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Bonus 80 euro: Morando, bisogna renderli permanenti
Statali, il governo studia un nuovo stop ai salari
Accantonato per ora un prelievo sulle pensioni d'oro e d'argento, una delle ipotesi sulla quale il governo sta lavorando, secondo quanto anticipa oggi il Messaggero, è quella di prorogare per altri due anni il blocco delle retribuzioni del pubblico impiego. Kamsin Dal 2010, ormai, 3,3 milioni di lavoratori dello Stato si vedono negare da governi di vario colore il rinnovo contrattuale: una misura che è stata confermata dall'ultima legge di Stabilità fino alla fine del 2014. Per l'indennità di vacanza contrattuale, invece, è previsto uno stop ai valori del 2012 fino al 2017. La stretta sugli stipendi degli statali ha permesso di risparmiare, tra il 2010 e il 2014, circa 11,5 miliardi di euro. Il nuovo blocco della contrattazione inserito dal governo Letta nella manovra finanziaria ha permesso ulteriori risparmi per altri 5 miliardi di euro, grazie non solo al congelamento delle retribuzioni, ma anche al blocco del turn over fino al 2018.
Un impatto questo che il Def 2014 ipotizza di estendere al prossimo anno. I tecnici di via XX Settembre hanno infatti scritto che «nel quadro della legislazione vigente, la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Pa è stimata diminuire dello 0,7% per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3 per cento nel 2018, per effetto dell'attribuzione dell'indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018/2020». Di taglio in taglio, in effetti, i dipendenti pubblici nel giro di 5 anni hanno visto ridursi il salario reale del 14,6%. Con un sacrificio pro-capite che la Cgil quantifica in circa 4 mila euro. Il carico, ovviamente, cambia a seconda della mansione svolta: un impiegato ministeriale con meno di 30 mila euro lordi di stipendio ha dovuto rinunciare a circa 2.800 euro lordi, che diventerebbero 4 mila con il prolungamento al 2015 e 2016. Il salasso cresce salendo i gradini della gerarchia: sono 8.900 euro per un dirigente di seconda fascia, e arriva ai 19 mila euro di un ministeriale apicale e se lavora per un ente pubblico non economico Inps, Aci o Istat si sorpassano i 21 mila euro.
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Riforma Pensioni, Renzi: no al prelievo sulle retributive
Renzi boccia l'idea di chiedere un contributo di solidarietà a chi riceve una pensione calcolata con il metodo retributivo, oltre una certa soglia.
Kamsin Sull'ipotesi del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti di introdurre un contributivo di solidarietà (aggiuntivo rispetto a quello già attualmente previsto dalla legge di stabilità 147/2013) per finanziare un intervento in favore degli esodati (ma anche di altre categorie di lavoratori, come ad esempio i precoci) si è scatenata la bufera. La proposta che mira ad inserire un prelievo sulle pensioni più alte calcolate con il vecchio metodo retributivo ha infatti trovato subito contrari i sindacati, le associazioni dei manager, una stessa parte del Pd, gli alleati del Ncd e Forza Italia.
L'idea non è piaciuta nemmeno al premier Matteo Renzi che ieri ha seccamente smentito il titolare del Dicastero di Via Veneto indicando che un'ipotesi del genere, proposta da Cottarelli nel Marzo scorso era stata già bocciata dal governo. E dunque non sarà riproposta nelle legge di stabilità. Nemmeno in una forma surrogata. Anche perchè i tempi sono molto stretti (il governo deve presentare la legge di stabilità entro il 15 Ottobre) e lo studio di un simile intervento sarebbe piuttosto complesso. Certo è, comunque, che la legge di stabilità sarà l'ultima chiamata per il governo per dare una risposta soddisfacente, dopo i vari annunci, ai tanti capitoli aperti sul fronte previdenza. Ma le risorse, complice anche il peggioramento del Pil, sono sempre piu' esigue.
