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Dal prossimo 1° agosto l'accisa minima sulle sigarette salirà da 125,70 a 126,80 euro al chilogrammo convenzionale (cioè circa mille sigarette), l'aliquota di base passerà dal 58,5% al 58,6% mentre l'accisa minima sui trinciati salirà da 105,30 a 108 euro al chilogrammo. Kamsin E' quanto prevede il provvedimento del direttore dell'agenzia Dogane-Monopoli dello scorso 15 Luglio con il quale il governo punta a reperire nuove risorse per coprire le spese del decreto cultura approvato lo scorso anno dal Governo Letta. Si tratta di aumenti minimi (2 cent a pacchetto) che non avranno ripercussioni sui consumatori e che potranno essere assorbiti dai produttori.

Il governo tuttavia sta lavorando ad un riordino legislativo, con la delega fiscale, che prevede l'addio alla componente variabile sulle accise sostituita dall'onere fiscale minimo comprensivo anche dell'Iva. Un passaggio che porterà il prelievo sulle "bionde" a 170 euro al chilogrammo e si applicherà a tutte le marche di sigarette per le quali le imposte dovute per accise e Iva (al 22%) siano inferiori a tale soglia spartiacque. In programma anche un ulteriore ritocco sull'aliquota di base per il calcolo dell'accisa che dal 1° gennaio 2015 passerà così al 58,7 per cento. E sempre dal prossimo anno è destinato ad arrivare anche l'aumento della «componente specifica», che sarà calcolata sul cosiddetto Wap (il prezzo medio ponderato) e dovrebbe passare - secondo fonti vicine all'esecutivo - dal 7,5 al 10 per cento.

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Prosegue oggi, in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, l'esame degli emendamenti al decreto Pa in vista dell'approdo in aula del provvedimento che la conferenza dei capigruppo ha fatto slittare a venerdì 25 luglio. Kamsin Sul tavolo, in particolare le proposte di modifica del relatore Emanuele Fiano e gli eventuali subemendamenti. Attesi tra oggi e domani anche gli emendamenti del Governo, anticipati ieri dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari.

In attesa che si concluda l'esame in Commissione del provvedimento però tra le proposte dichiarate ammissibili vanno annoverate soprattutto quelle presentate da Manuela Ghizzoni (Pd) ed altri e da Maria Marzana(M5S) ed altri, relative entrambe alla richiesta di estendere anche al personale della scuola che aveva maturato la quota 96 entro il 31 agosto 2012 la facoltà di accedere al trattamento pensionistico con i requisiti richiesti dalla normativa previgente l'entrata in vigore dell'art. 24 del decreto legge 201/2011 (i cd. quota 96 della scuola). Le due proposte emendative si differenziano invece limitatamente al trattamento di fine rapporto (indennità di buonuscita). Quella presentata dalla Marzana sembra essere leggermente più favorevole al personale che decida di cessare dal servizio dal 1° settembre 2014. Ad ogni modo la proposta dovrebbe questa volta avere buone probabilità di passare e ricevere il primo via libera della Camera nei prossimi giorni. 

Tra le altre modifiche in tema previdenziale che potrebbero arricchire le novità già introdotte nel Dl 90/2014 c'è la possibilità di consentire alle amministrazioni scolastiche di valutare il trattenimento in servizio fino al 31 agosto 2015 di alcune categorie di dirigenti scolastici, andando oltre la tagliola del 31 Ottobre 2014 attualmente fissata dall'esecutivo. Inoltre, negli emendamenti presentati ieri dal relatore del provvedimento, Emanuele Fiano, c'è la precisazione che la norma che consente la risoluzione del rapporto di lavoro da parte delle Pa al perfezionamento della massima anzianità contributiva del dipendente, sia attivabile anche nei confronti dei professori universitari e dei primari ospedalieri.

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- Roma 22 lug. - "Il governo e' impegnato a testa alta e viso aperto per realizzare gli impegni che ci siamo dati". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, presenziando alla firma di 24 progetti che porteranno 1,4 miliardi di investimenti e parlando della necessita' di completare l'iter delle riforme. "Le immagini di chi vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme in Italia sono le immagini di chi pensa che si possa andare avanti cosi'", ha sottolineato il premier.

