendum ha continuato: "Era l'unico cambiamento vero per la gente, ma questa e' stata fottuta. Giornata del ca..., governo del ca.... Spero che l'Italia si svegli. In Italia un cavillo lo trovi sempre. E' un furto, una beffa per milioni di italiani che speravano di non dover morire sul lavoro. Il popolo non conta un ca..., se non ti chiami Matteo Renzi non conti nulla".

'Sono sconcertato della sentenza della Corte che non ha ammesso il referendum per cancellare la legge Fornero. E' una sentenza che assume un significato squisitamente politico e che sembra fatta apposta per salvare il governo Renzi'. Lo dice Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, primo firmatario del quesito e referente del comitato promotore del referendum per l'abrogazione della legge Fornero in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile il referendum proposto dalla Lega

'E' evidente che se il referendum fosse stato accettato - afferma - la stragrande maggioranza degli italiani avrebbe votato a favore e una volta caduta l'odiosa legge Fornero sarebbero andati a casa Renzi e il suo governo e si sarebbe tornati al voto. Invito tutti a venire alla manifestazione della Lega il prossimo 28 febbraio a Roma - conclude - per far sentire la propria voce perche' stanno cercando di togliere al popolo il diritto di poter votare'.

L'Ex-ministro del lavoro, Elsa Fornero, autrice della controversa riforma fa notare come il giudizio della Corte fosse invece scontato. La Corte Costituzionale «avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese», ha commentato l’ex ministro del Lavoro. «Ora il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza».

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La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Fornero in materia di pensioni, proposto dalla Lega Nord.

Kamsin La Consulta in una nota, precisa di aver dichiarato «inammissibile la richiesta di referendum relativa all’articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive». La sentenza sarà depositata successivamente, entro i termini previsti dalla legge.

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A stanarle saranno sguinzagliati gli ispettori delle Entrate e dell'Inps, che agiranno in base all'impianto stabilito dalla legge Fornero sul lavoro del 2012. Fronte aperto per la revisione delle aliquote contributive nella Gestione Separata.

Kamsin Si apre la caccia alle finte partite Iva. Si calcola che su 5,5 milioni di partite Iva attive circa 3 milioni siano lavoratori autonomi senza dipendenti, professionisti individuali dentro i quali si nascondono aree di grigio e di nero. Su questi circa 750-800 mila hanno un unico cliente; tra di essi il 35-40% sono false partite Iva certificabili.  A stanarle saranno sguinzagliati gli ispettori delle Entrate e dell'Inps, che agiranno in base all'impianto stabilito dalla legge Fornero sul lavoro del 2012. Il 31 dicembre scorso è infatti terminato il previsto periodo di monitoraggio dei controlli sulla monocommittenza, previsto dalla legge 92/2012. Dal primo gennaio gli ispettori potranno quindi realizzare pienamente ciò che è stabilito da quella che veniva considerata la prima legge di contrasto alle false partite Iva, vale a dire la presunzione automatica della subordinazione.

Tre gli indicatori che faranno scattare la presunzione di rapporto di lavoro subordinato, ma basterà che ne sussistano contemporaneamente almeno due: la presenza di una postazione di lavoro fissa presso la sede del committente; la soglia dell'80% dei corrispettivi annui dovuti alla collaborazione nell'arco di due anni consecutivi; la durata della collaborazione non superiore agli 8 mesi annui per due anni consecutivi. La presunzione di subordinazione si applica ai titolari di partita Iva privi di ordine o elenco. Gli ispettori, finito il monitoraggio, potranno automaticamente stabilire la trasformazione del contratto in collaborazione coordinata e continuativa o anche in contratto a tempo indeterminato.

Sullo sfondo resta poi il problema della stangata prevista per i professionisti e free lance non iscritti ad albo o registro. Ieri, sul punto, è stato presentato un emendamento - primo firmatario Cesare Damiano (Pd) presidente della commissione Lavoro della Camera - che blocca il previsto aumento dell'aliquota contributiva a carico delle partite Iva iscritte informa esclusiva alla gestione separata Inps. La misura  è stata sottoscritta da tutti i componenti della commissione e per la stessa «costituisce una priorità», ha affermato la deputata Marialuisa Gnecchi (Pd) che spiega come l'emendamento, per non rischiare di essere bocciato, in quanto relativo al Milleproroghe si "limita" a prorogare di un anno l'applicazione dell'aliquota del 27% per tutto il 2015.