Poletti ha bisogno di risorse e sa come tutti che realizzare la prossima legge di Stabilità ( dai 23 ai 25 miliardi) agendo esclusivamente sul versante dei tagli di spesa non sarà affatto semplice. Solo per salvaguardare circa 170 mila esodati sono stati necessari più di 11 miliardi. E dall'inizio della crisi ogni anno è andato alla cassa integrazione in deroga ( quella cioè finanziata conta fiscalità generale e non con i versamenti delle imprese) oltre un miliardo di euro. Ben si comprende quindi come l'idea di Poletti, per quanto criticata, avrebbe potuto portare "denari" per realizzare quegli interventi tanto sbandierati nelle scorse settimane dall'esecutivo sulle pensioni.
Molte sono infatti le questioni sulla previdenza che dovranno essere affrontate entro l'autunno. Prima di tutto c'è l'introduzione di soluzione strutturale al fenomeno degli esodati (si vuole realizzare una sorta di scivolo che accompagni alla pensione per coloro che hanno perso il lavoro) e la sterilizzazione delle penalizzazioni per i lavoratori precoci. Già a fine mese si dovrebbero poi conoscere le intenzioni di Renzi sui quota 96 della scuola e, sempre con la legge di stabilità, potrebbe essere rilanciata l'opzione donna per concedere un anticipo dell'età pensionabile al prezzo di un assegno calcolato totalmente con il sistema contributivo. Piu' difficile un intervento sulle ricongiunzioni onerose e sulle pensioni minime così come l'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati.
Nessuna novità, invece, sul fronte dell’età pensionabile che resterà quella fissata dalla legge Fornero (67 anni o 42 anni e 6 mesi di contriubuti) anche perché un cambio di rotta su questo fronte non verrebbe approvato da Bruxelles.
E nella legge di Stabilità potrebbe infine essere inserito un tetto alle pensioni calcolate pro rata con il metodo contributivo. In mancanza di un limite, infatti, oggi alcune categorie che possono andare in quiescenza con oltre 70 anni di età (dai professori universitari ai magistrati), riescono a maturare un assegno pensionistico pari al 100 per cento, ma anche oltre, dell’ultima retribuzione.
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Pensioni, Renzi smentisce: nessun prelievo in arrivo
Secca smentita del premier Renzi all'ipotesi di un prelievo aggiuntivo sulle pensioni d'oro o d'argento rilanciato da Poletti nei giorni scorsi.
Kamsin Non ci sarà nessun prelievo nella legge di stabilità sulle pensioni d'oro o d'argento. E' secca la smentita di Renzi alle ipotesi circolate tra ieri ed oggi sulla possibilità di un prelievo sulle pensioni retributive: Maddeche? Ovvero, Ma di cosa stiamo parlando? Ma quando mai. Matteo Renzi riappare cosi' su twitter, il social network prediletto da quando e' diventato presidente del consiglio, e ferma sul nascere le polemiche sollevate dalla sola idea di toccare le pensioni al di sopra dei 3.500 euro netti, calcolate con il vechio metodo retributivo.
Nulla di tutto questo, dunque: "I giornali di agosto - spiega il premier - sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo. #nonesiste #maddeche". E, quasi a voler sottolineare meglio il concetto, Renzi elenca, con una serie di 'cinguettii', i temi caldi per il governo.
Gli investimenti, la scuola e soprattutto la Giustizia per la quale si prepara una sorta di rivoluione copernicana. "I progetti del governo non sono segreti. Iniziamo dalla giustizia, a cominciare da quella civile che oggi civile non e'". Il riferimento e' alla riforma alla quale sta lavorando il ministro Andrea Orlando e che e' attesa al consiglio dei ministri del 29 agosto. Ma non e' tutto: il 29 agosto approderanno in Consiglio dei ministri anche le linee guida sulla scuola, un tema che sta a cuore al presidente del consiglio visto che, spiega, "tra dieci anni l'Italia sara' come la fanno oggi gli italiani.
