Nicola Colapinto

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Nicola Colapinto, avvocato con specializzazione in diritto del lavoro, seguo le principali questioni giuslavoristiche e previdenziali per PensioniOggi.it. 

È legge il decreto sulla riforma della Pubblica amministrazione. La Camera, in terza lettura, ha infatti approvato defintivamente con 303 sì, 163 no e 9 astenuti il decreto legge n. 90/2014 con misure per la semplificazione e la trasparenza amministrativa. Kamsin Il testo varato da Montecitorio al termine di un iter parlamentare discusso è quello approvato lunedì dal Senato in cui sono state soppresse le norme che introducevano significative modifiche sulle pensioni perchè prive di adeguate coperture. Com'è noto è saltata la norma che avrebbe consentito a quattromila tra insegnanti e personale della scuola di andare in pensione con la "quota 96"; la regola che consentiva il pensionamento d'ufficio per primari e professori universitari che avessero raggiunto i 68 anni; quella che toglieva le penalizzazioni sino al 2017 per l'accesso alla pensione anticipata e quella in favore delle vittime del terrorismo.

L'impianto del decreto conferma invece le norme che cancellano da ottobre i trattenimenti in servizio (per i magistrati lo stop arriverà dal 2016) e la facoltà per le Pa di pensionare d'ufficio a 62 anni i dipendenti che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata, ed il prepensionamento dei giornalisti di imprese editoriali in crisi. Arriva poi la sperimentazione della mobilità, la semplificazione del turn over e le oltre mille assunzioni per i vigili del fuoco, l'inasprimento dello stop agli incarichi per i pensionati, il dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali. C'è anche lo stop alle aspettative per i magistrati che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, anche se solo di consulenza giuridica. In tal caso scatterà l'obbligo di andare fuori ruolo, ma con una "sanatoria" per le aspettative già in corso.

Confermate anche le regole per il turn over. Le Pa potranno fare assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014. Quota che si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 201. C'è il taglio graduale dei diritti camerali: 35% per il 2015, -40% per il 2016 , -50% nel 2017. Per quanto riguarda la mobilità si prevede che il dipendente pubblico possa essere trasferito da un ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma l'obbligo non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104.
Infine viene allargato il campo d'azione del presidente dell'Autorità anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone.

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Arriverà probabilmente domani il via libera definitivo al decreto sulla Pa come riformato in Senato. Inevitabile per il governo porre nuovamente la questione di fiducia per ottenere la terza lettura della Camera dopo lo stralcio delle misure previdenziali che erano state introdotte la settimana scorsa. Kamsin Il Senato, com'è noto, ha approvato lunedì quattro emendamenti presentati dall'Esecutivo per sopprimere le misure che secondo la Ragioneria dello Stato risultavano prive di copertura: la norma che avrebbe consentito a quattromila tra insegnanti e personale della scuola di andare in pensione con la "quota 96"; la regola che consentiva il pensionamento d'ufficio per primari e professori universitari che avessero raggiunto i 68 anni; quella che toglieva le penalizzazioni sino al 2017 per l'accesso alla pensione anticipata e quella in favore delle vittime del terrorismo.

L'impianto del decreto conferma invece le norme che cancellano da ottobre i trattenimenti in servizio (per i magistrati lo stop arriverà dal 2016) e la facoltà per le Pa di pensionare d'ufficio a 62 anni i dipendenti che abbiano raggiunto i requisiti per la pensione anticipata. Arriva poi la sperimentazione della mobilità, la semplificazione del turn over e le oltre mille assunzioni per i vigili del fuoco, l'inasprimento dello stop agli incarichi per i pensionati, il dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali. C'è anche lo stop alle aspettative per i magistrati che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, anche se solo di consulenza giuridica. In tal caso scatterà l'obbligo di andare fuori ruolo, ma con una "sanatoria" per le aspettative già in corso.

Confermate anche le regole per il turn over. Le Pa potranno fare assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014. Quota che si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 201. C'è il taglio graduale dei diritti camerali: 35% per il 2015, -40% per il 2016 , -50% nel 2017. Per quanto riguarda la mobilità si prevede che il dipendente pubblico possa essere trasferito da un ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma l'obbligo non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104.
Infine viene allargato il campo d'azione del presidente dell'Autorità anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone.

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Si riapre il cantiere delle pensioni. L'annuncio lo ha dato ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in un'intervista a Sky. "Con la legge di stabilita' ci saranno deroghe ''significative'' sulla riforma Fornero delle pensioni", anche se il ministro non ha quantificato le risorse che verranno impiegate per ampliare la platea delle persone esentate dagli effetti della riforma. ''Abbiamo diverse simulazioni quando iniziera' l'esame collegiale per la legge di stabilita' vedremo le risorse''. Kamsin  Poletti ha rilevato che l'intervento riguardera' quei lavoratori avanti con gli anni e che hanno perso il lavoro ma che ancora non hanno i requisiti per la pensione".

Le ipotesi che attualmente sono state presentate, come già anticipato da Pensioni Oggi sono tre: il prestito pensionistico con micro-prelievi sull'assegno una volta conseguita la pensione; la proposta Damiano-Baretta (pensione già a 62 anni con penalizzazioni monetarie crescenti); l'introduzione della quota 100 (con almeno 60 anni di età e 40 di contributi) (qui i dettagli delle varie opzioni). Ipotesi tuttavia che difficilmente riusciranno a ricevere il via libera del Tesoro già dal prossimo autunno a meno che non si trovi una copertura economica adeguata o un sistema di penalizzazioni piu' corposo.