"Per cambiare l'Italia bisogna fare le riforme e le faremo", ha ribadito il presidente del Consiglio. "Questo e' il momento in cui il governo prova a dare un messaggio concreto di investimento sul futuro del paese, con la serenita', la determinazione e il coraggio di chi sa che non ci possiamo fermare. Alla fine dei mille giorni - ha proseguito il premier - l'Italia sara' nelle condizioni di guidare la politica industriale dell'Europa e non essere fanalino di coda".

Renzi ha presenta a palazzo Chigi una serie di progetti realizzati con imprese straniere e italiane. Il premier parla di contratti di sviluppo che "valgono quasi un miliardo e mezzo di euro, la meta' e' investimento pubblico, circa 700 milioni". Ecco le cifre: 24 progetti, quasi un miliardo e mezzo di investimenti, 25 mila posti di lavoro, l'80% nelle regioni del Sud, "34 milioni di euro in Campania". Sul lavoro e il rilancio dell'occupazione "la politica si gioca la sua credibilita'", dice il premier.

- Roma 22 lug. - Matteo Renzi presenta a palazzo Chigi una serie di progetti realizzati con imprese straniere e italiane. Il premier parla di contratti di sviluppo che "valgono quasi un miliardo e mezzo di euro, la meta' e' investimento pubblico, circa 700 milioni". Ecco le cifre: 24 progetti, quasi un miliardo e mezzo di investimenti, 25 mila posti di lavoro, l'80% nelle regioni del Sud, "34 milioni di euro in Campania". - Sul lavoro e il rilancio dell'occupazione "la politica si gioca la sua credibilita'", dice il premier. Con la firma dei 24 progetti "il governo prova a dare messaggi concreti", sostiene il presidente del Consiglio. "Alla fine dei mille giorni l'Italia sara' nelle condizioni di guidare la ripresa economica e non di essere il fanalino di coda", sottolinea il presidente del Consiglio. .
- Roma, 21 lug. - Termina il primo giorno di esame da parte dell'Aula del Senato del ddl riforme costituzionali. Una seduta, tuttavia, che si e' protratta quasi per l'intera giornata sull'illustrazione degli emendamenti all'articolo 1 del testo del ddl, senza che i senatori procedessero ad una sola votazione. I lavori riprenderanno domani alle 9,30. Il Movimento 5 Stelle propone che domani l'Aula del Senato anziche' esaminare il ddl riforme si occupi di quanto sta accadendo nella striscia di Gaza e chiede di cambiare il calendario dei lavori, con un voto da svolgere subito, gia' questa sera. Si associa alla richiesta Sel. Il Pd propone di sentire il governo in commissione, ma i grillini insistono e la Lega, con Stefano Candiani, chiede la verifica del numero legale, visto che l'emiciclo di palazzo Madama e' semivuoto (i lavori da calendario dovevano terminare alle 22). Ma la presidente di turno, Valeria Fedeli, rimanda ogni decisione e votazione a domattina. E scoppia la bagarre in Aula, con i 5 Stelle che protestano. La presidente di turno non si compone: "E' una votazione assolutamente legittima, si fara' domattina per un problema di orario", afferma. Il capogruppo grillino, Vito Rosario Petrocelli non ci sta. A proporre il cambio di calendario, poco prima, e' stato proprio lui: "riteniamo sia necessario inserire l'informativa urgente del ministro Mogherini su quanto sta accadendo nella striscia di Gaza, ci sembra di un'urgenza assoluta", sostiene, "l'Aula non puo' proseguire senza un dibattito aggiornato. E' doveroso stasera un voto su un nuovo calendario da parte di tutti i gruppi", conclude il grillino. Si associa alla richiesta Peppe De Cristofaro (Sel). Interviene il senatore Pd, Giorgio Tonini: "La preoccupazione dei colleghi e' anche la nostra, ma non si strumentalizzi questa vicenda per interessi obliqui. La nostra proposta e' che il governo venga a riferire nella commissioni Esteri di Camera e Senato congiunte come avviene in questi casi". .
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