Ci sono infine gli investimenti che nell'agenda di Renzi si trovano alla voce Sblocca Italia, una serie di misure relative a "infrastrutture, energia, autorizzazioni pubbliche, finanza per investimenti" su cui il governo punta per tornare a vedere l'economia italiana correre e competere.
Zedde
Dalle Pensioni al Turn-over. La Riforma della Pa è legge
La Riforma della Pubblica Amministrazione è legge. I dipendenti pubblici non potranno piu' chiedere di rimanere in servizio per un biennio dopo aver raggiunto l'età pensionabile.
Kamsin Con la pubblicazione ieri in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione al Dl 90/2014 il primo passo della Riforma della Pa è diventata da oggi una realtà. Il Parlamento ha approvato lo scorso 7 agosto il provvedimento che contiene diverse novità, gia anticipate da Pensioni Oggi nei giorni scorsi, tra cui lo stop al trattenimento in servizio dopo aver raggiunto i requisiti per la pensione, il via libera alla possibilità di trasferire un dipendente pubblico nel raggio di 50 chilometri, purché non abbia figli sotto i tre anni o usufruisca della legge 104 per assistere disabili, gli oltre mille posti da vigili del fuoco, e un turn over più flessibile, con il via libera ad assunzioni per non più del 20% delle spese sostenute per chi è uscito da quella amministrazione (percentuale che diventerà del 40 nel 2015 e del 100 nel 2018).
Con l'abolizione del trattenimento in servizio dalla fine di ottobre dunque qualunque dipendente pubblico abbia i requisiti per la pensione dovrà lasciare il posto (finora poteva, previo assenso della Pa, fermarsi ancora due anni), norma che solo per magistrati si applicherà più avanti, da inizio 2016. Per loro, però, si introduce una stretta nella possibilità di avere un'aspettativa per lavorare con la Pubblica amministrazione: chi ha incarichi di diretta collaborazione, non potrà più ricorrere all'aspettativa, dovrà andare fuori ruolo.
La stretta sui trattenimenti in servizio comporterà peraltro che, laddove il limite ordinamentale per il servizio risulti fissato a 65 anni, il lavoratore dovrà obbligatoriamente lasciare il posto a 65 anni se a tale età avrà maturato un diritto a pensione (in pratica la pensione anticipata). In caso contrario il rapporto proseguirà fino ai nuovi limiti previsti per il conseguimento della pensione di vecchiaia (66 anni 3 mesi). Non solo. Le amministrazioni potranno già risolvere il rapporto all'età di 62 anni, anche nei confronti dei dirigenti (ma non nei confronti dei magistrati, professori universitari e primari), purché questi abbiano raggiunto la massima età contributiva (cioè i 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne). Per attivare tale possibilità sarà tuttavia necessario un atto motivato e la risoluzione del rapporto non dovrà recare pregiudizio alla Pa.
C'è inoltre una stretta al conferimento degli incarichi a pensionati. Le pubbliche amministrazioni, nonché gli enti inseriti nel conto economico consolidato della Pa così come individuati dall'Istat, le autorità indipendenti e la Consob non potranno attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Agli stessi soggetti non potranno essere conferiti incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni e degli enti e società da esse controllati. Sono salvi da questa regola solo i componenti delle giunte degli enti territoriali e i componenti o titolari degli organi elettivi di ordini e collegi professionali, nonché di enti aventi natura associativa. Gli incarichi e le collaborazioni sono tuttavia consentiti a titolo gratuito e per la durata massima di un anno. Non sono previste né proroghe, né rinnovi e i rimborsi spese eventualmente corrisposti dovranno essere rendicontati. Tali disposizioni troveranno comunque applicazione agli incarichi conferiti dopo la data di entrata in vigore del decreto (cioè dopo il 25 giugno 2014).
Il provvedimento prevede anche un taglio del 20% della remunerazione per i membri dei Cda di società partecipate che lavorano in maniera praticamente esclusiva con la Pa. Caleranno anche le somme che le imprese versano alle Camere di commercio, ma gradualmente: ci sarà un taglio del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e un dimezzamento nel 2017.