Molto piu' probabile dunque che la legge di stabilità contenga un intervento piu' "soft", una soluzione "ponte" ossia un anticipo di uno o massimo due anni sui requisiti per l'ingresso alla pensione (anticipata o di vecchiaia) in favore di coloro che sono senza lavoro ed in condizioni economiche disagiate. Un intervento che avrebbe comunque il pregio di essere strutturale e dunque di consentire l'accesso al beneficio anche a coloro che hanno perso il posto di lavoro dopo il 2011 per effetto della crisi. I costi di tale operazione, come fanno notare fonti vicine a Palazzo Chigi, sarebbero piu' sostenibili per le finanze dello Stato dato che l'anticipo della pensione consentirebbe il risparmio dei costi degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione e mobilità normale o in deroga.

Misura questa che potrebbe affiancare un'estensione del regime sperimentale donna almeno sino al 2018 con l'allargamento in favore dei lavoratori uomini.

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E' sempre piu' in bilico la situazione dei docenti e del personale amministrativo scolastico, penalizzati dalla riforma Fornero, i cd. quota 96 della scuola. Ancora ai primi di agosto non è stato chiarito se questi lavoratori, 4mila persone in tutto, potranno accedere all'agognata pensione dal 1° Settembre come prevede il nuovo articolo 1-bis del decreto legge sulla Pa approvato in prima lettura alla Camera. Kamsin Pesano i rilievi della Ragioneria dello Stato che ha bocciato la misura e che oggi potrebbero essere accolti dalla Commissione Bilancio del Senato con lo stralcio definitivo della deroga.

E' questo quanto ha fatto intendere stamani il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, secondo una nota diffusa dall'Ansa, che ha annunciato che il governo presenterà "4 emendamenti soppressivi" di alcuni punti del dl Pubblica amministrazione tra cui la cosiddetta quota 96 della scuola. Verso la revisione anche dei limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, con l'eliminazione del tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e primari, ha sottolineato il ministro Madia. Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

Dovrebbe saltare anche la norma che elimina le penalizzazioni per chi matura la pensione anticipata prima dei 62 anni (vedi i dettagli), una delle altre importanti innovazioni alla Riforma Fornero approvate alla Camera in prima lettura e il prepensionamento per i giornalisti iscritti all'Inpgi di imprese editoriali in crisi. Insomma gran parte dell'impianto coniato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera rischia ora di saltare ed essere archiviato in via definitiva. Una decisione che, se confermata, scatenerà dure reazioni politiche.

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Il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti ha indicato che sull'articolo dedicato al ricambio generazionale nel comparto della scuola, approvato in prima lettura alla Camera, siano in corso approfondimenti sulle criticità circa la compatibilità finanziaria, rilevate dalla Ragioneria. Kamsin Il governo prova dunque a mediare per individuare una soluzione ai rilievi sollevati dai tecnici, anche se un risultato positivo non è affatto scontato.

Sabato intanto in commissione Affari costituzionali del Senato si è conclusa la discussione generale sul provvedimento con la presentazione di circa 600 emendamenti. Oggi inizieranno le prime votazioni sugli emendamenti e oggi soprattutto è atteso il parere della Commissione Bilancio che dovrebbe sciogliere se accogliere le indicazioni provenienti dalla Ragioneria dello Stato o tirare dritto. Con l'avvertimento che se ci saranno modifiche il decreto dovrà tornare per una terza lettura alla Camera.

Il nodo della questione riguarda la norma che consente a 4.000 professori di andare in pensione già dal 1° Settembre in deroga alle legge Fornero. Ma nel mirino c'è anche la regola che consente il pensionamento anticipato a 68 anni per i professori universitari - con la riforma all'esame del Parlamento si è introdotta infatti una «deroga» alla Fornero che consente il pensionamento d'ufficio motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l'anzianità massima (per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65); l'eliminazione delle penalizzazioni per la pensione anticipata previste dalla legge Fornero; il prepensionamento dei giornalisti professionisti iscritti all'Inpgi per consentire le ristrutturazioni nel campo dell'editoria in stato di crisi.

Duro il giudizio del Pd che, per voce degli onorevoli Damiano e Gnecchi fa sapere di considerare inaccettabile una marcia indietro del governo a causa delle pressioni della Ragioneria dello Stato. Su quota 96 degli insegnanti, spiegano, si tratta di correggere un errore del governo Monti che ha intrappolato 4.000 lavoratori che hanno diritto di andare in pensione. Questa correzione va fatta entro agosto, altrimenti si salta un altro anno ancora.

Il secondo punto riguarda la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione di anzianità prima dei 62 anni, avendo maturato 41 anni di contributi (donne) o 42 anni (uomini): una norma vessatoria che colpisce l'assegno pensionistico dei lavoratori che hanno cominciato a lavorare a partire dai 15 anni di età. Quello che sconcerta  dicono ancora i due esponenti del Pd  è che le valutazioni sulla copertura finanziaria fatte dall' Inps sono state smentite dalla Ragioneria. Si tratta di due relazioni tecniche richieste all'Istituto di previdenza. Il Governo deve chiarire questa situazione che dura da troppo tempo e che mette il Parlamento sotto ricatto. Non si può tornare indietro dal Decreto approvato: se qualcuno intende farlo saltare deve dirlo con chiarezza», concludono.

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