Per intervenire in modo definitivo su questo fronte, nei giorni scorsi si è formato anche un comitato trasversale di parlamentari, presieduto da Barbara Saltamartini di Ncd che ha ricevuto anche il sostegno del presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd). Le partite iva denunciano da tempo l'insostenibilità della situazione: agiscono in regime di rischio d'impresa; sono fortemente tartassati (quest'anno la loro contribuzione è arrivata al 30,72%); e non hanno diritto ad alcuna tutela né tantomeno a una offerta di welfare. Per questo molti di loro sono alla ricerca di nuove vie di fuga.

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I requisiti per conseguire la pensione di vecchiaia anticipata passano a 61 anni e 3 mesi per gli uomini e a 58 anni e 9 mesi per le donne.

Kamsin Il recente regolamento di armonizzazione (il Dpr 157/2013) ha rivisto al rialzo, con effetto dal 1° gennaio 2014, i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia anche per il personale viaggiante addetto ai pubblici servizi di trasporto iscritti all’ex Fondo Autoferrotranvieri.

L’art. 4 del citato Dpr ha novellato l’articolo 3 del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 414 e prevedendo che il personale viaggiante può ottenere la pensione di vecchiaia "al raggiungimento del requisito anagrafico ridotto di cinque anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore nel regime generale obbligatorio”. 

Prima dell’armonizzazione l’età per il diritto alla pensione di vecchiaia di questi lavoratori era fissata a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne e vedeva l'applicazione della finestra mobile annuale di cui alla legge 122/2010. Ora, alla luce dell’intervenuta modifica, il requisito anagrafico viene stabilito in misura ridotta di 5 anni rispetto a quello previsto in via generale e vengono meno le c.d. “finestre”.

In pratica nel 2015 i lavoratori potranno accedere alla pensione con 61 anni e 3 mesi di età, le donne con 58 anni e 9 mesi di età unitamente al perfezionamento di almeno 20 anni di contributi. La prestazione, inoltre, effetto della disapplicazione delle finestre, avrà decorrenza dal 1° giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi. L'età per il collocamento in pensione, comprensive degli adeguamenti alla speranza di vita, sono indicate nella seguente tabella.

I requisiti per la pensione sono ancora piu' agevolati in caso di perdita del titolo abilitante per inidoneità.  In particolare, secondo quanto precisato dalla Circolare inps 86/2014, si stabilisce che, ai fini della pensione di vecchiaia anticipata, per il personale viaggiante si applica la disciplina previgente in materia di diritto e decorrenza.

In particolare nel caso in cui il lavoratore, sottoposto a giudizio di idoneità, non abbia ottenuto il rinnovo del titolo abilitante allo svolgimento della specifica attività lavorativa da parte dell'Autorità competente l’età per la pensione di vecchiaia resta ferma a 60 anni e l’accesso al trattamento pensionistico è fissato in base alle c.d. “finestre” trimestrali  di cui alla legge n. 247 del 2007.

Occorre tenere presente che il lavoratore che non si sottopone volontariamente alla visita medica per il rinnovo del titolo abilitante non potrà accedere alla pensione di vecchiaia anticipata secondo le vecchie regole. In caso di perdita del titolo abilitante al compimento del 60° anno di età, inoltre, per espressa previsione di legge, non vanno applicati gli aumenti per aspettativa di vita.

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Se la Corte Costituzionale desse parere positivo all'abrograzione della Riforma Fornero oltre il 60% degli italiani voterebbe sì alle urne. E' quanto certifica un sondaggio condotto nei mesi scorsi da Swg – su un campione di 1.060 cittadini maggiorenni residenti sul territorio nazionale – sul quesito proposto dal Carroccio. Kamsin   Dal sondaggio si evince come una «netta maggioranza sia in sintonia con gli orientamenti della Lega» e come gli argomenti suscitino interesse, giustificando la chiamata alle urne.

Fra quel 60% di cittadini favorevoli all’abrogazione della Fornero sulle pensioni (14% è per il no, 26 non sa) ci sono rappresentanti di centrodestra, centrosinistra, contrari ai vecchi partiti e di persone non interessate alla politica. Fra gli elettori del centrodestra il 65% la vuole eliminare il 15 no (20 non sa); nel centrosinistra ad volerla cancellare è il 61, dice no il 17 (22 non sa); fra i contrari ai vecchi partiti 65, 6 e 29. Fra chi non si interessa di politica il 59 è per il sì solo il 9 per il no mentre salgono al 32 i “non saprei”.

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