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Pensioni, Brunetta: il contributo di solidarietà già esiste
"Agli smemorati del Governo ricordiamo che il contributo di solidarieta' sulle pensioni piu' alte esiste gia'. Lo ha previsto la legge 486 del 2013: gentile lascito del Governo Letta". Kamsin Lo afferma in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia che risponde alle dichiarazioni del Ministro Poletti dell'altro giorno in cui il titolare di Via Veneto ha ventilato la possibilità di introdurre un contributo sulle pensioni calcolate con il sistema retributivo per finanziare interventi correttivi sulla Riforma Fornero. La soglia su cui applicare il contributo di solidarietà non è stata indicata dal governo ma potrebbe interessare solo le prestazioni superiori a 3-3.500 euro netti al mese.
Secondo Brunetta il contributo attualmente esistente "colpisce tutte le pensioni superiori a circa 5 mila euro netti al mese. Con una progressione che va dal 6 al 18 per cento per quelle superiori a 195 mila euro lordi l'anno (circa 10 mila netti al mese). In quest'ultimo caso la somma delle due aliquote (quella erariale ed il contributo) porta, al margine, ad un prelievo di circa il 65 per cento.
Siamo al limite dell'esproprio. In Francia, dove le aliquote personali sono molto piu' basse, essendo previsto il quoziente familiare, un salasso cosi' forte e' previsto solo per i redditi superiori ad 1 milione di euro. Decisione peraltro bocciata dalla Corte costituzionale, dopo clamorose proteste. Evidentemente i super pensionati italiani meritano un trattamento ben peggiore". "Ma se il contributo di solidarieta' gia' esiste, quali sono le reali intenzioni del Governo? Vuole abbassare l'asticella, come ha dichiarato il Ministro Poletti? E fino a quanto? Come fara' a misurare l'esatto contenuto del privilegio?", domanda Brunetta.
"Ricordiamo che, in genere, le pensioni piu' alte sono quelle di vecchiaia, che scontano un lungo periodo di contribuzione e versamenti contributivi corrispondenti al reddito percepito. A loro volta valorizzati con un tasso di rendimento via via decrescente. Mentre le pensioni d'anzianita' - a partire da quelle baby - hanno garantito benefici ben maggiori, in termini di equivalenza finanziaria. Se privilegio non ha da essere e li' che bisogna intervenire, evitando di confondere la giustizia con la semplice invidia sociale. Ricordiamo a Matteo Renzi queste regole elementari, affinche' conduca una riflessione approfondita, prima di inutili sfracelli".
Pensioni, Bonanni (Cisl): no ad una nuova manovra sulle pensioni
Renzi, piani segreti? Neanche il governo li conosce
Pensioni, Bonanni (Cisl): no ad una nuova manovra sulle pensioni
''Il governo dovra' spiegare bene al Paese, ai cittadini perche' mette una nuova tassa''. Cosi' il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato a ''Prima di tutto'', Radio 1, la ventilata manovra del Governo sulle pensioni. Kamsin ''E' un altra tassa, perche' non si puo' intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se gia' non ne pagassero di salate, come se gia' non pagassero contributi di solidarieta', non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra - ha aggiunto Bonanni - una iniziativa eccessiva''. Invece di intervenire sulle ''municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500
Questa e' una cultura becera, che deve finire. Al di la' delle chiacchiere, non si fa nulla per le spese forti, dissipatrici di comuni, province e regioni, e ci si rivolge ancora una volta a coloro che pagano le tasse sino all'ultimo centesimo e non hanno nemmeno la rivalutazione di fronte all'inflazione. E' una logica perversa, che potrebbe innescare un'ulteriore frenata sui consumi, perche' la gente, preoccupata dal proprio futuro, blocca tutti i consumi, per la paura di fare passi piu' lunghi della gamba''.
Riforma Pensioni, il governo cerca un prelievo sugli assegni piu' elevati
Pensioni, Damiano: prelievo solo sopra i 90 mila euro lordiZedde