Anzianità Contributiva
L'anzianità contributiva rappresenta la quantità di contributi versati dall'assicurato per ottenere una prestazione previdenziale. Si tratta di un valore imprescindibile per il perfezionamento di una qualsiasi prestazione di natura previdenziale erogata dagli enti previdenziali sia di natura pubbliche che privata, sia di natura facoltativa che obbligatoria. Nell'ambito delle gestioni obbligatorie l'anzianità contributiva è un elemento essenziale per determinare, quindi, sia il diritto che la misura delle prestazioni pensionistiche dirette (pensione di vecchiaia, pensione anticipata o ex pensione di anzianità) indirette (pensione ai superstiti e pensione indiretta) e di invalidità (assegno ordinario di invalidità o altra pensione di invalidita', e la pensione di inabilità). Talvolta, accanto al requisito contributivo, è richiesto anche il perfezionamento di un requisito di età anagrafica. Ad esempio per il conseguimento della pensione di vecchiaia sono necessari almeno 20 anni di contributi ed un'età anagrafica di 67 anni.
In altre situazioni è sufficiente il solo perfezionamento del requisito contributivo. Ad esempio la pensione anticipata è erogata al perfezionamento, di 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne), ciò indipendentemente dall'età anagrafica; la Pensione ai Superstiti matura o dopo 15 anni di anzianità contributiva, oppure con il versamento di contributi per almeno 5 anni dei quali almeno 3 nel quinquennio antecedente il decesso, a prescindere dall'età anagrafica. Anche per l’Assegno ordinario di invalidità o per la pensione di inabilità, occorre possedere oltre ai requisiti sanitari consistenti nella perdita parziale o totale della capacità lavorativa, poter dimostrare il versamento per almeno 5 anni di contributi di cui almeno 3 nel quinquennio antecedente la domanda di prestazione. L'anzianità contributiva influisce anche sulla misura della pensione: in linea generale a parità di retribuzione percepita maggiori sono stati i versamenti contributivi più elevato sarà il reddito pensionistico a cui si andrà incontro.
L'anzianità contributiva viene determinata in modo diverso a seconda della gestione previdenziale in cui risulta iscritto l'assicurato. Se per la generalità dei lavoratori dipendenti iscritti all'AGO essa è determinata in settimane (52 settimane in un anno), nei fondi esclusivi dell'assicurazione generale obbligatoria (es. dipendenti pubblici) e nei fondi sostitutivi dell'assicurazione genereale obbligatoria (es. ex fondo elettrici, ex fondo telefonici, ex-inpdai eccetera) essa è determinata sulla base dei giorni di servizio calcolati sull'anno commerciale (360 giorni in un anno, 30 giorni in un mese); nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi l'anzianità viene rapportata, invece, a mesi interi (un anno lavorato corrisponde a 12 mesi) così come per gli iscritti alla gestione separata dell'Inps e, in linea generale, per gli iscritti alle casse professionali. Per i lavoratori agricoli e per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti (ex enpals) l'anzianità contributiva viene determinata, invece, in giorni. Si rammenta che per l'accredito della contribuzione è necessario, salvo deroghe particolari, il rispetto del cd. minimale contributivo, cioè un minimo di reddito settimanale o mensile.
L'anzianità contributiva non va, confusa, con l'anzianità assicurativa che rappresenta l’arco temporale che deve trascorrere dal primo contributo versato o accreditato fino alla decorrenza della pensione. Per talune prestazioni, infatti, oltre all'anzianità contributiva è necessario altresì che l'assicurato risulti iscritto per un determinato periodo di tempo al fondo previdenziale (ad esempio per il conseguimento del pensionamento di vecchiaia nella gestione dei lavoratori dello spettacolo o professionisti è necessario che siano trascorsi almeno 20 anni dal versamento del primo contributo).