cumulo casse professionali
- Nicolett
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emilio1955 ha scritto: Andranno pure bene le azioni legali, ma sicuramente a lungo termine...
Per chi ha maturato il diritto e non ha più voglia di restare a lavorare, tali azioni non risolvono il problema, anzi....
Emilio, chi ha maturato diritto a pensione ha una cosa molto semplice e diretta da fare: andare in pensione!...la 232/2016 è legge dello Stato, le iniziative legali che stiamo studiando hanno l'unico scopo di veder indennizzati i danni che lo scellerato atteggiamento dell'Inps ci sta procurando...non certo servono per esercitare un diritto già chiaramente sancito da una riforma previdenziale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e valida dal primo gennaio 2017. Personalmente, allo scadere dei 30 giorni indicati nella mia lettera di diffida, promuoverò la causa all'Inps per inosservaza (grave, gravissima) della Legge 140/97 che prevede l'obbligo di riconoscere entro 30 giorni dalla decorrenza pensione un acconto di almeno il 90%...con procedura d'urgenza presso il Giudice del lavoro, perchè presuppone una condizione di potenziale indigenza del ricorrente. E il terreno giudiziario è l'unico che Inps teme, per nostra fortuna l'indipendenza di pensiero e di giudizio dei magistrati non è condizionabile da Boeri & C.
Se presentassimo tutti domanda di pensione, compatti....tutti....al raggiungimento dei requisiti, saremmo un piccolo esercito e credo che certi atteggiamenti prepotenti non avrebbero seguito.
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- emilio1955
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Per chi ha maturato il diritto e non ha più voglia di restare a lavorare, tali azioni non risolvono il problema, anzi....
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- Alekas
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Mi pare buona l'idea di un pool di legali in grado di aiutare chi ne avrà bisogno.
Non so quanto la stasi dipenda da Inps o dalle Casse - che sono diverse e con comportamenti diversi, ma l'esperienza mi dice che è la norma in questo paese.
Il che non giustifica le inadempienze di nessuno!
La mia Cassa si arrabbia se sollecito risposte, l'Inps non risponde e questi silenzi mi hanno fatto perdere un mese di pensione: fare ricorso? 7 mesi di 'pensione' sono trascorsi, per fortuna lavoro, ma... Chiedere i danni?
Mi costa di piu di quello che mi danno, quindi finirò con l'avallare lo schifo. Vedremo.
Quasi certamente non potrò venire a Roma, ma se per allora sarà ancora tutto fermo, mi chiedo se avrebbe senso una manifestazione di protesta "diffusa".
L'idea è quella di presentarci tutti lo stesso giorno alla stessa ora all'ufficio Inps più vicino a casa (o anche agli uffici delle Casse?) con un telo colorato (tutti uguali in tutta italia) e volantini che spiegano la situazione.
Siamo pochi ma se copriamo 400 uffici Inps diventiamo abbastanza visibili!
Basta una persona per ufficio. (E possiamo farci accompagnare da un parente o un amico.)
Sempre nella speranza che questo forum diventi inutile... e che noi possiamo goderci la pensione!
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- Nicolett
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angco ha scritto: In mattinata, parlando in chat con qualcuno del gruppo, ci si chiedeva come mai l'idea di adire le vie legali per tutelare in tribunale i nostri diritti, idea pur proposta più volte nel passato, è sempre caduta nel vuoto.
Io mi sono dato queste risposte che volevo condividere anche con voi tutti:
"La mia impressione è che molti di noi siano convinti che una azione legale non sia praticabile, o almeno non era praticabile nei mesi scorsi; oppure sperano ancora che la situazione si sbloccherà da sola in breve tempo.
Inoltre, durante il nostro primo incontro a Roma, due avvocati iscritti al comitato affermarono che il ricorso al TAR LAZIO non era né praticabile, né conveniente perché si rischiava di perdere (sostenevano che il TAR LAZIO, probabilmente per tutelare le finanze pubbliche, è portato a dare facilmente ragione all'INPS).
Forse per tutti questi motivi è entrato nell'immaginario collettivo del nostro gruppo che la via legale non sia una opzione praticabile.
Io, invece, credo che sia l'unica strada veramente efficace (anche alla luce di come l'INPS ci ha preso in giro finora)."
Mi chiedo, pertanto, quanti di voi condividono queste mie impressioni, ma soprattutto chi potrebbe suggerire ulteriori motivi che contribuiscono a frenarci dall'avviare azioni legali.
Suggerirei di invitare alla prossima riunione a Roma anche qualche legale di uno studio esperto in contenziosi con l'INPS, affinché possa chiare i nostri dubbi e suggerirci le migliori strategie legali da mettere in atto.
Ormai ci siamo scocciati di attendere ulteriormente la "buona volontà" della controparte.
Angelo, ormai è chiaro che per molti di noi si aprirà una lunga stagione di ricorsi (basti pensare al mancato riconoscimento del retributivo se i 18 si raggiungono solo cumulando contributi cassa)...l'incontro del 13 servirà anche per definire le prossime strategie...ed è preannunciata la presenza di alcuni legali in sala...
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- Alven
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- angco
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Io mi sono dato queste risposte che volevo condividere anche con voi tutti:
"La mia impressione è che molti di noi siano convinti che una azione legale non sia praticabile, o almeno non era praticabile nei mesi scorsi; oppure sperano ancora che la situazione si sbloccherà da sola in breve tempo.
Inoltre, durante il nostro primo incontro a Roma, due avvocati iscritti al comitato affermarono che il ricorso al TAR LAZIO non era né praticabile, né conveniente perché si rischiava di perdere (sostenevano che il TAR LAZIO, probabilmente per tutelare le finanze pubbliche, è portato a dare facilmente ragione all'INPS).
Forse per tutti questi motivi è entrato nell'immaginario collettivo del nostro gruppo che la via legale non sia una opzione praticabile.
Io, invece, credo che sia l'unica strada veramente efficace (anche alla luce di come l'INPS ci ha preso in giro finora)."
Mi chiedo, pertanto, quanti di voi condividono queste mie impressioni, ma soprattutto chi potrebbe suggerire ulteriori motivi che contribuiscono a frenarci dall'avviare azioni legali.
Suggerirei di invitare alla prossima riunione a Roma anche qualche legale di uno studio esperto in contenziosi con l'INPS, affinché possa chiare i nostri dubbi e suggerirci le migliori strategie legali da mettere in atto.
Ormai ci siamo scocciati di attendere ulteriormente la "buona volontà" della controparte.
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